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Il Papa davanti al Muro chiama a Roma Peres e Abu Mazen

Shimon Peres e Abu Mazen insieme in Vaticano. Accadrà il prossimo giugno, prima della scadenza del mandato del presidente israeliano. La conferma è arrivata dall’Associated Press, dopo che Francesco aveva invitato entrambi i capi di stato a Roma per “pregare per la pace”. Una cosa del genere “non ha precedenti”, ha confermato Padre Federico Lombardi, confermando che l’invito è effettivamente partito. Il gesto è destinato a rimanere uno dei momenti caratterizzanti il viaggio in Terra Santa di Papa Bergoglio, che si concluderà domani sera con il rientro a Roma.

LE PAROLE CONTRO I FABBRICANTI D’ARMI 

La prima tappa è stata, sabato, la Giordania. Intenso il momento di preghiera sul Giordano, a Betania, prima dell’incontro con i rifugiati e i giovani disabili. Francesco ha lasciato un lungo messaggio in spagnolo sul Libro d’Oro, firmato anche dal re giordano Abdallah e da diversi dignitari della corte. E’ in tale circostanza che il Pontefice ha parlato di pace, scagliandosi contro i fabbricanti di armi e pregando “per coloro che hanno progetti di guerra”. La radice del male, ha aggiunto Bergoglio, “è l’odio e la cupidigia di denaro, delle fabbriche e della vendita di armi. Chi dà ai Paesi in conflitto le armi per continuarlo?”. Un tema che ha riguardato anche parte dell’omelia pronunciata questa mattina nella piazza della mangiatoia, a Betlemme: “In un tempo che proclama la tutela dei minori – ha detto il Papa – si commerciano armi che finiscono tra le mani di bambini-soldato; si commerciano prodotti confezionati da piccoli lavoratori-schiavi. Il loro pianto è soffocato: devono combattere, devono lavorare, non possono piangere! Ma piangono le loro madri”.

SIRIA E LIBERTA’ RELIGIOSA

Inevitabile, dinnanzi a tanti rifugiati, una parola sulla Siria, piagata da quella guerra che “dura da troppo tempo”. Il Pontefice argentino ha anche ricordato che “i cristiani si sentono e sono cittadini a pieno titolo ed intendono contribuire alla costruzione della società con i loro concittadini musulmani”. La libertà religiosa, ha sottolineato, “è un fondamentale diritto umano”. Più tardi, nell’omelia della messa celebrata allo stadio di Amman, ha detto che “la diversità di persone e di pensiero non deve provocare rifiuto e ostacoli”, dal momento che la varietà è sempre “arricchimento.

IL FUORI PROGRAMMA DAVANTI AL MURO

Stamattina, prima di celebrare la messa a Betlemme, è sceso dalla jeep e si è fermato davanti al Muro che divide i territori palestinesi da Israele. Muro che – a differenza di quanto fatto da Benedetto XVI – lui non aveva nominato nel discorso ufficiale alla presenza di Abu Mazen. Ma quel gesto è valso più di tante parole: il Papa, solo, in preghiera. Toccando con la mano destra il cemento armato. Poco prima, aveva ribadito che la via della pace può essere seguita solo con la consapevolezza che la soluzione è quella dei due Stati in convivenza pacifica.

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