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Povertà energetica in Europa

L’accesso all’energia, a forme moderne di energia, è un tema fondamentale, che il Festival ha sviluppato in tutte le sue edizioni, generalmente approfondendo soprattutto le problematiche legate ai Paesi in via di sviluppo. Ma negli ultimi anni, a questa lettura se ne è affiancata una seconda che riguarda invece l’Europa.

Quante sono le famiglie in Europa che oggi non sono in grado di pagare per i servizi che siamo abituati a dare per scontati come avere la luce elettrica in casa e riscaldare i nostri appartamenti? Durante questa VII edizione milanese, il Festival dell’Energia ha dedicato a questo tema un appuntamento specifico, A caro prezzo, in cui Davide Tabarelli, Presidente di Nomisma Energia, ha fornito alcuni dati. Allarmanti. Eccoli.

Contributo di Davide Tabarelli, presidente nomisma energia, per il Festival dell’Energia

Fuel poverty, in italiano, povertà energetica, è un concetto che è stato sviluppato fin dagli anni ’80 nell’UK ed è stato poi esportato al resto dell’Europa. Le Direttive sul terzo pacchetto energia richiedono che gli stati membri prendano provvedimenti per ridurre la povertà energetica.

Ad oggi sono 8 i paesi che adottano qualche forma di rimedio, fra cui l’Italia. In UK chi spende più del 10% del totale del proprio reddito per l’energia, elettricità e gas (escluso benzina e gasolio per trasporti)   è considerato essere in condizione di fuel poverty.
In Europa negli ultimi anni di fuel poverty si occupa anche Eurostat all’interno delle politiche circa le condizioni di vita dei cittadini. Due dei nove elementi per stabilire se una famiglia è povera hanno a che fare con l’energia: il primo è l’incapacità di pagare le bollette del gas e dell’elettricità, il secondo fattore riguarda le difficoltà di scaldarsi. L’Euostat ha ricchissimi dati sull’argomento, ma, occorre sottolineare, si basano su sondaggi, comunque affidabili. In Europa le persone che non riescono a scaldarsi nel 2012 sono l’11% della popolazione totale di 500 milioni: sigifica 55 milioni, quasi la popolazione italiana. Le persone che non riescono a pagare le bollette sono il 10%, di nuovo circa 50 milioni di persone.

Impressiona il dato per l’Italia, che vede un balzo fra il 2010 e il 2012 dall’11 al 21% delle persone che non riescono a mantenere la casa calda. Ciò significa che 12 milioni di italiani hanno avuto problema a riscaldarsi. Sul pagamento delle bollette la dinamica è più stabile con una quota dell’11% che non riesce a pagare le bollette.

L’autorità dell’energia, fin dal 2008, ha l’incarico di elargire il cosiddetto bonus elettrico e o gas. In base alle sue stime, circa 3 milioni di famiglie in Italia ne avrebbero diritto. Le condizioni per accedere sono definite prevalentemente in base al reddito e fa fede l’Indicatore di Situazione Economica Equivalente (ISEE). Si stima che circa 2 milioni di clienti abbiano chiesto il bonus negli ultimi 4 anni.

Normalmente una famiglia spende 500 € per una bolletta elettrica per consumi di 2700 chilowattora all’anno. La riduzione concessa in questo caso in media è del 16% del totale, ovvero 88 €. Nel caso della spesa gas, la bolletta  per 1400 metri cubi  è di circa 1200 € e lo sconto medio è del19%, ovvero 228 € all’anno.

Il bonus viene finanziato con specifico prelievo sulle bollette di tutti i cittadini. Attualmente sulla bolletta elettrica di 18,89 €cent/chilowatora la parte del bonus è di 0,07 €cent, lo 0,4% della tariffa. Per il gas la parte pagata su 83 €cent/mc è di 0,1 €cent, lo 0,1%.

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