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Gianfranco Fini torna in campo. I pro, i contro, i perplessi

Gianfranco Fini torna in campo? Dopo l’intervista rilasciata al Messaggero in cui il leader della fu An ha spiegato come immagina un contenitore liberal-repubblicano alternativo al Pd renziano, si dipana una fitta rete di incontri e vertici, con al centro del dibattito la costruzione del nuovo centrodestra italiano. Ecco chi sta tenendo i fili dell’operazione e con quali margini di movimento, in vista di un appuntamento romano previsto per fine giugno.

LIBERADESTRA
Già da alcuni mesi, in concomitanza con la nascita della fondazione Liberadestra (a cui collabora attivamente l’avvocato Giuseppe Consolo, ex deputato finiano), l’ex presidente della Camera sta presentando in tutt’Italia il suo libro “Il Ventennio“. Dopo le prime perplessità, pare che sia maturata la voglia di rimettersi in gioco, a seguito della débacle di Fli che alle politiche del 2013 non riuscì ad eleggere alcun deputato alla Camera e il solo “montiano” Benedetto Della Vedova al Senato, oltre che a Di Biagio eletto all’estero. Per cui al netto di riscontri e difficoltà organizzative, dopo il voto alle europee (Fini ha votato Scelta Europea che ha registrato lo 0,7%) ecco tornare in auge l’idea di costruire anche in Italia una destra moderna, europeista, civile e non populista, quindi distante dalle proposte di Lega e di Fratelli d’Italia e agganciata alle istanza del Ncd (ecco le parole del coordinatore Gaetano Quagliarello).

DIFFERENZE
Il mantra del finismo 2.0, come emerge dai ragionamenti di due collaboratori che lo stanno accompagnando in questo tentativo, è che non si può non offrire una casa comune a chi non si sente socialista e che per una serie di ragioni attende una proposta anti renziana. Spazio quindi a una nuova generazione di under 40, questo sì in stile Renzi, da reclutare nelle amministrazioni locali e soprattutto nelle intellighenzie, che animino già da subito il dibattito nato nelle ultime settimane su quali impalcature costruire il centrodestra del futuro, possibilmente senza ricadere nei medesimi errori del passato. Tra l’altro il primo obiettivo concreto di questa operazione sta tutto in un’assemblea open e in chiave forum che si svolgerà a Roma il prossimo 28 giugno per tastare umori e ricevere proposte.

REAZIONI
“Basta con l’ostracismo, ben vengano le sue idee” chiosa l’ex sottosegretario all’Ambiente Roberto Menia dalle colonne del Tempo. Secondo cui è giunta l’ora in Italia di resettare con il passato e rimettersi in cammino per costruire una destra moderna e credibile. Magari ripartendo proprio dal leader che traghettò il Msi in An. Nessun riferimento ancora né al nome (“non sarà quello della Fondazione” fanno sapere dal suo entourage) né alla struttura, ma ci sarà senza dubbio il riferimento alla destra e all’Europa.

COMPLOTTO?
Di complotto ai danni dell’ex Cav. invece parla oggi Il Giornale, che dà conto di un progressivo avvicinamento tra Fini e il Nuovo Centrodestra per stoppare la trattativa con Fi che secondo alcuni rumors Angelino Alfano avrebbe intenzione di riallacciare. Circa i contatti con il mondo del Ncd, è certo che sia avvenuto un incontro nei giorni scorsi tra Fini e Fabrizio Cicchitto, che avrebbero messo da parte le schermaglie del passato per ragionare insieme sul post berlusconismo, su cui sono sensibili anche pezzi da novanta dell’attuale Fi (come Raffaele Fitto).

“NO” AGLI SCHETTINO
“Con tutto il rispetto, perché tutti possono sbagliare, ma vi pare che la Costa chiami di nuovo uno Schettino al comando?”, è il commento che affida a Formiche.net Guido Crosetto di Fratelli d’Italia. “Non è una questione legata ai nomi, ma ai temi: non mi importa se Fini, Alfano, Crosetto o altri, voglio che ci sia un dibattito sugli argomenti come l’Europa che non funziona, la ripresa, l’occupazione, l’immigrazione”. Sull’idea “popolare” di un centrodestra che non inglobi le ali come Fdi e Lega, Crosetto osserva che il problema è relativo all’identità. “Essa la si costruisce attorno a programmi e battaglie, a una visione di società e dell’economia, non sulle parole così come qualcuno vorrebbe fare quando usa i termini centro, ali, moderati. Li sostituirei con i temi: ovvero partite iva, tassazione, burocrazia, riforma dello Stato. Penso che alcuni continuino ad essere prigionieri di ideologie e samantica”.

DESTRA EUROPEA?
Sull’appartenenza alla grande famiglia europea dell’Ue esiste un’altra differenza secondo Crosetto: “Non criticare l’Europa adesso è da folli, nel senso che chiunque abbia buon senso dovrebbe ammettere che la politica economica europea degli ultimi dieci anni è stata disastrosa. Chi lo nega vive al di fuori della realtà, perfino il Capo dello Stato lo ha detto qualche mese fa. C’è poco da epitetare come moderati, ali o estremisti: vedere lo stato delle cose nell’Ue è un esercizio oggettivo”. E ancora: “E’surreale che qualcuno non se ne renda conto e cerchi uno spazio politico lontano dalla realtà”.

LEOPOLDA DI CDX
E sul futuro del centrodestra da immaginare già oggi magari attorno ad una Leopolda così come Formiche.net ha proposto qualche giorno fa Crosetto sottolinea che “se la chiamiamo in altro modo sì, perché serve un luogo dove confrontare le idee ma occorre anche gente che non venga a parlare a se stessa, ma ad ascoltare gli altri: forse le cose concrete saranno più banali, ma alla fine servono più di mille teorie”. Per cui, è il ragionamento dell’ex sottosegretario alla Difesa “mi auguro che da questa Leopolda emerga la visione che il centrodestra ha su immigrazione, partite iva, rilancio economico, ovvero la ricerca di risposte ai problemi dei cittadini, non i nomi come Alfano, Fini, Crosetto, Berlusconi. Dobbiamo andare al di là dei nomi”.

twitter@FDepalo

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