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Andare oltre la Leopolda Blu

 Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Sono giorni che si dibatte circa la possibilità di una Leopolda Blu, proposta da Lorenzo Castellani e da Formiche.net: desidero, anche io, offrire qualche riflessione.

Certamente l’ultimo risultato elettorale ha disegnato i confini delle nuove aree politiche, il mappamondo è completamente cambiato: in Europa il PPE è ancora il primo partito, in Italia il centrodestra ottiene uno scarso ma assai meritato terzo posto. Il PD di Matteo Renzi ha avuto un brillante risultato, diverse sono le cause: il ricambio generazionale, la competenza di una nuova classe dirigente pronta a surclassare la precedente, la vivacità del linguaggio del popolo, non usando più i termini complessi del palazzo, ma anche solo un tweet o uno stato Facebook, la vicinanza a chi si trova in difficoltà ed il sapere ascoltare. Piazze piene per il rottamatore, ancor più piene per chi lanciò il #vinciamonoi, diventato clamorosamente – per fortuna – #vinciamopoi di chi si dichiara oltre Hitler, di chi pensa che urlando si risolvano i problemi, di chi specula sulla crisi morale ed il disgusto dei cittadini verso una certa classe politica.

Scomparso quasi dai radar il centrodestra, o meglio presente a luci spente: Forza Italia in declino totale, Il Nuovo Centrodestra che supera di poco lo sbarramento, trionfo – possibile definirlo così? – della Lega e sconfitta netta dei Fratelli d’Italia.

Provando a riflettere da elettore del centrodestra mi risulta complesso provare a scegliere quale tra i precedenti partiti possa effettivamente rappresentarlo? Come si può pensare che in una stessa area ci sia chi siede con la Merkel e chi addirittura proponga una incostituzionale uscita dall’euro, o ancor di più da chi parli di secessione? E’ possibile tornare a vent’anni attraverso simboli come Alleanza Nazionale o Forza Italia? Il centrodestra non ha sempre guardato al futuro?

Il terremoto politico, le fratture provocate dalle scorse elezioni sono profonde: ad essere onesto speravo in questo risultato perché non ci sarebbe potuta essere una riflessione se il risultato avesse promosso questa scelta, invece abbiamo avuto la conferma del fallimento. Non è lontanamente immaginabile, dal mio punto di vista, poter pensare di rimettere insieme i cocci per provare a risanare le crepe perché non è una mera questione numerica insieme arriveremo al 30% o non deve esserci l’obiettivo comune battiamo il PD.

Certo, il centrosinistra rimane l’avversario politico, ma per contrastarlo a servire – secondo la mia visione – non sono le primarie tra i leader, ma quelle sui contenuti. Possiamo oggi pensare che Meloni o Alfano possano rappresentare il centrodestra? No, io credo che non sia la giovane età il requisito per le primarie, credo che oggetto di discussione debbano essere i temi da affrontare. E’ necessario comprendere che il Governo Renzi stia provando ad emanare provvedimenti sui quali la voce del centrodestra non c’è, ma non perché non sia presente una opposizione parlamentare, ma perché nel centrodestra non c’è più nessuno che provi ad affrontare analiticamente alcuni temi.

Argomenti a tutti noi cari, la famiglia, la tradizione nazionale, il convinto quanto critico europeismo, l’immigrazione, la condizione sanitaria e scolastica da risanare – giusto per citarne alcuni – non sono trattati se non per fini meramente elettorali da chi pensa che parlando sotto elezione, riesca a guadagnare dieci voti in più. Io continuerò sempre a dire che preferisco e preferirò essere onesto, avere una tessera di partito in meno, un voto in meno, proporre e promettere ciò che ho la certezza di riuscire a fare, ma realizzarlo e sono certo che i voti dopo saranno sempre più, perché verrà instaurato un rapporto di fiducia, proprio ciò che oggi – legittimamente – manca. D’altra parte è ormai notizia quotidiana: politico arrestato, ex ministro indagato, consigliere regionale che compra le mutande o il prosciutto o addirittura organizza una festa e si fa rimborsare; è chiaro che venga meno il rapporto di stima.

Un ambiente da rigenerare, partendo dal basso oserei dire: provare a cambiare l’Italia è una ambizione, un percorso ricco di insidie ed in salita rapida, basterà inciampare per ruzzolare e allargare le ferite, ma non c’è miglior futuro di quello costruito con le proprie forze ed ecco perché continuerò ad offrire il mio contributo alla rinascita dell’area politica in cui mi colloco. Entrando nel merito della proposta Leopolda Blu credo sia lodevole l’iniziativa di un mondo giovanile che attraverso la rete voglia scatenare – come sta succedendo – un dibattito a livello nazionale. Ad essere centrale dovranno essere i contenuti più che la parole, e ritengo sia opportuno andare oltre la Leopolda, perché è eccezionale ciò che Renzi da li ha costruito, ma la sua fu una idea originale, questa una fotocopia e tra la fotocopia e l’originale, si sceglie sempre l’originale.

Sia chiaro, comprendo perfettamente che si tratterebbe solo di uno spunto da cui partire per poi articolare forme e modi diversi, però non vorrei ci fosse un effetto contrario: ecco il centrodestra renziano.
Io ritengo che – ad oggi – sia assai complesso poter costruire un nuovo mondo quando ad essere protagonista di una fase rivoluzionaria sia Giorgia Meloni o Raffaele Fitto; sono il primo ad essere speranzoso per la creazione di un nuovo contenitore che per essere definito non necessiti dell’etichetta “liberale”, “popolare”, “moderato”, ma abbia – finalmente – il coraggio di fare una scelta di campo.

Ci collochiamo nel centrodestra, siamo coloro che senza presunzione vorrebbero provare a sdoganare una certa idea di fare politica, cambiarne le modalità, apprezzando l’esperienza passata su cui formarsi e rimanendo certo ancorati ai valori tradizionali del colore politico, ma provando a spingersi oltre la semplice definizione di campo.
Se parleremo un linguaggio semplice, chiaro e lineare, ricco di non di forma ma di contenuti, di idee, allora potrà nascere un leader, ma ad ora è il problema minore, ciò che dovrebbe e che mi auguro sia al centro, sono solo e solamente le proposte e se saremo all’altezza di questa imperiosa sfida sono certo saremo apprezzati: dobbiamo provarci, abbiamo il dovere di farlo e, come il mio maestro politico dice sempre, il tempo è galantuomo.

Incontriamoci, discutiamo: non importa se alla Leopolda Blu, a Piazza Castello o a Via Roma, l’importante sarà il coraggio e la determinazione di cambiare, questa volta per davvero: #sdoganiamoilcentrodestra

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