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Leopolda Blu, il centrodestra in cantiere guardi a Washington, Londra e Madrid

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

L’esito delle elezioni amministrative ha confermato e aggravato la recente disfatta elettorale delle forze di centrodestra. Si è perso male e si è perso sostanzialmente ovunque.

Il paradosso è che si è perso anche laddove le amministrazioni di centrodestra avevano oggettivamente governato bene.

Un caso emblematico è Pavia. In cinque anni Alessandro Cattaneo ha ridotto il debito del suo Comune del 58%, da 53 a 22 milioni di euro. Ha tagliato le spese di consulenza da 275.000 euro annui a meno di 60.000 euro. Solo per dare qualche numero.

Alessandro, che conosco e stimo, con i suoi 34 anni avrebbe sulla carta tutti i numeri per essere il leader della nostra area politica. Ma è stato comunque sconfitto. Tutto questo accade perché i nostri elettori si sono stufati per davvero. Si sono stufati di votare un qualcosa che non li rappresenta né nei modi di porsi né ancor meno nei contenuti che porta avanti.

Non basta, come ben dimostra Pavia, nemmeno aver amministrato con serietà. Perché la maggioranza degli elettori di centrodestra è oggi come oggi stabilmente nel campo dell’astensione. Per tornare alle urne pretende un cambio di marcia reale e radicale.

Quello che a mio avviso serve è il mix di tre elementi.  Prima di tutto, realismo. Realismo significa che buttare via tutto quello che c’è sarebbe qualunquista e poco produttivo; serve piuttosto ripartire dai tanti giovani in gamba presenti in Forza Italia, in Ncd, in Fratelli d’Italia e negli altri partiti di centrodestra. Gente che ha entusiasmo, capacità e consenso sui territori.

Secondo, coraggio. Innovare davvero significa comprendere che in prima linea debbono andare facce nuove. Preparate e credibili. Ragazzi e ragazze che ragionino con schemi nuovi, che con la loro energia riaccendano la passione per il centrodestra.

Agli attuali leader le nuove generazioni potranno attingere perché siano delle valide spalle, forti della loro esperienza. Ma l’immagine del centrodestra che sarà, dovrà corrispondere alla novità. Una novità selezionata in base al merito, promuovendo persone capaci.

Terzo, connessione con la destra nel mondo. Si continua a non capire che non stiamo parlando di che riforma della pubblica amministrazione proporre tra un mese. Fattore certamente importante, ma che non andrà a determinare il destino della nostra parte politica nei prossimi decenni.

Serve dirci cosa vogliamo fare di quei valori e di quei principi che ardono nel cuore di chi si batte per un’idea di centrodestra tanto a Boston quanto a Perth. Come declinare “centrodestra” rispetto alle sfide che l’Occidente ha davanti? Come uscire dalla voragine che un sistema economico evidentemente inadeguato ci ha consegnato?

Questi sono gli aspetti di cui ogni giorno il Republican Party a Washington, l’Ump a Parigi, il Pp a Madrid, il Conservative Party a Londra, la Cdu a Berlino e tutti gli altri si pongono giorno dopo giorno. Potranno essere partiti con cui troviamo maggiore sintonia in alcune battaglie e meno in altre. Ma sono quell’insieme di persone che condividono la nostra visione del mondo. Con loro dobbiamo ricostruire un tessuto solido che riporti il centrodestra alla guida delle grandi potenze.

Vogliamo capire e dire che inserire il nostro centrodestra in questo contesto è vitale per la sua rinascita? Vogliamo tirare fuori la testa e ammettere che essere stato l’unico Paese occidentale i cui partiti di centrodestra, con l’eccezione di quale singolo leader, non sono mai stati stimati e considerati sullo scacchiere internazionale è uno degli elementi, forse L’elemento, che oggi ci consegna un’Italia dove il centrodestra vale meno di quanto varrebbe se si fosse impegnato con tutto se stesso per sparire?

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