Skip to main content

Il Vietnam che attende Renzi in Senato

“Il rischio è che tornando dal suo viaggio in Estremo Oriente, il presidente del Consiglio si renda conto che il Vietnam è qui”. È preoccupato il costituzionalista Francesco D’Onofrio per il percorso delle riforme del governo. “Renzi ha avuto il grande merito di pensare insieme tutte e tre le riforme (Legge elettorale, Senato e Titolo V) ma nessuna delle tre è stata chiarita nelle questioni di fondo. Non occorre essere dei professoroni per capire che questa proposta così com’è è priva di qualsiasi senso”.

ITALICUM
Ecco i punti critici, passati in rassegna dal saggio dell’Udc, relatore della Riforma costituzionale del 2005: “Con l’Italicum, non viene specificato quali saranno i rapporti tra premier e presidente della Repubblica. Attualmente, è il il capo dello Stato a nominare il presidente del Consiglio. Quando questo si dimette, ne nomina un altro come è successo con Monti, Letta e lo stesso Renzi. Che succede con l’elezione diretta del premier che sembra prevedere la nuova legge elettorale?”, si chiede il professore emerito della Sapienza e già ministro della Pubblica istruzione nel governo Berlusconi.

SENATO
Altri interrogativi sul Senato. “Per ora resta un fatto misterioso – spiega – non si capisce che cosa farà questo nuovo Senato e da chi sarà composto. Si pensi per esempio al fatto che i 21 senatori nominati dal presidente della Repubblica voterebbero l’elezione del suo successore, non ha senso. E poi si chiariscano le sue funzioni, altrimenti si rischia davvero che diventi il dopo lavoro degli amministratori locali, una Camera inutile”.

TITOLO V
Il rapporto centro-periferia è poi ancora tutto da definire con la riforma del Titolo V, dice D’Onofrio: “Il disegno del governo mi pare un tentativo di rimettere al centro tutto e ciò si avvicinerebbe alla scomparsa delle Regioni. Forse meglio allora abolirle del tutto”.

L’IRA DI MAURO
Il costituzionalista riserva poi un giudizio sulla sostituzione di Mario Mauro nel gruppo dei Popolari per l’Italia che tanto ha fatto imbufalire l’ex ministro della Difesa: “Capisco l’irritazione di Mauro ma dal punto di vista istituzionale, mi sembra una scelta corretta ed accettabile. La nomina del capogruppo non avviene per sorteggio o per ordine alfabetico ma per designazione del gruppo che si deve sentire rappresentato. Mauro potrà sempre esprimere la sua posizione in Aula”.

CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter