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Perché Cina e Russia temono il Ttip

L’accordo di libero scambio che Usa e Ue sono in procinto di concludere fa paura a Pechino e Mosca ed è destinato ad alterare gli equilibri geopolitici globali.

In occasione del convegno organizzato dall’Associazione Ego, con il patrocinio dell’American Chamber of Commerce in Italy, TTIP – Transatlantic Trade Investment Partnership il prossimo 18 giugno, verrà affrontato proprio il dibattito sul Patto Atlantico, analizzato dal numero di giugno di Formiche. 

Manca ormai poco all’inizio dell’importante appuntamento che attende il nostro Paese, ovvero la presidenza del Semestre europeo che partirà dal prossimo luglio.

L’Italia si trova a giocare un ruolo fondamentale in Europa proprio nel momento in cui c’è l’intento di accelerare i negoziati tra Stati Uniti e Unione europea, volti a concludere un accordo di libero scambio tra i due maggiori mercati globali.

Il dibattito sul Transatlantic Trade Investment Partnership, che verrà affrontato in un convegno presso la Camera dei deputati mercoledì 18 giugno, è ancora aperto e caratterizzato dalla massima cooperazione tra Usa e Ue nel trovare un accordo normativo.

Formiche ha raccolto le riflessioni di molti esperti che hanno espresso il loro parere su quanto possa essere fondamentale stringere un’alleanza di questa portata in tempi brevi.

L’OPINIONE DELL’AMBASCIATORE AMERICANO

“Negli Stati Uniti e in Italia, la vasta maggioranza delle imprese è piccola e media. Sono queste Pmi che rappresentano l’architrave delle nostre economie, e sono anche tra quelle che beneficeranno di più della Partnership transatlantica”. E’ quanto sostiene nel suo intervento l’Ambasciatore degli Stati Uniti d’America in Italia John R. Phillips. Riducendo le tariffe aumenterà probabilmente l’export delle Pmi che possono così farsi conoscere su un mercato non solo nazionale. Il Ttip ridurrà anche tutti gli ostacoli burocratici connessi ai diversi mercati, statunitense da una parte, europeo dall’altra.

LA VERSIONE DEL GOVERNO ITALIANO

Carlo Calenda, viceministro dello Sviluppo economico, che sarà presente al convegno del 18 giugno, riconosce nel suo intervento sulla rivista che un accordo Ttip profondo e ambizioso potrebbe riportare il governo della globalizzazione alle economie politiche liberali e democratiche. Il blocco Atlantico può prevenire, a suo avviso, tendenze protezionistiche favorendo altresì integrazione e apertura.

LA PAROLA DEL CONSIGLIERE UE

Alberto Alemanno, consigliere dell’Ue nei negoziati transatlantici, ricorda però che il dibattito ha due fazioni contrapposte: gli entusiasti che esaltano vantaggi economici per le imprese e i consumatori; dall’altra invece coloro che ne criticano il costo sociale, che presumibilmente potrebbe derivare da un abbassamento degli standard regolatori. Sulla questione infatti è necessario chiarire che, sebbene l’accordo non intervenga sulle legislazioni nazionali, si discosterà da esse sia per i servizi sia per i prodotti d’importazione.

IL CONTRIBUTO DI ANSALONE

È altresì vero che le prospettive di questa intesa, se venissero raggiunti gli obiettivi, proiettano la creazione di quasi 750mila nuovi posti di lavoro negli Usa e poco meno di un milione in Europa e le esportazioni americane verso il Vecchio continente aumenterebbero in media del 33% e quelle europee oltreoceano del 28%. Con l’Italia che potrebbe mirare a diventare la prima destinazione dei nuovi flussi di investimento, come sostiene Gianluca Ansalone, Managing director presso Method investements & advisory Ltd.

LE ANALISI DI SAPELLI E PELANDA

Anche Giulio Sapelli vede gli aspetti positivi del Patto, definendolo “il solo disegno che può salvare l’occidente dalla minaccia terribile dell’avanzata cinese”. L’economista Carlo Pelanda spiega infatti che Pechino non ha alcuna intenzione di farsi accerchiare da un’area di mercato, militare e monetaria, delle democrazie. La Russia poi “ha ancora più paura perché si troverebbe costretta a dipendere dalla Cina. Ambedue stanno facendo il possibile per sabotare la Nova pax”.

LA TESI DI JONES 

Erik Jones, direttore degli Studi europei ed euroasiatici della Johns Hopkins University, individua anche altri Paesi e altre questioni urgenti che potrebbero entrare nell’agenda del Patto Transatlantico, come l’America Latina e l’Africa, che devono affrontare immigrazione illegale, traffico di esseri umani, traffico di droga e crimine organizzato. Perché ampliare i legami tra Usa e Ue vuol dire includere anche queste altre aree del mondo.

IL FOCUS DI FORMICHE

Per un approfondimento dedicato alle Ttip, la rivista Formiche nel numero in uscita mette a confronto le posizioni di Carlo Calenda, Erik Jones, Guido Lenzi, Ennio Di Nolfo, Michael Lind, Giulio Sapelli, John R. Phillips, Alberto Alemanno, Gianluca Ansalone, Carlo Pelanda, Karim Mezran. 

IL DIBATTITO ALLA CAMERA

Inoltre, mercoledì 18 giugno si svolgerà il convegno TTIP – Transatlantic Trade Investment Partnership organizzato dall’Associazione Ego, con il patrocinio dell’American Chamber of Commerce in Italy presso l’Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati (Via di Campo Marzio 74) dalle ore 09.30.

Parteciperanno Carlo Calenda Viceministro dello Sviluppo Economico, Sandro Gozi, Sottosegretario alle Politiche Comunitarie, Kathleen A. Doherty, Vice Capo Missione Ambasciata USA in Italia, Franco Frattini, Presidente SIOI, Alessandro Cattaneo, Vice Presidente ANCI, Simone Crolla, Consigliere Delegato Amcham Italy, Eric Gerritsen, Executive Vicepresident Sky Italia, Thomas Spiller, Vice President The Walt Disney Company, Paloma Castro, Director of Global Corporate Affairs LVMH, Mark Van der Horst, Director EU Affairs UPS.

Presentano Frances Robinson, Wall Street Journal e Adriana Cerretelli, Il Sole 24 Ore.

Per registrarsi: http://egottip.eventbrite.com oppure egoeuropa@gmail.com

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