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Che cosa lega Papa Francesco e Nunzio Galantino

Pur affaticato dagli impegni quotidiani, il Papa non ha voluto mancare all’appuntamento con la Calabria. Stamattina, partito alle 7.30 dall’eliporto del Vaticano, è giunto prima a Castrovillari per poi proseguire – sempre in elicottero – a Cassano all’Jonio, la diocesi retta da monsignor Nunzio Galantino.

IL PROGRAMMA DELLA VISITA IN CALABRIA

Programma fitto per la trasferta in Calabria, in questo primo giorno d’estate. Prima, a Castrovillari, la visita alla casa circondariale. Quindi, una volta giunto a Cassano, saluterà gli ammalati dell’Hospice “San Giuseppe Moscati”, prima di incontrare i sacerdoti della diocesi nella locale Cattedrale. Dopo il pranzo con i poveri e i giovani ospiti della Comunità residenziale terapeutico-riabilitativa presso il Seminario “Giovanni Paolo I”, Francesco visiterà gli anziani residenti nella Casa Serena. Alle 16, la Messa nella Piana di Sibari e alle 18 la partenza alla volta di Roma.

 “LO ACCOGLIAMO CHIEDENDO SCUSA”

“Lo accogliamo con l’atteggiamento con cui lui stesso viene qui da noi. Lui stesso, scrivendo la lettera alla nostra diocesi, il 28 dicembre, disse che sarebbe venuto per chiedere scusa: per chiedere scusa per aver sottratto il vescovo alla diocesi per qualche giorno, per il servizio alla Conferenza episcopale italiana. Quindi, da una parte gratitudine, dall’altra ci vogliamo anche noi chiedere se abbiamo delle situazioni per le quali chiedere scusa, se abbiamo anche noi delle situazioni nelle quali non siamo presenti come chiesa in maniera credibile”, diceva venerdì alla Radio Vaticana mons. Galantino.

“LE PRIORITA’ DA AFFRONTARE”

Una visita importante, visto che “è evidente che il Santo Padre compie visite pastorali e non di Stato”, aggiungeva il vescovo di Cassano allo Jonio in un’intervista concessa pochi giorni fa ad Avvenire. Il Pontefice, chiariva ancora mons. Galantino, “indica non solo alla Chiesa casalese, ma anche a tutta la Chiesa italiana, quali sono le priorità da affrontare. Che emergono del resto anche dalle modalità con le quali svolgerà la sua visita”.

IL RAPPORTO TRA IL PAPA E GALANTINO

E’ solido il rapporto che lega Bergoglio al vescovo pugliese (è nato a Cerignola) preso lo scorso dicembre in una delle periferie così care al Papa e nominato a sorpresa segretario generale della Cei. Una scelta inaspettata: dopo mons. Mariano Crociata, nel frattempo trasferito a Latina (sede episcopale non di primo livello), Francesco puntava sul vescovo della più piccola diocesi calabrese. Un segnale significativo, visto che Galantino superò altri nomi più quotati anche all’interno della stessa conferenza episcopale. Il Papa ha voluto “testarlo”, mantenendolo per diversi mesi in carica come segretario ad interim. Solo in seguito ha deciso di nominarlo ad quinquennium, cioè per il canonico mandato di cinque anni.

LE LINEE GUIDA DI FRANCESCO ALLA CEI

Si è visto spesso a Santa Marta, mons. Galantino, segno di un rapporto di fiducia che porterà prossimamente la Cei a svoltare lungo la direttrice indicata dal Papa già un anno fa in occasione della professione di fede in San Pietro e ribadita con più forza e più approfonditamente lo scorso maggio con la lunga prolusione tenuta dal Papa in apertura dell’Assemblea generale di primavera. Il vescovo di Cassano all’Jonio incarna quella visione di chiesa in uscita che Francesco chiede e pretende. Niente burocrazia, niente vescovi passacarte. Solo vescovi pastori, con quell’odore di pecore che tante volte ha richiamato nelle omelie e nei discorsi durante il suo primo anno di pontificato.

“IL CLERICALISMO E’ VOLONTA’ DI POTERE”

Sono molti i punti in comune tra Francesco e Galantino, a cominciare dalla decisione di quest’ultimo di non risiedere nel palazzo arcivescovile, bensì nel locale seminario. In una lunga intervista concessa al periodico Il Regno e apparsa oggi anche sul Corriere della Sera e  Avvenire, il segretario generale della Cei ha sottolineato come “il Papa ci metta in guardia dai rischi di una Chiesa ripiegata sul proprio interno; autoreferenziale, che ossessionata da se stessa rischia di perdere di vista la propria finalità e la propria identità”. Tra le tentazioni più pericolose, aggiunge il presule, c’è il clericalismo: “Prima che un cattivo comportamento, il clericalismo è un errore teorico (…). Il clericalismo è spesso espressione della volontà di potere, mentre la Chiesa, il popolo di Dio, si caratterizza per la responsabilità nell’esercizio della carità e porta, conseguentemente, con sé la negazione della volontà di potere, che si esprime attraverso le varie forme di clericalismo”.

IL RUOLO DEI CATTOLICI NELLA VITA PUBBLICA

Idee chiare anche sul ruolo dei cattolici nella vita pubblica: “La responsabilità dei laici cattolici, che non consente alcuna delega di rappresentanza in bianco, va incoraggiata, rinnovata e nuovamente educata. A essa deve corrispondere una salutare precauzionale presa di distanza dal potere politico”.

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