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Fisco renziano, vere innovazioni o ritorno al passato?

730 precompilato e taglio stabile al fisco tramite gli 80 euro: sono due dei punti più salienti della strategia di Palazzo Chigi e Piazza XX Settembre in materia fiscale. Ecco una ricognizione sulle ultime novità e sugli annunci di Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan.

80 EURO
Base di partenza la mossa renziana degli 80 euro, come una sorta di premessa di un taglio stabile al fisco. Sono destinati a chi riceve uno stipendio inferiore a 1.500 euro al mese, ma con delle eccezioni. Si applicano solo ai redditi di lavoro dipendente e ad alcuni redditi assimilati, ma non tutti, per cui i pensionati non rientrano nel provvedimento. Inoltre se già non si pagano tasse, niente bonus. Infine è valido per redditi complessivi fino a 24.000 euro.

TAGLIO TASSE
L’obiettivo del governo è avere una base per poter procedere all’abbattimento delle tasse, con gli ultimi moniti proprio di Padoan che ha individuato nell’abbassamento della pressione fiscale la priorità delle priorità: “E’ urgente intervenire per contenere l’elevata pressione fiscale che è ostacolo al ritorno a ritmi di crescita in linea con i partner internazionali”, ha detto il ministro dell’Economia intervenendo alla cerimonia per i 240 anni della Guardia di Finanza.

IL 730 PRECOMPILATO
Quali le sfide e gli intralci del 730 precompilato? Il direttore Michele Arnese ha osservato come “l’idea che il calcolo delle imposte da pagare per i cittadini potesse e dovesse essere fatto dallo Stato per conto dei contribuenti persone fisiche era una delle idee forti del primo Berlusconi” e comunque si tratta di uno spunto significativo, ben più “dell’Italicum o di come sarà, o non sarà, il nuovo Senato”. Nelle intenzioni del governo, dopo le questioni tecniche che tante polemiche hanno sollevato relative a Imu e Tasi, ecco la proposta (in vigore dal 2015) della dichiarazione dei redditi precompilata. Lo schema di decreto legislativo di attuazione della delega fiscale approvato venerdì dal Consiglio dei ministri (in attesa di passare all’esame delle commissioni parlamentari) prevede che per 30 milioni gli italiani la dichiarazione dei redditi sarà approntata dall’amministrazione finanziaria.

DATI
All’interno del 730 precompilato troveranno spazio dati su contributi e mutui, che banche, enti previdenziali ed intermediari finanziari inviano all’Agenzia delle Entrate ogni anno. In questo modo, osserva un report di Forex, i contribuenti potranno ottenere sconti fiscali su una serie di materie come interessi passivi di mutui; assicurazioni su vita, morte e contro gli infortuni; contributi previdenziali (anche per la previdenza complementare). Mentre dal 2016 all’interno troveranno spazio anche le spese mediche sostenute nel 2015. ma con il grande punto interrogativo sull’effettiva semplificazione che verrà in seguito offerta come servizio ai cittadini, così come osservato sul Sole 24 Ore.

LO ZAMPINO DI VISCO
Altro punto significativo all’interno della strategia fiscale di Palazzo Chigi, la nomina del nuovo numero 1 dell’Agenzia delle Entrate. Non solo l’ex vice ministro Vincenzo Visco (qui uno suo spunto su come dimezzare l’evasione) avrebbe contribuito ad auspicare l’arrivo di Rossella Orlandi, anziché il tremontiano Marco Di Capua, come osservato anche da Alberto Statera su Repubblica di ieri, ma “ha anche trovato udienza nella new age del Pd e del governo sulle misure anti evasione, attraverso Yoram Gutgeld, economista assai ascoltato da Matteo Renzi”. Prova ne è il fatto che nel vademecum in materia fiscale dell’esecutivo si ritrovano molte delle istanze suggerite dallo stesso Visco e presenti nello studio realizzato dall’Associazione Nuova Economia Nuova Società Nens.

PIANO ENTI EVASIONE
Al primo posto nel cosiddetto piano anti evasione del Centro studi Nens figura lo scontrino telematico, che proprio Visco otto anni fa aveva iniziato a valutare come possibile strumento. In quell’occasione il risultato fu un aumento del gettito Iva del 10%, ma due anni dopo Il ministro Giulio Tremonti cassò la norma e quel gettito cessò; questo sempre secondo l’editorialista del quotidiano Repubblica e autore di una rubrica sul dorso economico del lunedì Affari&Finanza. Se l’attuale numero uno di piazza XX Settembre dovesse riuscire a rimettere in piedi quella norma, le prime stime relative al comparto del commercio parlano già di una riduzione dell’evasione di un miliardo e mezzo, con l’aumento della base imponibile dichiarata di quasi nove miliardi. A ciò si aggiunga la novità rappresentata dal pagamento con carta elettronica grazie al Pos, che metterebbe un freno all’evasione anche nel comparto dei servizi.

ZUPPA DI PORRO
Sul Giornale di ieri il vicedirettore Nicola Porro smonta le dichiarazioni rese al Sole 24 Ore dal comandante generale delle Fiamme Gialle, Saverio Capolupo, secondo cui non occorrono blitz ma lotta mirata all’evasione. E si chiede allora che ruolo abbia svolto proprio la Gdf nelle operazioni in Toscana e Liguria. Passando per il controsenso rappresentato dalla soddisfazione di Attilio Befera, che pochi giorni fa ha rivendicato la bontà di quei blitz a cui Porro fa riferimento in relazione alla controanalisi di Capolupo.

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