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L’Onu è indispensabile ma deve fare di più. L’intervento di Frattini a Wimun

L’Onu è forse l’organizzazione che gode di peggiore stampa al mondo: nella quasi totalità delle occasioni in cui i mezzi di informazione si occupano delle Nazioni Unite, questo avviene per denunciare scandali, inefficienze e storture. Contro l’Onu esiste una fiorente pubblicistica: forti riserve sull’efficacia e persino sulla sensatezza dell’Onu sono espresse in più di un’area politica L’Onu, direi, subisce all’ennesima potenza il danno subito dalla montante sfiducia nelle istituzioni (opinioni pubbliche già esasperate coi propri governi locali cosa potranno pensare di un’istituzione considerata lontana?).

Diciamo la verità: le Nazioni Unite non hanno fatto tutto quello che potevano per evitare di meritarsi questa fama. Ed il problema non sono i casi eclatanti, che è ingeneroso non ricordare essere stati circoscritti; è altrettanto ingeneroso pretendere di giudicare l’universale partendo dal particolare; il problema è di sistema.

Oggi l’Onu è largamente percepita come un’entità che, semplicemente, non è in grado di assolvere al compito che si è data. Oggi l’Onu è largamente percepita come un’organizzazione inconcludente, elefantiaca, irresoluta. Oggi l’Onu è largamente percepito come un consesso di distinti funzionari che passano le settimane tra un proclama e l’altro finché qualcuno non mette il veto su qualcosa e si ricomincia daccapo. Può piacere o non piacere, ma è così.

Se il pregiudizio non è infondato, gravi sono però le conseguenze. Considerare l’Onu una sorta di equivoco della storia equivale a non averne capito la portata, le potenzialità, la capacità di incidere. Immaginare che un mondo senza Onu sia non solo possibile, ma addirittura auspicabile equivale ad avere una visione della politica globale più che miope. Banalmente, pensare che il mondo di oggi debba fare a meno dell’Onu equivale a ritenere che si potrebbero abolire il motore a scoppio o la penicillina.

Ora, nonostante il quadro possa sembrare pessimista, c’è un elemento che ribalta le prospettive ed induce a ben sperare. I settori di popolazione sfiduciata nei confronti dell’Onu tendono ad avere una cosa in comune: l’appartenenza a fasce anziane della popolazione. Tra i giovani, invece, i rapporti di forza si ribaltano e ad essere maggioritarie sono invece la fiducia e la convinzione che le Nazioni Unite siano tutt’altro che una istituzione inutile o superata.

E la più straordinaria dimostrazione di quanto detto non può che essere l’appuntamento che ci ha portato qui. Wimun 2014, la più grande simulazione internazionale organizzata dalla Federazione delle Associazioni delle Nazioni Unite (WFUNA) in collaborazione con la Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (SIOI), si aprirà lunedì 30 a Roma nel Palazzo della FAO. Un’intera settimana di lavori in plenaria e commissioni in cui centinaia di ragazzi provenienti da tutto il mondo proveranno a fare i grandi rappresentando un Paese all’interno di una “finta” Assemblea Generale. Gioco per modo di dire, dal momento che i ragazzi – tra i 16 ed i 30 anni – si troveranno a dibattere e a raggiungere posizioni comuni su temi di alta attualità: dal disarmo al traffico illecito di armi, dagli obiettivi del millennio alla parità di genere e tolleranza religiosa.

Il credito che i giovani dimostrano di accordare all’Onu, tuttavia, non è a fondo perduto. Se si vuole evitare che i fiduciosi di oggi diventino strada facendo i disamorati di domani, bisogna dimostrare loro con i fatti che l’azione dell’Onu c’è e si tocca. Così come bisogna dimostrare coraggio e determinazione nel voler portare avanti una riforma da troppo tempo ventilata, ma purtroppo mai compiuta.

Diventa dunque superfluo sottolineare quanto importante sia la sfida dei prossimi anni per le Nazioni Unite così come per il nostro continente. In ballo non ci sono solo gli obiettivi di politica internazionale o le risoluzioni delle crisi; in ballo c’è la riaffermazione e il rafforzamento del ruolo e del senso stesso delle Nazioni Unite. La responsabilità di fare sì che i fiduciosi di oggi lo siano anche domani è interamente nelle mani dell’Onu e delle donne e uomini con volontà, visione e passione. Come lo sono i nostri ragazzi. E’ anche una grande opportunità che è vietato sprecare.

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