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L’Europa sostiene la Tap ma i nimby localistici la contrastano

Se l’Italia è quella emersa nei veti e nelle polemiche sul gasdotto Trans Adriatic Pipeline, sostengono i meno ottimisti, le tante riforme annunciate da Matteo Renzi rimarranno con molta probabilità solo sulla carta. La vicenda dell’infrastruttura che dovrebbe portare in Italia ed Europa il gas azero si configura infatti sempre più come un caso paradigmatico dei tanti problemi che imbrigliano il Paese.

IL FINANZIAMENTO DELLA BERS

È di pochi giorni fa la notizia che la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo finanzierà con 600-700 milioni la Tap, che collegherà il confine turco-greco alla Penisola con una capacità iniziale di 10 miliardi di metri cubi annui.
Il finanziamento – ha spiegato il direttore generale per l’energia della banca, Riccardo Puliti – sarà garantito da circa 200 milioni dal bilancio Bers e per il rimanente dagli istituti consorziati.

LE POLEMICHE

Ciò non è servito a ridimensionare le polemiche che attraversano la Puglia, dove si accusa Tap, che ora conta sulla consulenza della agenzia barese Proforma, di voler “comprare il consenso” dei cittadini. In provincia di Lecce, punto di approdo dell’infrastruttura, la politica locale e il comitato no Tap sono in subbuglio per la sponsorizzazione da parte del consorzio di alcune feste patronali, come quella dei Santi Pietro e Paolo di Galatina o più recentemente di Santa Domenica a Scorrano. A “capeggiare” la protesta c’è il consigliere regionale democratico Sergio Blasi, ex sindaco di Melpignano e “padre” della Notte della Taranta.

L’APPELLO DI RUSSO

Il tempo perso dall’Italia, però, potrebbe costare caro. La Penisola rischia di essere esclusa dal tracciato del gasdotto Tap “per sue mancanze interne e di coordinamento“. Un’ipotesi che prende sempre più corpo, con il consorzio che valuta l’alternativa croata a pochi giorni dall’arrivo in Italia del presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev, che il 14 luglio prossimo incontrerà il premier Renzi per discutere anche questa questione. È l’allarme lanciato da Giampaolo Russo, numero uno di Tap Italia, in un suo intervento al seminario “Verso il G7 Energia” tenuto il 5 maggio scorso nella sede romana del Centro Studi Americani. Il country manager interverrà oggi nella Capitale durante il Nimby forum, che riproporrà il tema di come sbloccare il Paese dalle briglie della burocrazia e dei veti localistici.

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