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La guerra dei media contro Israele

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class Editori pubblichiamo il commento di Pierluigi Magnaschi, già direttore dell’Ansa, ora direttore dei quotidiani Italia Oggi e MF/Milano Finanza.

Quando scoppia una guerra fra due paesi, spesso le colpe sono di tutti. Ma, quasi sempre, c’è un paese che ha più colpe dell’altro. E capire chi ha meno colpa significa anche valutare politicamente la natura del conflitto. Da questo punto di vista, però, i media italiani non contribuiscono certo a far chiarezza. Anzi, spesso, intorbidiscono le acque. Basta una parola, ad esempio, per confondere tutto. Dai tg italiani si sente ogni giorno che Hamas ha lanciato dei «razzi» dalla Striscia di Gaza su Israele.

Se le parole italiane hanno ancora un significato, i «razzi» sono delle simpatiche quisquiglie che si sparano in occasione di una festività patronale per stupire gli spiriti semplici con botti fragorosi ma anche inoffensivi e una cascata di luci policrome nel blu delle notti profonde. Quelli lanciati dalla Striscia di Gaza non sono quindi dei «razzi» ma dei «missili» veri e propri. Per di più, a lunga gittata (essi sono arrivati, per la prima volta, fino a Tel Aviv) e sono armati di testate esplosive concepite per uccidere e distruggere.

Hamas, con i suoi missili, si sta proponendo addirittura di distruggere la centrale nucleare israeliana di Dimona (che, se colpita, provocherebbe effetti collaterali impressionanti). Su questa centrale, Hamas, in sole 24 ore, ha sparato ben sette missili. Per fortuna questi ultimi sono stati intercettati e distrutti in volo dal sistema antimissili israeliano. Non hanno quindi provocato problemi di disseminazione nucleare (Chernobyl dice qualcosa?), non perché Hamas non si ponesse questo obiettivo, ma solo perché il sistema antimissilistico israeliano, questa volta, ha funzionato.

Un grande (e moderato) quotidiano italiano ha scritto ieri, nel suo fondo, che questi scontri sono stati fatti divampare dal «sequestro e uccisione di tre studenti israeliani cui ha fatto da contraltare l’orrendo assassinio di un adolescente palestinese». Avendo definito «orrendo» (il che è verissimo) «l’assassinio dell’adolescente palestinese» come mai è senza qualificazione la precedente «uccisione di tre studenti israeliani»? Senza contare che gli israeliani hanno già arrestato i cinque israeliani che si presume abbiano ucciso il giovane palestinese mentre l’autorità palestinese non ha mosso un dito per individuare i «non obbrobriosi» assassini dei tre giovani israeliani.

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