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Così Alfano prova a incalzare Renzi per non essere offuscato dal Pd

Un progetto ambizioso di riforme nel fisco, nella giustizia, nelle istituzioni. Per rilanciare un centro-destra moderno e ricostruire su campagne concrete una coalizione moderata frantumata e litigiosa.

Le ragioni dell’iniziativa

È l’orizzonte delle tre proposte di legge di iniziativa popolare su cui NCD si appresta a raccogliere le 50mila firme necessarie. Rivolgendosi all’opinione pubblica, la formazione guidata da Angelino Alfano tenta di marcare la propria identità soprattutto nei confronti del governo di Matteo Renzi, verso cui è apparsa fin troppo appiattita.

Un fisco leggero per imprese e famiglie

La prima proposta riguarda una profonda revisione del regime fiscale “orientata alla crescita, all’equità, alla tutela della famiglia”. Recepisce le linee-guida della legge delega di riforma tributaria approvata dal Parlamento e promossa dal parlamentare di Forza Italia Daniele Capezzone.

E dal presidente della Commissione Finanze di Montecitorio, nonché dal suo collega liberale Antonio Martino, mutua il progetto di un’aliquota unica al 20 per cento sui redditi da lavoro e da pensione delle persone fisiche.

Ricetta ritenuta essenziale per favorire lo sviluppo produttivo, l’emersione del mercato sommerso, l’aumento del gettito.

Allargare l’area a tasse zero

Altro pilastro del programma fiscale di NCD è una “No tax area” fissata a 7mila euro per tutti i tipi di reddito. Benefici che verrebbero calibrati sulle esigenze dei nuclei familiari: sgravio di 4.500 euro per il primo familiare a carico, di 3mila per il secondo, di 2mila euro per il terzo.

Le coperture finanziarie

Per realizzare la riduzione del peso fiscale e garantire la tenuta dei conti pubblici e il pareggio di bilancio, il Nuovo Centro-destra prevede la soppressione della selva di agevolazioni tributarie – pari a 104 miliardi di euro e inique nella loro ripartizione – e la compartecipazione, da parte dei ceti sociali benestanti, al costo per la fornitura dei servizi pubblici individuali e per le prestazioni in denaro di carattere assistenziale.

Una mancanza eloquente 

Se la filosofia ispiratrice dell’iniziativa accomuna i “fratelli-nemici” di FI e NCD, un punto significativo potrebbe allontanare la ricomposizione della galassia moderata. Nel progetto legislativo manca infatti il riferimento ai tagli della tassazione sulla casa, sui capannoni industriali, sugli immobili a uso agricolo.

Un prelievo che ha registrato tra il 2011 e il 2014 un incremento del 200 per cento. E che è al centro delle polemiche avanzate dagli “azzurri” all’operato dell’esecutivo.

Appare singolare il silenzio su un tema così impopolare da parte del partito del capo del Viminale, che a lungo si è accreditato come “la sentinella anti-tasse” nel governo.

I principi di una giustizia umana

Ancora più stridenti le contraddizioni che emergono nel progetto di riforma del pianeta giustizia. La proposta legislativa di NCD ricalca il testo di revisione costituzionale messo a punto nel 2011 dall’allora Guardasigilli Alfano.

E i cui principi-guida erano la parità fra accusa e difesa, il ruolo terzo e imparziale del giudice, una regolamentazione parlamentare dell’azione penale, la responsabilizzazione dell’attività giurisdizionale anche nel terreno civile, il freno allo strapotere delle correnti togate e alle tendenze corporative del Consiglio superiore della magistratura.

Una riforma radicale del CSM

È l’applicazione di tali linee-guida che mette in luce una dicotomia rispetto al programma presentato dal governo con la piena adesione del Nuovo Centro-destra.

Il cui piano prospetta la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. Prefigura la creazione di due CSM privi di indirizzo politico: uno per la magistratura giudicante, l’altro per quella requirente.

Organismi composti per metà da membri eletti dal Parlamento in seduta comune – tra loro è nominato il vice-presidente – e per l’altra metà da toghe scelte previo sorteggio degli eleggibili.

Una Corte di disciplina esterna

Il giudizio disciplinare sui comportamenti illeciti dei magistrati è affidato a una Corte di disciplina esterna, articolata in due sezioni – per i giudici e per i pm – e costituita con le stesse procedure previste per Palazzo dei Marescialli.

Norme innovative sull’azione penale

Le modalità di utilizzo della polizia giudiziaria e i criteri per esercitare l’azione penale obbligatoria – la cui intangibilità è ritenuta un tabù dall’Associazione nazionale magistrati e dai fautori di una visione giacobino-giustizialista – sono regolati da precise norme di legge.

Una piena responsabilità civile

Potenzialmente dirompente e coerente con il responso del referendum radicale del 1987 è la proposta di equiparare i magistrati agli altri funzionari dello Stato nel campo della responsabilità civile. È prospettata la possibilità di un risarcimento diretto a favore delle vittime di ingiustizia a causa di colpa grave, azione intenzionale, manifesta violazione del diritto ad opera del giudice.

Il Quirinale come l’Eliseo?

Il punto di incontro più plausibile per la ricomposizione e rilancio di un centro-destra unitario, come riconosciuto dalla politologa Sofia Ventura, si ritrova nel terzo progetto legislativo popolare. Fondato sull’elezione diretta del Presidente della Repubblica per rendere “trasparente e governante la nostra democrazia”.

Nel testo non si parla apertamente di Capo dello Stato investito della responsabilità del governo, ma il contenuto richiama la Costituzione della V Repubblica francese che nel corso degli anni ha prodotto un modello semi-presidenziale.

Una singolare eccezione

L’unico elemento che il Nuovo Centro-destra non fa proprio dell’esperienza d’Oltralpe concerne il meccanismo elettorale maggioritario uninominale a doppio turno, che a Parigi accomuna Presidente e parlamentari. Le regole restano quelle proporzionali con premio di governabilità e soglie di sbarramento condensate nell’Italicum.

Regole rigorose su conflitti di interesse e finanziamenti

Per aspirare alle cariche pubbliche-elettive è prevista una disciplina stringente su ineleggibilità e incompatibilità allo scopo di impedire conflitti di interessi. Finanziamenti elettorali e partecipazione a trasmissioni televisive sono regolati dalla legge.

Contrappesi parlamentari

Nella cornice del superamento del bicameralismo perfetto, NCD vuole fissare le prerogative del singolo parlamentare, i poteri del governo e della maggioranza, i diritti dell’opposizione e delle minoranze.

E, come ulteriore garanzia di equilibrio, stabilisce che un quarto dei componenti della Camera dei deputati può sollevare la questione di legittimità costituzionale delle leggi davanti alla Consulta.

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