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La Dolce Vita dei capi di Hamas

Chi vede le foto di Gaza può rendersi conto che la maggior parte della popolazione vive nella povertà assoluta. Il 90% degli abitanti non hanno possibilità economica di pagare alimenti e servizi e il 65% è disoccupato. Secondo la Banca Mondiale la Striscia di Gaza è il terzo “Paese” arabo più povero dopo il Sudan e lo Yemen, anche questi colpiti da conflitti etnici e religiosi. Nel suo blog, l’attivista palestinese Raji Surani spiega che “la vita qui a Gaza è diventata catastrofica dal 2007”, quando cominciò il cerchio israeliano nella zona sotto controllo di Hamas.

IL LUSSO DI HAMAS

Poche immagini però mostrano il lusso nel quale vivono i leader di Hamas, l’organizzazione terroristica palestinese. Uno dei capi, Khaled Meshaal, politico che appartiene alla fazione siriana dell’organizzazione, ha visto colpita la sua popolarità proprio per questo: i militanti non tollerano più il lusso nel quale vive e si chiedono da dove provengono i soldi con i quali si è arricchito negli ultimi anni.

LE OPERAZIONI DI HANIYEH

Lo scontento dei palestinesi e del mondo arabo in generale è in aumento. La rivista egiziana Rose al-Yusuf ha denunciato che l’ex primo ministro Ismail Haniyeh, nato nel campo profughi di Shaty, ha pagato quattro milioni di dollari per una casa di 2500 metri quadri a Rimal, un quartiere di lusso sul mare a Gaza City. Per non dare nell’occhio le operazioni sono state fatte da un’altra persona di famiglia. Un altro suo figlio, invece, è stato fermato a Rafah con una valigia contenente un milione di dollari in contanti.

I SOLDI EGIZIANI

Un altro fondatore di Hamas che non si risparmia quando si tratta del suo stile di vita è Ayman Taha. Nel 2011 è riuscito a comprare una villa di tre piani in centro a Gaza per 700mila dollari. I tunnel da Gaza a Israele e le mediazioni con il governo egiziano di Mohamed Morsi sono state decisive per guadagnare queste somme.

LA STAMPA ARABA

Ora che gli israeliani hanno dato il via ad un’operazione di terra (partita ieri per chiudere alcuni tunnel) i palestinesi sono più indignati e lanciano critiche pesanti ai leader di Hamas attraverso i media arabi. Le accuse sul benessere in cui vivono, mentre a Gaza si muore di fame, arrivano non solo dai rivali storici ma anche da antichi alleati nella resistenza: l’Arabia Saudita, l’Egitto di Al-Sisi e i Fratelli musulmani.

LA RABBIA DELLA STAMPA EGIZIANA

La stampa ha fatto luce sulle condizioni in cui vive la leadership di Hamas. E così un giornalista egiziano sostenitore dei Fratelli Musulmani ha insistito che le forze armate in Egitto hanno problemi interni a cui fare fronte e non possono accogliere la loro richiesta di aiuto. La liberazione di Gerusalemme non è tra le priorità. Stessi commenti sono stati pubblicati dai principali media siriani.

GLI ALBERGHI DI LUSSO IN QATAR

“Uscite dal vostro albergo in Qatar e venite a combattere a Gaza”, ha scritto l’editorialista egiziano Jaled Mash´al. E ha aggiunto: “Dove è lo spirito eroico? Uscite dagli alberghi a Doha dove tanto avete goduto e scendete nel campo di battaglia a lottare contro il nemico sionista che uccide i frutti dei nostri alberi… Non moriremo di fame mentre voi assaggiate le delizie dei tavoli a Doha”. (Nella foto sotto uno dei capi di Hamas prende il sole in piscina in un albergo di lusso in Qatar).

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PERDITÀ DELLA LEGITTIMITÀ

In un articolo intitolato “Gaza non è Hamas” pubblicato dal quotidiano Al-Gumhouriyya, l’analista Nagla Al-Sayyid spiega che Hamas sta perdendo la sua legittimità perché negozia con il sangue dei palestinesi e approfitta degli aiuti finanziari che raccoglie per promuovere interessi politici ed ideologici: “Che terribile è vedere bambini, donne e persone anziane vittime del nemico sionista che compie crimini contro l’umanità… Hamas ha danneggiato la causa palestinese e ha dimostrato essere un movimento di imbecilli e fallito”.

STRUMENTO DI ODIO

Sul sito Elaph.com, lo scrittore e giornalista egiziano Kamal Gabriel compara Hamas ad Hitler, dicendo che ha creato danni alla causa del popolo palestinese, ferendolo più di Israele: “È un fatto tragico quando un dittatore o una banda di delinquenti si fa carico di un popolo e lo fa diventare ostaggio e strumento. Hitler in Germania e Saddam Hussein in Irak l’hanno fatto in passato; Hezbollah in Libano e Hamas a Gaza lo fanno ora. I “Fratelli distruttivi” (Fratelli Musulmani, ndr) ci sono quasi riusciti in Egitto”.

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