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Vi spiego perché la tragedia Malaysia Airlines ridimensiona Putin. Parla il prof. Darnis

L’abbattimento dell’aereo passeggeri della Malaysia Airlines nell’est dell’Ucraina potrebbe essere un elemento risolutivo per la crisi di Kiev.

A crederlo è Jean-Pierre Darnis, vice direttore dell’area Sicurezza e Difesa dell’Istituto Affari Internazionali e professore associato all’Università di Nizza, che in una conversazione con Formiche.net spiega perché la tragedia del Boeing precipitato potrebbe isolare i ribelli filorussi e costringere la Russia di Putin a fare un passo indietro rispetto al suo protagonismo politico nella regione.

Professore, perché i sospetti sull’abbattimento del volo si sono concentrati sin da subito sui ribelli filorussi?
La logica e le fonti, sia per ragioni militari sia politiche, porterebbero lì. Kiev dispone di velivoli da combattimento, mentre i separatisti hanno come strumento di difesa la contraerea. L’abbattimento del volo, però, in quanto civile, costituisce un grave errore non solo tecnico, ma anche politico, che potrebbe segnare la vera svolta del conflitto.

Perché diventa un fatto politico?
Ovviamente è un’analisi fatta con gli elementi a disposizione in questo momento, quindi suscettibile di variazioni. È un fatto politico in primo luogo perché dimostra in termini pratici il sostegno tecnologico di Mosca ai separatisti, che altrimenti non avrebbero mai potuto avere a disposizione mezzi di tale pericolosità. Poi, il tragico errore, rappresenta potenzialmente una battuta di arresto per Putin, che visto il coinvolgimento di vittime civili dovrà giocoforza allentare se non tagliare in modo netto il suo sostegno ai ribelli.

Quali ripercussioni potrebbe avere questo cambio di strategia di Putin?
Potrebbe avere da un lato un riflesso sulla crisi ucraina, perché senza il sostegno russo non sarà difficile per Kiev riprendere il controllo dell’est del Paese e forse anche della Crimea. Dall’altro, se non ben governato, potrebbe costituire anche un problema di politica interna per Putin, che dopo aver fatto leva in modo esasperato sul nazionalismo russo in tutti questi mesi, rischia ora di ritornare a casa con una sconfitta. Se a Kiev sono abbastanza avveduti da utilizzare la situazione per condurre una politica maggiormente attenta alla minoranza russofona, allora il presidente russo potrebbe uscirne fortemente indebolito.

Quali gli effetti sul piano continentale invece?
Il fatto che si trattasse di un volo civile, pieno di cittadini occidentali per giunta, costringerà anche i governi finora più dialoganti con la Russia, come quello italiano, ad assumere una posizione più forte nei confronti di quanto accade in Ucraina. Contribuirà invece a rafforzare la posizione dei governi più scettici nei confronti di Mosca come i Paesi baltici, che hanno premuto per inasprire le sanzioni contro la Russia. Tutti i governi si sentiranno in dovere di rendere conto della tragedia all’opinione pubblica, mettendo spalle al muro il Cremlino, che sarà dunque costretto a condannare l’incidente, usando i ribelli come capro espiatorio.

È per questo che Putin ha immediatamente telefonato a Obama dopo l’incidente?
Il presidente russo ha immediatamente rassicurato gli Usa di non essere responsabile dell’abbattimento dell’aereo, scongiurando il rischio di una pericolosa escalation. Detto ciò gli americani tengono quel teatro sotto controllo con strumenti tecnologici avanzatissimi, che avranno già identificato il punto preciso da cui il missile è partito e quindi chi sono i responsabili. Tuttavia ritengo che questa informazione verrà tenuta privata per il momento, perché rappresenta un’arma di forte potere negoziale. Ma qualcosa potrebbe trapelare nelle prossime ore.

Quanto accaduto rappresenta una vittoria politica per Barack Obama, che ha finora sposato una strategia attendista?
Credo che in questa occasione Obama debba ringraziare solo il caso. Ma non c’è nulla di anomalo, è accaduto molto spesso nella Storia che un errore abbia condizionato la politica. Questo fa parte del gioco, ma può cambiare il corso degli eventi.

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