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Cosa cambia in Rai con la riforma Gubitosi

Piano “15 dicembre”. Sono passati 35 anni dal giorno in cui nacquero all’interno del servizio pubblico radiotelevisivo il Tgr e il Tg3 completando così l’assetto delle testate Rai. Ma per direttore generale Luigi Gubitosi nonostante il cambiamento mediatico epocale l’azienda è rimasta ferma al quel modello “in uno schema senza concorrenza e con il Web inesistente”.

PIANO 15 DICEMBRE
La rivoluzione di Viale Mazzini condotta da Gubitosi e anticipata da ‘l’Espresso‘ in edicola venerdì riguarda la riorganizzazione dell’area editoriale e prevede due super-redazioni per l’informazione Rai, meno direttori di Tg, meno poltrone, ma più sinergie. Una Rai modello Bbc quella contenuta nel piano del direttore generale che per la sua riuscita si è detto pronto a tutto: se il piano venisse bloccato, “dovrò prenderne atto”, ha detto il Dg al settimanale, il quale ha aggiunto che il piano sta già scatenando tensioni in viale Mazzini.

DUE FASI
La rivoluzione di viale Mazzini avverrà in due fasi: “La prima si dovrà realizzare tra il 2015 e il 2016. Prevede la nascita di due newsroom. La numero 1 sarà composta dall’accorpamento di Tg1, Tg2 più Rai Parlamento. La 2 sarà formata da Tg3 più Rai News più Tgr e Ciss, meteo e Web. Newsroom 1 sarà generalista e avrà anche un canale istituzionale. Newsroom 2 porterà un’evoluzione dell’all news integrando offerta nazionale, internazionale e locale. Con Newsroom 2 otteniamo un risparmio immediato. Rai News che doveva sostituire la sua digitalizzazione di prima generazione, ora potrà usare quella di ultima di Rai Tre senza costi aggiuntivi. L’ obiettivo è sfruttare i punti di forza che abbiamo utilizzando un unico standard produttivo. Saranno due grandi accorpamenti ma apparentemente non cambierà nulla”, ha spiegato Gubitosi.

COSA CAMBIA
Nessuno stravolgimento sarà intuito però dai telespettatori. “Chi guarda il Tg1 delle 20 continuerà a vedere il logo e i conduttori abituali che sono caratterizzanti. Così il Tg2. Ma le due redazioni saranno state unificate. A differenziare l’offerta saranno i vice direttori, i coordinatori di impaginazione ed editoriali e i conduttori, tutti dissimili da una testata all’ altro”, ha spiegato Gubitosi.
Oltre alla riorganizzazione delle testate per la riuscita del piano Gubitosi auspica “la condivisione a livello giornalistico, tecnico e sindacale. Anche perché bisognerà rivedere una serie di figure professionali”.

LE RIVENDICAZIONI DELLA VIGILANZA RAI
Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in Vigilanza Rai, apprese dalla stampa le anticipazioni del piano di accorpamento delle testate giornalistiche, ha invitato il direttore generale Gubitosi ad “illustrare quanto prima il piano di riorganizzazione dell’ informazione Rai in commissione di Vigilanza, in quanto sede istituzionale naturale per trattare di informazione”.

LA VERA INTENZIONE DI GUBITOSI SECONDO USIGRAI
Ma le anticipazioni alla stampa della riforma dell’azienda di viale Mazzini hanno suscitato anche le critiche dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai. “Partiamo decisamente col piede sbagliato – afferma l’ esecutivo dell’Usigrai -. A poche ore dalla presentazione al CdA e ai sindacati, il Direttore generale anticipa le linee guida di riforma a un settimanale, che ne rilancia i contenuti. Pessimo modo di intendere le relazioni sindacali. E anche il ruolo dei consiglieri di amministrazione. Il timore è che questo riveli la vera intenzione del Dg: una operazione di immagine e nient’altro”.

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