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L’ONU interviene per fermare Israele? Meglio tardi che mai

Inutile dirlo, il diritto all’autodifesa non può essere interpretato come la libertà di fare ogni cosa. L’omicidio di massa di innocenti: donne, adolescenti, bambini, anziani e uomini non armati, è un crimine contro l’umanità e un crimine di guerra.

Israele ha abusato della propria forza, della sua superiorità militare, forte del consenso che ha negli USA e nell’UE. E nessuno vuole difendere Hamas, che come noto non ha alcuna remora a sacrificare i propri cittadini.

Unicef ha riportato che nel conflitto di Gaza, Israele ha ucciso 121 bambini, e che il numero provvisorio delle vittime supera le 700 unità.

Non è antisemitismo condannare la violenza. Non è antisemitismo ricordare ad Israele che non si uccidono bambini e donne, uomini inermi e anziani. Non è antisemitismo ricordare a Israele che non è sufficiente lanciare annunci sulle case dicendo: “andatevene o morirete” per poi ritenersi non responsabili della morte di centinaia di innocenti.

Israele ha la sua storia, tragica, che tutti rispettiamo. Ma questo non può significare la sordità presente alle grida di orrore e paura, di morte e distruzione che si levano da Gaza. Non meno di quello che sta accadendo in Siria da anni.

Il sangue è sangue, non c’è distinzione. E che oggi sia Israele a compiere questa mattanza non può indurci ad essere più tolleranti. Serve una forte e ferma condanna da parte dell’occidente. Non ci sarebbe più alcuna legittimità né futura credibilità, se tacessimo di fronte a questo orrore. La giustizia è tale, sempre e per tutti, anzi, per chi appartiene al cosiddetto primo mondo, questo è un imperativo categorico.

In Europa, come al solito, le risposte politiche stentano ad arrivare. Solo la Gran Bretagna si è esposta in modo deciso, con gli interventi dei laburisti di Ed Miliband. Non deve esserci timidezza nell’esigere il rispetto dei diritti umani, della proporzionalità della reazione.

Hamas deve essere combattuta in altro modo. Ogni forma di estremismo e di terrorismo deve essere fortemente condannata e combattuta, ma non reagendo con le stesse armi, stesse tattiche e procedure.

Non è ammissibile, se vogliamo essere democratici e giusti. Non all’occorrenza: ma sempre, per affermare il supremo valore della vita, di tutti.

Pace a Gaza, Pace in Israele. Pace nel Mondo. La nostra speranza.

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