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Presidente, i ciarlatani stanno sfregiando la Costituzione

Una consistente truppa di parlamentari delle opposizioni e di dissidenti di PD e FI è stata costretta a scendere in piazza, per protestare contro la decisione dell’ufficio di presidenza del Senato di stringere al massimo i tempi della discussione a Palazzo Madama sulla riforma della Camera Alta. Ha sperato di poter essere ricevuta da Napolitano al Quirinale, ma si è dovuta accontentare di un colloquio formale con il segretario generale della presidenza della Repubblica. Vergogna immane, la bozza di riforma presentata dalla “illuminatissima costituzionalista” Boschi, neo ministro per le riforme. I contestatori vogliono fa sentire la loro voce, e noi con loro, affinchè Napolitano, garante della Costituzione, recepisca il dramma che si sta consumando sulla riforma del Senato. Almeno si spera!
Stanno sfregiando la Costituzione, e di conseguenza la nostra democrazia parlamentare rappresentativa, nata nel 1948. Non si stanno concretizzando modelli riformatori per meglio far funzionare il sistema democratico in Italia, ma si stanno ponendo in essere disegni oscuri, ideati da qualche ciarlatano, assurto improvvisamente a mentore costituzionale. Le bozze che circolano dicono chiaramente, senza tema di smentita, che il sistema delle autonomie, delle Regioni, dello Stato verrebbe stravolto pericolosamente, dando vita a forme striscianti di governo autoritario. Tutto questo non è consentito, a maggior ragione se a porvi mano sono quegli stessi esponenti del Parlamento figli del “porcellum”, considerati abusivi e fuori legge,così come sancito in maniera inequivocabile dall’Alta Corte. Allora, Presidente Napolitano, smetta la casacca di uomo di parte e indossi quella di Presidente della Repubblica, solo così si può recuperare rispetto, dopo i disastri avvenuti dopo la sua riconferma. Seconda elezione, che nessun altro prima è riuscito ad ottenere. Eppure non erano uomini meno prestigiosi. Si distinguevano soprattutto per la limpida fedeltà alla Costituzione e alle Istituzioni, tanto che non osavano interferire coi lavori del Parlamento. Riuscivano a stare con severità nel proprio legittimo spazio e non si azzardavano a definire i rappresentanti del popolo, senza vincolo di mandato, “ribelli”, anche perchè in Parlamento non esistono ribelli, ma al limite dissidenti.

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