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Un paio di consigli non richiesti ad Angelino Alfano

La prima lettura della Liturgia della parola nella messa di domenica era tratta dal primo Libro dei Re. Si racconta che il Signore appare a Salomone, il quale, preoccupato per i doveri del regno e dubbioso della sua capacità di farvi fronte, si rivolge a Dio con queste parole: ‘’Io sono solo un ragazzo, non so come regolarmi (omissis). Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male’’. Chissà se Pier Matteo Renzi è andato a messa domenica ed ha ascoltato con attenzione la predica?

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Continua alla Camera il metodico smantellamento della riforma delle pensioni Monti-Fornero. Nel provvedimento di conversione del decreto Madia, la Commissione Affari costituzionali, in sede referente, ha inserito un emendamento a favore degli insegnanti che hanno raggiunto quota 96. Tale emendamento consiste in una sostanziale settima salvaguardia impropria, poiché questi lavoratori potranno andare in quiescenza con le regole previgenti la riforma pur non essendo esodati, ma stabilmente occupati. Un altro emendamento ha abolito, fino al 2017, la penalizzazione economica per coloro che scelgono il trattamento anticipato, prima dei 62 anni,  avvalendosi solo del requisito contributivo previsto. Questo è un primo passo verso il ripristino del pensionamento di anzianità. La Commissione poi ha reso ancor più discriminatorio il testo nei confronti dei pensionati a cui viene preclusa ogni possibilità di ricoprire incarichi nella pubblica amministrazione in palese violazione di quanto sancito dall’art. 51 Cost. ed ha introdotto una norma che consente di ‘’rottamare’’ i dirigenti, i medici, i professori universitari e i magistrati, obbligandoli, a discrezione delle amministrazioni di appartenenza, al trattamento anticipato e  disconoscendo loro il diritto di raggiungere i limiti del pensionamento di vecchiaia.

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Smettiamola di lamentarci per la condizione dei giovani. Sta cambiando il paradigma. Non tocca più ai c.d. insiders di portare avanti politiche inclusive per le giovani generazioni. Per anni ci siamo interrogati sulla società che invecchia, sull’età dell’elettore mediano, sul rischio che i trend demografici non favoriscano le riforme e non agevolino l’inclusione sociale.  Questa analisi va rimessa a punto. Gli outsiders hanno preso un’altra strada: quella che porta direttamente al potere. Poiché non ci sono risorse sufficienti per tutti, dobbiamo aspettarci politiche punitive per gli anziani, a partire dalle pensioni. Occorre rovesciare l’analisi: saranno i giovani a dare le carte nei prossimi anni. E a muovere all’assalto dei diritti acquisiti. Come nei modelli canonici della lotta di classe che ora si svolgerà  tra le nuove generazioni contro quelle vecchie.

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Angelino Alfano si è rifatto vivo all’Assemblea Nazionale del Ncd. Nel suo intervento, il leader del partito  ha innalzato una cortina – speriamo insormontabile – nei confronti della Lega e di Fratelli d’Italia. Con loro il discorso è chiuso. Diverso l’atteggiamento nei confronti di Forza Italia, un partito con cui è possibile un percorso comune all’interno del PPE. Ma se lo scenario è questo che senso ha votare una legge elettorale che incentiva il bipolarismo? In tale contesto al Ncd non basta guadagnarsi una soglia di accesso che gli consenta di avere un posto a tavola, forzatamente in una coalizione di centro destra. Se è coerente con la prospettiva politica che intende perseguire (e soprattutto con quella che intende evitare) il Ncd deve lavorare per un meccanismo elettorale che favorisca una maggioranza ed un governo delle larghe intese (che è poi lo stesso interesse che dovrebbe avere Berlusconi). Ecco perché occorrerebbe andare al voto nella prossima primavera, con il Consultellum; un meccanismo in cui ogni partito mette a frutto la sua consistenza elettorale effettiva. Ovviamente vanno cestinati la riforma del Senato e l’Italicum.

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