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Gaza, ecco come si costruiscono le false campagne propagandistiche contro Israele

Dalle cloache più maleodoranti sono usciti di notte, come i ladri e i ‘’papponi’’, gli untorelli dell’antisemitismo a tracciare sui muri della Capitale svastiche naziste e minacce alla comunità ebraica. E’ un segnale pericoloso perché non è isolato. In Europa e in Italia. E soprattutto perché è solo la punta di un iceberg di un sentimento diffuso nell’opinione pubblica, grazie alla vergognosa campagna di disinformazione che viene effettuata a proposito del conflitto tra uno Stato democratico rappresentativo di una società ordinata e civile, da un lato, e Hamas, dall’altro, un movimento terrorista che vuole distruggere  Israele, anche a costo di mandare al macello donne e bambini palestinesi.

Una vicenda tanto complessa non può essere spiegata attraverso la cinica contabilità dei bambini uccisi da una parte e dall’altra. Come se le azioni militari israeliane fossero state promosse apposta per ammazzare i bambini palestinesi. Come se, ad avere ragione o torto, in una guerra, fosse la forza armata che uccide meno civili. Se deve essere questo bilancio a definire le ragioni di chi sta dalla parte giusta o da quella sbagliate, perché non riconoscere allora che, nella seconda guerra mondiale, furono uccisi tanti più bambini tedeschi che inglesi e americani?

La persecuzione del popolo ebraico, nel corso dei secoli, si è sempre servita di campagne propagandistiche false e disoneste, rivolte a costruire e ad alimentare il veleno dell’odio razziale, i pogrom, fino a superare, con la Shoah, il limite di ogni umana barbarie. Ma anche la Shoah non nasceva dal nulla, ma si iscriveva nella storia della discriminazione violenta verso un popolo (anzi nei confronti di popoli sparsi in ogni angolo d’Europa, uniti da una sola fede). Gli imbecilli che, con un pennello e un barattolo di vernice nera, lasciano i loro graffiti di una becera intolleranza su di un muro, possono diventare, senza neppure rendersene conto, la massa beota che assiste in silenzio al ripetersi di nuovi delitti contro l’umanità.

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La vertenza dell’Alitalia ricorda un film (per quei tempi premonitore, se non addirittura profetico) di Federico Fellini: ‘’Prova d’orchestra’’. Anzi, i sindacalisti del settore somigliano proprio ai personaggi di quel film (ricordate quel trucidone tronfio che afferma ‘’il sindacato so’ io’’?). Il fatto è che, in ‘’Prova d’orchestra’’, quando l’enorme palla di cemento (sbucata all’improvviso dal nulla) quasi demolisce una parete della sala in cui sono riuniti  (prima vi regnava il caos), tutti i musicisti, spaventati, capiscono l’antifona, si precipitano al loro posto, imbracciano lo strumento del proprio lavoro  e riprendono a suonare agli ordini del direttore. In Alitalia, purtroppo, sono disposti a lasciar crollare anche quei pochi  muri che sono ancora in piedi.

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I parlamentari centristi (Ncd, Udc, Popolari per l’Italia, Sc) sono invitati a confluire in un solo gruppo allo scopo di dare più consistenza – e maggiore capacità di influenza, rispetto al dilagare del premier – alle componenti diverse dal Pd nella maggioranza. I Comandi militari agiscono così anche nelle guerre. Quando alcune unità combattenti vengono decimate le raggruppano in una sola. Con i sopravvissuti.

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