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Ecco chi difende (e chi no) la Poggiani alla guida dell’Agenzia per l’Italia Digitale

Non ci sono solo sghignazzamenti all’estero per la nomina come nuovo direttore generale dell’Agenzia per l’Italia Digitale di Alessandra Poggiani, come sottolineato da Formiche.net, ma anche speranze, seppure in quadro di vigile attesa.

È quanto emerge ad esempio dalle parole di Andrea Di Maio, vice presidente e analista di Gartner Research, multinazionale americana dell’IT dove si occupa del settore pubblico, con particolare riferimento alle strategie di e-government e all’impatto della tecnologia sul futuro del governo.

BENVENUTA POGGIANI

“L’annuncio – spiega in un post pubblicato sul blog aziendale – è arrivato dopo la candidatura di oltre 150 persone a questo ruolo, lasciato vacante dopo le dimissioni di Agostino Ragosa. È la prima volta che in Italia una donna viene nominata per la posizione più alta nel settore dell’IT e il suo curriculum è molto incoraggiante. Ha vinto la competizione tra un gruppo di individui di alto calibro, tra cui Cio di multinazionali con un profilo globale, Ad di prestigiosi centri di ricerca, professionisti esperti che hanno coperto ruoli esecutivi nei governi precedenti, e alcuni consulenti di alto livello ed esperti del settore”.

LE PERPLESSITÀ ITALIANE

Proprio in Italia, invece, fioccano le perplessità, come dimostrano le lettere inviate a giornali come Italia Oggi (“Lavinia Mele scrive oggi: “Mi sono esercitata con il curriculum della neo direttrice dell’Agid, Alessandra Poggiani. In rete esistono una pluralità di suoi CV, un fatto che mi ha subito insospettita. Tutti con inesattezze e imprecisioni“) e alle voci di tanti esperti raccolte da questa testata in uno speciale in cui si chiedeva all’esecutivo di chiarire le questioni ritenute ancora controverse.

UNA SFIDA COMPLESSA

Di Maio preferisce invece soffermarsi sulle difficoltà che la Poggiani dovrà affrontare da domani “nonostante i suoi punti di forza e i risultati raggiunti finora“. Ci sono, spiega, “grandi aspettative sul governo Renzi” e per questo “Alessandra si trova ad affrontare una sfida incredibilmente difficile”, seppur in un “contesto favorevole”, che però potrebbe “non essere abbastanza” per consentirle di raggiungere i risultati attesi.

GLI ERRORI DA NON FARE

Il manager, che prima di entrare in Gartner ha lavorato anche per la Commissione europea, offre poi al neo Dg dei suggerimenti basati in larga parte sulla sua esperienza diretta, rivolgendo al governo un (pungente?) invito: non fare necessariamente ricorso ai tanti “esperti” esterni o presunti tali, perché nel panorama italiano non è scontato che chi sia fuori dal governo ne sappia di più.

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