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Tutte le nomine (e le mancate nomine) di Papa Francesco

La scorsa settimana il Papa ha nominato nuovi consultori per il Pontificio consiglio per la Promozione dell’Unità dei cristiani, il dicastero retto dal cardinale Kurt Koch (e prima da lui da Walter Kasper) che si occupa di ecumenismo, uno dei fronti su cui è maggiormente impegnato Francesco. Come dimostra, tra l’altro, la visita privata compiuta a Caserta (la seconda in tre giorni) all’amico Giovanni Traettino, pastore protestante attivo nel capoluogo di provincia campano.

LA NOMINA DI ENZO BIANCHI A CONSULTORE PER L’ECUMENISMO

Tra i nominati, ha fatto notizia il nome di Enzo Bianchi, priore della Comunità monastica di Bose, in Piemonte, e da decenni attivo nel campo del dialogo tra le fedi. Bianchi, impropriamente definito “Reverendo” dal Bollettino della Sala Stampa vaticana, era stato ricevuto poche settimane fa da Francesco, segno di stima da parte del Pontefice. Bianchi, interpellato in merito alla designazione quale consultore, ha spiegato a Vatican Insider che è in atto un cambiamento della funzione del Papato, e che ciò favorirà inevitabilmente i rapporti con gli ortodossi. E per ortodossi non s’intende certo Costantinopoli, con i cui vertici le relazioni sono eccellenti, come dimostrano i frequenti contatti con il patriarca Bartolomeo I, più volte incontrato da Francesco e prima di lui dai suoi predecessori.

PROVE D’INTESA CON GLI ORTODOSSI RUSSI

L’obiettivo è riannodare i fili del dialogo con Mosca, dove all’intransigenza di Alessio s’è sostituito il solo apparentemente più dialogante Kirill. Di strada ce n’è da fare ancora molta, e il nodo della disputa – come per altro osservava il cardinale Kasper, intervistato da Tv2000 in occasione del viaggio del Papa in Terra Santa dello scorso maggio – è proprio il ruolo del Papa.

MOLTI PORPORATI IN PROROGA

Ma di nomine curiali il Bollettino è sempre più avaro. Da mesi, ormai, non pare muoversi foglia nelle sacre stanze. Prefetti confermati pro-tempore e in proroga nonostante abbiano superato abbondantemente l’età canonica del ritiro, fissata a 75 anni (come nel caso del cardinale Amato, capo del dicastero per le Cause dei Santi, o del cardinale Coccopalmerio, presidente del Pontificio consiglio per i Testi legislativi). Anche il cardinale Vegliò, da tempo in età “pensionabile”, è ancora saldo al suo posto di comando nel Consiglio per i Migranti e gli itineranti. A distanza di un anno e mezzo dall’inaugurazione del pontificato, poi, ci sono incarichi dove i titolari non sono ancora stati confermati ufficialmente. Uno su tutti, il prefetto della Segnatura apostolica, il cardinale americano Raymond Leo Burke. Ma è anche il caso di qualche presidente di pontificio consiglio, come quello della Famiglia, oggi retto da mons. Paglia.

L’ATTESA PER LA RIFORMA DELLA CURIA

A determinare il rallentamento, dicono da Oltretevere, è l’attesa per la riforma della curia che secondo i piani è destinata a ridisegnare la mappa degli incarichi curiali, con la scontata soppressione – per indorare la pillola si parla di “accorpamenti” – di numerosi dicasteri, in particolare di pontifici consigli. Le proposte sul tavolo sono molte, forse più di quanto s’attendessero anche gli ormai nove cardinali consiglieri incardinati nella speciale consulta che studia appunto la riforma della curia. E, come è inevitabile che sia, forti e molte sono anche le resistenze e le pressioni per spostare la lente d’ingrandimento del gruppo di porporati da un dicastero all’altro. Il coordinatore del C9, il cardinale Maradiaga, già un anno fa teorizzava la probabile fusione del pontificio consiglio per i Laici con quello della Famiglia e degli operatori sanitari, nonché l’accorpamento del Consiglio per la Nuova evangelizzazione (presidente è mons. Fisichella) con l’ex Propaganda Fide del confermatissimo cardinale Filoni. Altri scenari più che verosimili parlavano della creazione di una grande congregazione per la Carità, comprendente i dicasteri Cor Unum, Giustizia e Pace, Migranti e itineranti. Senza contare, poi, tutte le idee sul comparto economico-finanziario, dove ancora oggi convivono la Prefettura per gli Affari economici (retta dal cardinale Versaldi), l’Apsa (cardinale Calcagno) e la neonata Segreteria per l’Economia del cardinale Pell. Senza dimenticare l’Autorità di Informazione finanziaria.

I PRIMI SPOSTAMENTI IN CURIA 

Naturale, dunque, che la mole di proposte e soluzioni abbia rallentato il percorso – padre Lombardi assicura però che non ci sono stop, e che da tempo s’era detto che l’iter non si sarebbe concluso prima del 2015 – e conseguentemente bloccato le nomine di peso. Il Papa aveva atteso pochi mesi per apportare i primi cambiamenti nelle congregazioni: dopo la sostituzione del Segretario di stato (annunciata e scontata), è stata la volta della rimozione del cardinale Mauro Piacenza dal dicastero per il Clero (sostituito da mons. Beniamino Stella). Poi, una lunga serie di conferme, a cominciare da posti chiave nell’organigramma curiale: il prefetto della congregazione per la Dottrina della fede, Gerhard Ludwig Müller e quello della congregazione per i Vescovi, Marc Ouellet.

IL POSSIBILE ACCORPAMENTO DELLE CONGREGAZIONI PER I SANTI E CULTO DIVINO

Altre ipotesi allo studio, di cui si parla da tempo, riguardano l’accorpamento dei tribunali vaticani e il ritorno a un unico ufficio per il Culto Divino e i Santi. Non è un caso che, nonostante da un anno si parli un suo trasferimento a Madrid, il cardinale titolare del Culto divino, Canizares Llovera, sia ancora saldo al suo posto, e che il prefetto dei Santi, Amato, sia confermato a tempo nonostante abbia superato i 75 anni.

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