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Perché l’Occidente se ne infischia dei cristiani perseguitati

L’analisi di Galli della Loggia (Corsera del 28 luglio) sulle cause dell’indifferentismo nei confronti delle persecuzioni contro i cristiani, se per un verso e’ corretta e condivisibile, per altronon sembra mettere sufficientemente a fuoco la vera causa del voltarsi dall’altra parte del mondo occidentale: il fatto cioe’ che proprio in occidente e’ in atto una vera e propria persecuzione contro il cristianesimo, e in particolare contro il cattolicesimo. Non parliamo di una lotta armata o sanguinaria, bensì di una guerra culturale tesa a scardinare nella società, nella scuola e in generale nell’opinione pubblica tutto cio’ che viene identificato come retaggio cattolico – basti pensare alla lotta contro la morale sessuale e famigliare condotta in nome della cosiddetta gender theory ( ma sarebbe meglio dire ideology) – e ultimo baluardo all’avanzata laicista che vuole imporre un’antropologia radicalmente atea, lucidamente profetizzata da gente come R.H.Benson ne Il padrone del mondo, o V.Solovev ne Il racconto dell’Anticristo. Il tutto con il ella braccio armato del diritto e della legge, per elevare a norma tutto cio’ che l’uomo desidera, senza alcun giudizio di valore. Questo e’ il vero motivo – oltre alla partita delle radici e alla paura dell’islam di cui parla Galli della Loggia – per cui l’occidente se ne infischia dei cristiani perseguitati. Tanto piu’ che in diversi ambienti – gli stessi che alimentano l’anti-cristianesimo dal volto suadente e umanitario – l’indifferenza fa tutt’uno con la convinzione che in fondo cio’ che sta succedendo non e’ poi così tragico e drammatico, se solo si pensa ai crimini commessi dai cristiani in duemila anni di storia. Crimini beninteso tutti da dimostrare, e nell maggior parte dei caso assolutamente infondati, ma che dopo secoli di propaganda sono entrati a far parte dell’ampia varieta’ dei luoghi comuni. E questo nonostante studi e ricerche, in molti casi di insospettabili laici, che hanno smontato pezzo dopo pezzo tesi e ricostruzioni pseudo scientifiche mostrandone la loro natura letteralmente leggendaria. Intendiamoci, qui non e’ in discussione il fatto che uomini di chiesa abbiano commesso errori (so what?, dei quali per altro la chiesa stessa ha chiesto perdono ai massimi livelli; qui la posta in gioco e’ ben altra, e investe la presenza e il significato della chiesa nella storia, e quindi del Vangelo. Il che ci riporta al punto di partenza: se il mondo tace di fronte alle persecuzioni dei cristiani, un motivo c’e, ed e’ fin troppo chiaro per chi lo voglia vedere. Aggiungo: per chi lo voglia vedere fuori e dentro la chiesa. Perche’ poi l’altro aspetto di questa vicenda, cio’ che rappresenta un problema nel problema, e’ il fatto che spesso si ha come l’impressione che il massacro quotidiano di migliaia di cristiani nel mondo sia poco presente, poco percepito proprio all’interno della famiglia cattolica, a tutti i livelli. D’accordo, il lavoro delle diplomazie e’ per sua natura discreto e silenzioso, ne’ d’altra parte sono mancati appelli e denunce di papi e vescovi. Ma resta il fatto che la portata del problema, il dramma di intere comunita’ che rischiano di scomparire spazzate via da una furia omicida, non sembra essere pienamente percepita. Col risultato che la risposta, quando c’e, e’ debole o insufficiente. Certo, per un cristiano essere perseguitato e’ nel suo Dna, ed anzi Cristo stesso ha profetato che il mondo avrebbe odiato i suoi discepoli, ragion per cui non vi sarebbe nulla di cui meravigliarsi se le cronache raccontano di cristiani martirizzati. Vero. Ogni epoca ha avuto i suoi martiri, e sempre ve ne saranno. Ma questo non e’ buon motivo per girare la testa dall’altra parte o far finta che vada tutto bene, in nome magari di un irenismo spesso miope.

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