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“Matrimoni” omosessuali anche a Reggio Emilia?

Ricordando la famosa canzone dell’indimenticabile punk band CCCP-Fedeli alla lineaEmilia paranoica”, ci accingiamo ad assistere ad un altro paradossale e, forse isterico, scontro pro e contro il “matrimonio” omosessuale. Questa volta ha luogo nel Comune di Reggio Emilia, a guida, rinnovata alle ultime amministrative del 2014, di centro-sinistra.

EMILIA PARANOICA

La scorsa settimana era stata l’amministrazione comunale di Bologna che, come già accaduto per altre città italiane aveva, secondo alcuni illegittimamente, provveduto a dare il “via libera” alla trascrizione presso l’Ufficio dello Stato Civile dei matrimoni fra persone dello stesso sesso contratti all’estero, ricevendo fra l’altro una denuncia da parte dell’opposizione (cfr. Lorenzo Bertocchi, Golpe del sindaco sui matrimoni gay: denunciato, in La Nuova Bussola Quotidiana, 31-7-2014). Dopo questa contestata “disposizione organizzativa” del sindaco bolognese Virginio Merola (Pd), è ora quello di Reggio Emilia, il giovane esponente Pd Luca Vecchi, a “prepararsi il terreno”, pare, per fare la stessa cosa. Si è trovato, però, di traverso, tutta la Chiesa locale, guidata da monsignor Massimo Camisasca, vescovo della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla. Questo coraggioso presule, proveniente da Comunione e Liberazione, si era già “fatto notare” dalle sinistre locali per aver condotto in porto, lo scorso anno, la beatificazione del giovane seminarista emiliano Rolando Rivi (1931-1945), ucciso il 13 aprile 1945 in odio alla fede da partigiani comunisti ad appena quattordici anni. Monsignor Camisasca non solo aveva firmato l’introduzione al libro pubblicato in preparazione della sua beatificazione (cfr. Emilio Bonicelli, Il Beato Rolando Rivi – Io sono di Gesù, Piccola Casa Editrice, Milano 2013), ma ne aveva poi promosso al massimo e presieduto a Modena l’affollata celebrazione, impensabile fino a qualche anno fa’, il 5 ottobre 2013.

UN “PRE-REFERENDUM” SUI “MATRIMONI” OMOSESSUALI

Ora che il partito di Nichi Vendola Sel, ben rappresentato in Comune, ha chiesto all’Amministrazione di Reggio Emilia di riconoscere, tramite il registro delle unioni civili, i “matrimoni” gay celebrati all’estero, monsignor Camisasca ha espresso con chiarezza la contrarietà della Chiesa a tali tipi di proposte, ribadendo che l’unica famiglia naturale è quella fondata sul matrimonio di un uomo ed una donna. “Voi con chi state?”, chiede quindi il quotidiano più venduto a Reggio Emilia, cioè la Gazzetta di Reggio, in una sorta di “pre-referendum” on line sui “matrimoni” omosessuali che sta avendo un riscontro dagli esiti da molti imprevedibili. Infatti, i risultati finora registrati, sia quantitativamente (quasi 20mila risposte in neanche una settimana – è stato lanciato il 28 luglio -) sia qualitativamente (oltre il 55% si è espresso contro la trascrizione dei “matrimoni” omosessuali nei registri comunali), dimostrano che la maggior parte dei cittadini crede solo nel matrimonio costitutivo della «famiglia come società naturale fondata sul matrimonio», come riconosce anche la Costituzione della Repubblica (art. 29). “Unioni gay, giusto riconoscerle?”, chiede la Gazzetta di Reggio, attendendosi probabilmente un “plebiscito” nell’Emilia rossa per i “matrimoni” omosessuali. Le cose, però, non stanno andando come previsto. Insomma, gli Italiani, se richiesti, stanno ancora una volta dimostrando di essere favorevoli al solo matrimonio naturale, quello in grado di assicurargli (ed assicurarci) un futuro.

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