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Alcune riflessioni sulla riforma del Senato di Renzi e Boschi

In queste settimane l’attenzione di tutti i media e commentatori era rivolta, a mio giudizio in modo eccessivo, alla riforma del Senato voluta da Matteo Renzi e dalla Ministra Maria Elena Boschi, non meno che da Silvio Berlusconi.

Ho deciso di scrivere poche righe, riflettendo sulle ultime dichiarazioni di voto avvenuta in Senato in data 8 agosto 2014.

IL METODO CONTA, MOLTISSIMO

Ho seguito quasi quotidianamente tutte le giornate di voto al Senato, assistendo ad uno spettacolo a tratti surreale e indecoroso, da una parte e dall’altra. Un qualche cosa di davvero poco “onorevole”.  Non posso esprimere la delusione che provo in questo momento, se non proponendo l’intervento “a sorpresa”, della Senatrice a Vita, Elena Cattaneo, che condivido in ogni parola.  Dice la Senatrice:”sono rimasta delusa nel vedere che valutazioni e idee ineccepibili in quanto a logica e pertinenza politica e civile non abbiano trovato ascolto (…) non ho visto il coraggio di volare alto (…) la verità la conoscete meglio di me: non è questa la riforma costituzionale che serve al Paese“.

Poi annuncia la sua astensione giustificandola sulla base di tre considerazioni:

la prima riguarda il contesto generale in cui si sono svolti i lavori, di scarso ascolto e linguaggio inadatto (…) si è parlato di allucinazioni, di professoroni, con un sentimento di sufficienza verso accademici ed esperti politicamente impegnati, il linguaggio deriva dal pensiero e gli illustri studiosi di storia politica presenti in quest’aula mi insegnano che l’anti-intellettualismo è indicatore di crisi culturale e civile per un sistema liberal democratico“;

la seconda considerazione è sul metodo, troppo condizionato da strategie di governo e da discipline di partito, con cui si sono dettati i contenuti (…) è un metodo sbagliato perché non si può condurre un esperimento che presuppone libera condivisione democratica senza la disponibilità ad esaminare davvero e analiticamente i risultati (…) se si sbaglia il metodo nel fare un esperimento i risultati saranno inutilizzabili, se va bene“;

La terza è sul “progetto” che la Senatrice definisce “pasticciato e frettoloso“.

UNO SGUARDO AL DOMANI

Metodo, Progetto e Visione: ecco le tre parole chiave che faccio mie dall’intervento eccezionale della Senatrice Cattaneo. In che modo questa riforma può essere utile al Paese, non oggi, poiché i suoi effetti si vedranno nel tempo, bensì domani? 

Difficile indovinare, certo è che questa riforma non era la priorità e non produrrà effetti positivi dal punto di vista economico e sociale. La decisione di portare a termine questa riforma ha a che vedere più con la necessità di affermare la propria leadership all’interno del Partito Democratico, da parte del Premier, Matteo Renzi e la voglia di Silvio Berlusconi di ergersi a padre Costituente, così da lasciare per sempre il marchio sulla storia di un Paese che se è quasi alla canna del Gas, lo devo quasi del tutto alla sua opera (per me distruttiva).

Ancora una volta sono gli interessi personali, politici o privati di questo o quel leader, a dettare l’agenda politica, ma in questo caso anche a segnare in modo prepotente il cammino di un Paese da qua al futuro. Non è una visione apocalittica: nel mettere mano alla Costituzione ci deve essere la lungimiranza di prevedere gli effetti negativi che tale riforma può apportare, poiché domani non sappiamo chi arriverà, non ci saranno più né Berlusconi né Renzi, e dunque cosa accadrà?

Non ripeterò le critiche sostanziali a questa (pessima) riforma, i Senatori del PD Lucrezia Ricchiuti, Vannino Chiti, Corradino Mineo e Walter Tocci, le hanno più volte descritte, riprese e manifestate. Non solo loro, anche alcuni Senatori di Forza Italia, come Minzolini, di Autonomie del Sud, D’Anna e del Centro, con Mario Mauro. Una riforma non amata da nessuno, se non dal Governo e da Berlusconi.

Una situazione assurda: con i voti segreti la maggioranza è andata più volte sotto, dimostrando che i Senatori non si sentono liberi di votare come vorrebbero, condizionati dalle pressioni esterne e forse anche dalle promesse future. Chi ha paura di perdere la poltrona non sono certo quelli che votano contra alla riforma, ma molti che votano a favore in un modo e a sfavore a scrutinio segreto. Ma la coerenza è ormai roba che non usa più, meglio l’opportunismo. 

Certo è che nessuno ci ha fatto una bella figura: un manipolo di persone che rinunciano all’autonomia di pensiero per obbedienza al leader di turno. Davvero poco onorevole. Poco. Poi, la riforma non piace nemmeno al suo Relatore, il Senatore Roberto Calderoli, che ci ha abituato a parti di porcelli rinnegati poco dopo. Mi chiedo: perché gli è stato affidato un simile compito? Mistero.

IL PAESE AFFONDA, QUESTA RIFORMA NON LO SALVERÀ

Il Paese aveva urgenza di una riforma Costituzionale come questa? Con tutta onestà, no. E se ne avesse avuto urgenza, 3 mesi più o meno non facevano la differenza per gli italiani oggi, ma avrebbe fatto una grande differenza per il domani. Ma tant’é.

L’Italia è tornata in recessione tecnica, con una crescita allo 0,3% su base annua e -0,2% rispetto al trimestre precedente. La Spagna sembra essere ripartita, noi siamo ancora ancorati al palo. La disoccupazione giovanile resta sopra al 43% e quella generale è ancora a due cifre. Con molta umiltà chiedo: ma non era questa la priorità?

Non era il caso di dedicare 6 mesi alla discussione ed elaborazione di proposte concrete e strutturali per poter creare occupazione, non a tempo e precaria come il DL Poletti sembra delineare, bensì di qualità e a tempo duraturo? Non era il caso di impegnarsi con una vera azione di contrasto alla corruzione e dunque ad una lotta per la legalità? Ossia, contro elusione ed evasione?

Le 80 euro sono state un primo timido, ma importante, passo di redistribuzione, ma non è sufficiente e naturalmente era un po’ sciocco credere che questa misura avrebbe dato carburante ai consumi privati.

L’intervento a In Onda di Matteo Renzi, che avrebbe dovuto, a mio parere, spiegare proprio questi aspetti, si è dimostrato debole politicamente, nei contenuti e anche nel linguaggio, questa volta.

PENSIAMO ALL’ITALIA

Ora che la riforma del Senato è passata in prima lettura, con una maggioranza di poco superiore a quella assoluta, e dunque è chiaro che ci sarà un Referendum Confermativo, dedichiamoci ai temi concreti e urgenti dell’Italia. Da subito senza perdere altro tempo.

Su questa linea, però, sia chiaro. Destra e Sinistra, che a molti ormai sembrano non dire niente, non condividono le stesse ricette per l’economia e il lavoro e mi auguro che su questa linea vorremmo marcare le differenze in modo netto.

 

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