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James Foley, onore al giornalista Usa decapitato dai terroristi di Isis

Il giornalista statunitense James Foley è stato ucciso, decapitato, dai miliziani jihadisti dell’Isis, in Irak, come vendetta per i bombardamenti che negli scorsi giorni hanno bloccato l’avanzata dei terroristi nel nord del Paese.

Inviato di guerra molto esperto, Foley era sparito nel novembre del 2012 in Siria, e da allora le ricerche non avevano prodotto risultati soddisfacenti. Già in passato era stato sequestrato e poi liberato, quando nel 2011 aveva iniziato a seguire le rivolte in Libia contro Mu’ammar Gheddafi.

LA REAZIONE DEGLI USA

Caitlin Hayden, portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale Usa, ha dichiarato: “Siamo inorriditi dall’uccisione brutale di un giornalista americano innocente” precisando che “l’intelligence Usa sta lavorando per determinare l’autenticità del video postato dall’Isis sulla decapitazione di James Foley”. Anche il presidente Obama è stato informato dell’accaduto.

LE PAROLE DI FOLEY

“Vorrei avere più tempo. Vorrei avere la speranza di essere liberato e rivedere la mia famiglia, solo un’altra volta. Ma quell’occasione è sfumata. Dopotutto, vorrei non essere americano”, sono alcune delle parole pronunciate dal giornalista Usa nel video pubblicato dai jihadisti su Youtube, poi rimosso per la violenza delle immagini.

IL VIDEO DELLA DECAPITAZIONE

LE FOTO DI JAMES FOLEY

 

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