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Riflessioni estive dalla Versilia: parte prima!

L’estate 2014 sarà ricordata per non esserci stata. E questo ha ripercussioni notevoli non solo sull’umore delle persone, che di solito tra luglio e agosto hanno le vacanze, ma anche sull’economia locale già in affanno per gli effetti di una crisi economica considerata la più grave dal 1929 ad oggi.

C’è una routine a cui ormai non posso rinunciare, quando torno nelle mie zone. Mi piace andare in bicicletta, fare chilometri dall’entroterra fino al lungo mare e poi raggiungere il Pontile di Tonfano, per sedermi sulle panchine a guardarmi attorno. Osservare è un’attività che mi dà soddisfazione e mi rasserena. Lo so, sono abbastanza banale e mi accontento di poco.

Un rito che ripeto ogni volta che torno, ormai da diversi anni. Ricordo che nelle estati del 2007 e del 2008 da quel pontile, guardando a destra o a sinistra, vedevo decine e decine di persone sedute sulle sdraio dei bagni sottostanti, intere famiglie. C’era rumore, chiasso. C’era traffico per le strade: automobili e motorini, biciclette che procedevano un po’ a destra e un po’ a sinistra senza ordine.

Poi col tempo tutto questo è cambiato. Nel 2011 quelle spiagge cominciavano ad essere sempre meno popolate, nel 2013 pensavo di aver visto lo scenario peggiore: tutto vuoto. A luglio come ad agosto. Eppure, il 2014 poteva essere un momento di ripresa, così non è stato. Oggi ho ripercorso l’intero Viale Apua in bicicletta fino al famoso pontile, e anche oggi le spiagge erano vuote. E non è una formulazione retorica: erano davvero vuote.

Il meteo ha sicuramente giocato un ruolo cruciale in questo disastro estivo, tuttavia credo ci sia di più. L’economia soffre, l’Italia, come decretato dal bollettino ISTAT è in retrocessione tecnica, una flessione negativa del PIL, che si somma alle altre annate negative. E questo, come ho avuto modo di dire altrove, è un dato sterile dal punto di vista statistico, non ci dice nulla di più del fatto che la produzione di ricchezza del Paese non è aumentata rispetto all’anno precedente, semmai è diminuita. Ma dietro a questi numeri ci sono le persone: posti di lavoro bruciati, famiglie sofferenti, prospettive di vita calpestate.

L’estate in Versilia sembra essere molto triste, c’è stato pure un disperato tentativo da parte del Sindaco di Forte dei Marmi di chiedere alla Ministra della Pubblica Istruzione di rimandare l’apertura delle scuole a ottobre per sostenere l’economia estiva del posto. Una proposta abbastanza ballerina, devo essere onesto, che non avrebbe certamente prodotto alcun effetto positivo sul turismo, bensì tanti problemi organizzativi alle famiglie (i genitori devono comunque lavorare) e al sistema scolastico, che ha un certo numero di ore da garantire e questo avrebbe comportato un prolungamento delle lezioni almeno fino ad agosto dell’anno successivo (mie personali ipotesi).

Va da sé che non ho visto tutti i bagni del litorale, mi baso su un’impressione che peraltro sembra confermata da alcuni dati e previsioni. Sulle spiagge libere, invece, di persone ce ne sono tante. La differenza è che lì non si paga. E soprattutto, una buona parte dei presenti erano stranieri: pochi russi e molti tedeschi.

Il che non è per nulla un problema, né un qualcosa di negativo. Tutt’altro. Sarebbe stato (perché non mi è sembrato sia stato fatto) interessante organizzare qualche scambio o prendere accordi a livello di istituzioni, per esempio provincie e regione avrebbero potuto fare una pubblicità rivolta all’esterno. Ci sono contatti diretti tra Berlino e Pisa, per esempio, mentre nel 2013 la Puglia di Nichi Vendola aveva tappezzato le metropolitane berlinesi di giganteschi cartelloni pubblicitari, della Toscana non si è visto nulla. Mi chiedo perché? L’assessore al turismo che fa?

Sempre a Berlino, in diverse occasioni, ho conosciuto italiani che promuovevano le loro regioni grazie ad accordi presi proprio dalle istituzioni locali, per esempio la Basilicata e la Puglia, ancora una volta. Forse la Toscana dovrebbe rivedere anche la propria politica sul turismo, e farsi promotrice, all’estero di una più efficiente comunicazione.

Siamo in Europa, dopotutto, questo è vero anche per il turismo. Approfittiamo delle meraviglie che ci sono, basta poco per poterle valorizzare e per poterci ricavare risorse da reinvestire.

Ormai alla prossima estate…

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