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Benvenuti a Vinnytsa europea, la città del presidente Poroshenko

Un centinaio di chilometri a nord della Moldavia, a 850 km dal teatro di guerra di Donetsk e Lugansk, Vinnytsa è una città dell’Ucraina forse un po’ preoccupata, e decisamente europea. La si raggiunge dopo dolci e infiniti paesaggi di campi coltivati, su e giù per le colline. Su un Paese di 45 milioni di abitanti, la regione è prima per produzione di latte e di girasoli. La meccanizzazione è un fatto, e l’occidentalizzazione dell’economia è in corso da qualche tempo, già prima della firma dell’Accordo di Associazione firmato il 27 giugno scorso con l’Unione europea.

APERTURA AL MERCATO EUROPEO

John Deere, la marca mondiale di trattori, ha aperto nel 2010 uno stabilimento proprio qui: lo stile è quello dell’azienda globale, nei modi e nei contenuti. Agrana, un impianto di proprietà austriaca di trasformazione della frutta che in alta stagione occupa oltre mille dipendenti, rifornisce molte aziende europee, e i suoi prodotti si trovano nei principali yogurt che compriamo nei supermercati. Secondo Valeriy Koroviy, economista di professione e attivo Vicesindaco della città, l’Ucraina e la sua regione in particolare si aprono al mercato europeo in modo ragionato e senza grandi scossoni, mentre nascono nuovi impianti di trasformazione industriale, che accompagnano la specializzazione agricola. Molte aziende sono già competitive: la svalutazione della moneta (che ha perso quasi metà del suo valore in pochi mesi) aiuta questa fase di avvio. Tra poche settimane, quando entrerà in vigore l’accordo sul libero scambio, a parità di oneri fiscali, per esempio, l’olio di girasole che qui viene prodotto “avrà un margine competitivo di 70 euro circa alla tonnellata”.

COSA OCCORRE

Per Malgorzata Gawin, secondo Segretario all’ambasciata polacca a Kiev, che ha portato alcune aziende del suo Paese a un incontro di imprenditori alla vigilia della festa dell’Indipendenza, occorre ancora una forte trasformazione del sistema: la svalutazione della moneta certamente è di aiuto, ma il Paese dovrà fare lo stesso percorso della Polonia. E quando sarà pienamente integrata, farà valere il suo forte potenziale agricolo, per l’estensione e la qualità delle terre.

UN GRANDE POTENZIALE

Anche un direttore di Monsanto, venuto di recente a Vinnytsa, ha notato come nei bilanci delle aziende agricole non sia calcolato il valore del capitale che la terra rappresenta: la macchina produttiva agricola locale funziona forse al 20% delle sue potenzialità. Per Roman Dlugi, un altro polacco che dirige ASKET, PMI con macchine per trasformare i rifiuti della fienagione in biomasse da bruciare, l’Ucraina è un grande mercato rurale nella sua parte occidentale e “le fattorie e le case in campagna possono ridurre la propria dipendenza dal gas proveniente dalla Russia“.

IL CONFRONTO CON LA RUSSIA

Perché, anche negli incontri economici, in una città quieta, con i fiori lungo le strade, certamente stabile e abbastanza ottimista, con la gente a passeggio e gli investitori dai Paesi vicini, il drammatico confronto a est con la Russia si ritrova in ogni discorso.

E l’Italia, chiedono? L’Italia è troppo concentrata nel Mediterraneo, e in modo confuso, verrebbe da dire. “Basterebbe ricordarle che le pietre che lastricano il centro storico di Odessa provengono proprio dall’Italia”, aggiunge Tudor Jijie, direttore dell’Euroregione che unisce Vinnytsa, gran parte dei distretti moldavi, e le regioni confinanti romene.

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