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Tutte le grane turistiche di Franceschini

Ieri il Consiglio dei ministri ha approvato il dpcm di riorganizzazione del Mibac, il ministero dei Beni culturali e del turismo, eppure nella conferenza stampa dopo la riunione del consiglio il ministro Dario Franceschini non era presente. Perché? Pare che la presentazione del decreto avverrà nei prossimi giorni. Ieri, evidentemente, è stato preferito dare spazio in particolare ai provvedimenti sulla giustizia illustrati dal ministro Andrea Orlando e a quelli su edilizia e opere pubbliche del ministro Maurizio Lupi (infrastrutture).

Ma l’assenza di Franceschini sarebbe da ricollegare alle ultime vicende che riguardano il suo dicastero e in particolare all’inchiesta dell’Espresso che ha svelato i controversi rapporti tra il super consigliere di Franceschini per il turismo, Salvatore Ceci, e un contratto stipulato da Expo con una società costituita da Ceci che sta mettendo in imbarazzo I vertici del ministero: il super consigliere ha messo a disposizione il mandato, Franceschini non ha preso ancora alcuna decisione.

La vicenda Ceci si inserisce in una gestione pubblica e ministeriale del turismo che non brilla per oculatezza, efficienza e lungimiranza, anche dopo il passaggio delle competenze dalla presidenza del Consiglio al Mibac. Franceschini, infatti, quando è arrivato ha lasciato al suo posto il direttore generale per il turismo Roberto Rocca, nominato senza seguire la procedura dell’interpello prevista dalla legge; tanto che la Corte dei Conti non aveva registrato la sua nomina. Solo successivamente, seguendo le norme, è stato nominato come dg Onofrio Cutaia.

Nel frattempo, con tutta probabilità, Rocca ha firmato atti che potrebbero essere dichiarati nulli. Nei corridoi del Mibac si ricordano ad esempio le sue pressioni nel voler sostituire un cda come quello di Promuovitalia che non era in scadenza per evitare che la società poi commissariata potesse costituirsi in giudizio contro l’ex direttore generale Francesco Montera che era stato licenziato in tronco. Una decisione, quella del vecchio cda di Promuovitalia che ha avuto un’approvazione di fatto da parte del tribunale del lavoro di Roma che il 19 agosto ha depositato una sentenza che ha condannato Montera anche a rifondere le spese legali alla società che lo aveva licenziato. Le manovre di Rocca erano dovute al fatto che un nipote della moglie era stato assunto da Montera in Pormuovitalia? La domanda circola, senza risposta, al Mibac.

Su tutto questo, e su altro ancora, al Mibac attendono novità dalla riorganizzazione del ministero approvata dal consiglio dei ministri.

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