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Jesi, Comune “amico della famiglia”

La quarta puntata dell’inchiesta sulle politiche locali family friendly è dedicata al Comune di Jesi nelle Marche che, fin dai primi anni ’90, è stata la prima Regione a dotarsi, con votazione unanime del Consiglio regionale, di una legge organica “Per la promozione e il sostegno della famiglia e della persona” (l. r. n. 22/1992). Improvvisamente però, nel 1997, in sede di approvazione della legge di bilancio, la nuova maggioranza consiliare l’ha abrogata, senza alcun dibattito pubblico né all’interno del Consiglio regionale né di quella “Commissione regionale per la famiglia” istituita proprio a fini consultivi dalla legge precedente.

“UNIONI CIVILI” VS. FAMIGLIA
Il motivo del “revirement” regionale, lo si è capito alcuni mesi dopo, quando è stata approvata, a stretta maggioranza, una nuova legge recante “Interventi a favore della famiglia” (n. 30/1998), giudicata da molti “minimalista” e meno efficace di quell’altra che, invece, per più di 5 anni era sembrata funzionare piuttosto bene (cfr. Giuseppe Brienza, Marche: verso l’equiparazione tra famiglia ed “unioni libere”?, in Famiglia e politiche familiari in Italia, con Prefazione di Rocco Buttiglione, Carocci editore, Roma 2001, pp.49-50). Il fatto è che la legge precedente era strettamente ancorata all’articolo 29 della Costituzione, che riconosce come destinataria di tutela e promozione solo la famiglia come “società naturale fondata sul matrimonio”, laddove, già d’allora, uno degli obiettivi perseguiti dai vari gruppi liberal e radicali, era l’equiparazione di questa, dal punto di vista delle politiche sociali, alle convivenze more uxorio. Cosa che è puntualmente avvenuta con l’istituzione dei vari registri delle unioni civili in molti Comuni della Regione.

Anche il Comune di Jesi, sebbene fra gli ultimi in Italia, ha istituito l’anno scorso il suo “Registro Amministrativo delle Unioni Civili”, dopo un lungo ed acceso dibattito, nel quale alle divisioni della maggioranza hanno supplito voti “in libertà” provenienti dall’opposizione in Consiglio comunale (cfr. Sara Ferreri, Jesi avrà il registro delle unioni civili. L’opposizione salva la maggioranza, in Il resto del Carlino-Ancona, 16 aprile 2013, p. 13). Anche alla luce di quest’ultima circostanza, e di quella per cui nei quasi 150 registri istituiti nell’ultimo decennio in varie Amministrazioni locali non ci si sia iscritto quasi nessuno e molti non ne vedano quindi l’utilità (cfr. Caterina Pasolini, Il flop delle unioni civili. Solo duemila in tutta Italia, in la Repubblica.it, 1° giugno 2013), la giunta guidata dal sindaco Massimo Bacci (lista civica), ha voluto precisare che, «La disciplina comunale delle Unioni Civili ha rilevanza esclusivamente amministrativa, senza interferire con la vigente legislazione in materia anagrafica, di stato civile e con il diritto di famiglia». Quindi, passando oltre a quest’ennesimo “tributo” al politicamente corretto, andiamo ad esaminare quelli che sono gli interventi e le norme che possono, nonostante tutto, qualificare Jesi come Comune family friendly.

LE “SCUOLE PER GENITORI”
Iniziamo quindi con le “Scuole per genitori”, realizzate nel Comune di Jesi nell’ultimo triennio. Allo scopo di mettere in grado le famiglie in difficoltà di esercitare la funzione educativa che loro compete, infatti, la Regione Marche ha istituito fin dal 2011 dei corsi rivolti alla formazione delle coppie. L’Amministrazione regionale ha quindi stabilito criteri e modalità di concessione di appositi contributi per l’istituzione di tali iniziative di formazione che, finora, si sono rivelate utili per fornire ai genitori i mezzi necessari per aiutare a crescere i propri figli, creando forme di dialogo tra le persone che compongono la famiglia. Enti gestori dei corsi possono essere tanto soggetti pubblici, come i Comuni o le Province, quanto soggetti appartenenti al Terzo settore, quali associazioni di genitori o soggetti i cui fini statutari siano rivolti esplicitamente a favore della famiglia o che svolgano la loro attività prevalentemente a favore della famiglia. All’iniziativa, che si colloca nell’ambito del programma-Marche per la promozione del benessere ed il sostegno della famiglia, ha aderito il consultorio familiare di Jesi, federato nell’Unione Consultori Italiani Prematrimoniali E Matrimoniali (UCIPEM), che ha contribuito all’offerta di corsi gratuiti od a costo irrisorio per genitori del Comune.

COMUNE “AMICO DELLA FAMIGLIA 2009”
Il Comune di Jesi è stato menzionato nel 2009 nella Sezione degli Enti locali con popolazione superiore ai 15.000 abitanti del Premio ‘Amico della famiglia 2009’, promosso dal dipartimento per le Politiche della famiglia, per le politiche abitative sociali rientranti nel Progetto “Questa casa è anche un albergo”.

Tale Premio prevede il titolo ‘Amico della famiglia’ a quegli enti locali, imprese e associazioni che abbiano creato un progetto considerato di valore per quanto concerne le politiche familiari. L’idea pensata dall’Ambito Territoriale Sociale IX di Jesi, in collaborazione con l’ASUR Zona Territoriale 5, sfociata nel progetto ‘Questa casa è anche un albergo’, ha visto la luce nel 2007 quando si è posto il problema di trovare un’adeguata sistemazione a quei giovani, dati in affido, che al raggiungimento della maggiore età non avrebbero più goduto di quei servizi dell’affido o dell’appoggio, perché ormai maggiorenni e indipendenti dal punto di vista legislativo.

Il Servizio di Accoglienza per giovani, di cui beneficiano ragazzi dai 16 ai 20 anni già collocati in affido familiare o presso comunità educative, prevede l’attivazione di una forma di ospitalità familiare con indennità di mantenimento, per offrire una prospettiva futura a questi adolescenti. Sono state stanziate dal progetto delle Borse lavoro e delle Borse di studio per conseguire il diploma o dar inizio a una carriera universitaria.

CITTA’ AMICA DEI BAMBINI

Il Comune di Jesi ha sottoscritto il protocollo di intesa “Città sostenibili e amiche dei bambini e degli adolescenti“, con il quale si è impegna a realizzare una serie di azioni ed iniziative che possano favorire i fondamentali diritti dei bambini sanciti dalla Convenzione Internazionale delle Nazioni Unite del 1989. Per queste finalità, l’Amministrazione, ha istituito la possibilità di destinare il 5 X 1000 che i cittadini devolveranno al Comune di Jesi nella loro dichiarazione dei redditi per l’acquisto di giochi per le scuole dell’infanzia e per i parchi pubblici. Per devolverlo è sufficiente firmare il riquadro che riporta la scritta “Sostegno alle attività sociali svolte dal Comune di residenza” che si trova nei modelli per la dichiarazione dei redditi.

ALBO BABY-SITTER
Presso l’Ufficio Prima Infanzia del Comune di Jesi è reso disponibile un elenco di baby-sitter qualificate, denominato “Accanto a mamma e papà”, destinato ad aiutare la conciliazione lavoro/famiglia soprattutto delle madri. Grazie alla mediazione comunale, le famiglie con bambini piccoli possono quindi rivolgersi per una risposta personalizzata alle proprie esigenze di cura, aiutando anche chi non può o non vuole utilizzare le altre tipologie di servizi alla prima infanzia.

CARTA DEI SERVIZI” PER L’INFANZIA 0–3 ANNI
I nidi d’Infanzia e i servizi integrativi costituiscono il sistema dei servizi educativi offerto dal Comune di Jesi, configurandosi come centri territoriali in grado di garantire una pluralità di offerte, nonché sede di confronto per i genitori e di elaborazione e promozione di una cultura dell’infanzia anche attraverso il coinvolgimento della comunità locale. Nel 2004 l’Amministrazione comunale ha approvato una “Carta dei servizi per l’infanzia 0/3 anni”, con l’intento di fissare i principi cui deve essere progressivamente uniformata l’erogazione dei servizi accreditati, a tutela delle esigenze dei cittadini che possono fruirne e nel rispetto dei principi dettati dalla legge quadro 328/2000.

LA “BIBLIOTECA DEI RAGAZZI”
Il patrimonio librario di cui dispone la Biblioteca dei Ragazzi del Comune si aggira intorno ai 17.000 volumi distribuiti  in 5 sale contraddistinte da colori diversi a seconda dell’età degli utenti e delle funzioni a cui sono destinati. Fra le varie sezioni esistenti va segnalato un archivio che raccoglie testi di particolare interesse, come edizioni speciali di opere di letteratura per l’infanzia, prime edizioni di autori e illustratori di importanza internazionale come Bruno Munari, una raccolta delle avventure di Pinocchio di particolare valore editoriale. Di grande interesse è anche il Fondo Luigi Grossi che raccoglie circa 70 libri di lettura della scuola elementare che coprono un arco di tempo che va dagli anni ’20 agli inizi degli anni ’60 mostrando, attraverso i testi dedicati agli scolari, l’immagine della società civile, del pensiero e della cultura che ha preceduto accompagnato e lasciato alle spalle dell’Italia il grande conflitto della seconda guerra mondiale.  La Biblioteca dei Ragazzi, inoltre, aderisce da 8 anni al progetto Nati per leggere, proponendo un’ampia scelta di libri adatti a questa fascia d’età.

JESI, “PATRIA” DEGLI OBIETTORI DI COSCIENZA PRO LIFE
Possiamo infine dire che, Jesi, si configura come un Comune family friendly anche per un ultimo particolare motivo. Si tratta della “patria” dei medici pro life. Infatti, di recente, si è meritata addirittura la “censura” del Comitato europeo per i servizi sociali a causa del personale sanitario obiettore di coscienza all’aborto che, negli ospedali del Comune, non garantirebbe il “servizio” e il “diritto” all’i.v.g. Come dichiarato al proposito dal vescovo locale Mons. Gerardo Rocconi, siccome «oggettivamente l’aborto è soppressione di una vita, eliminare la vita non possiamo considerarlo né un servizio, né un diritto» (cit. in Federico Catani, Eliminare la vita non è né un servizio né un diritto. Intervista a S.E. Mons. Rocconi, Vescovo di Jesi, in Notizie ProVita, n. 22, settembre 2014, p. 23). Del resto, per l’Associazione italiana Ginecologi Ostetrici Cattolici, l’obiezione di coscienza dei medici che non intendono partecipare alla c.d. interruzione volontaria di gravidanza è e dovrebbe rimanere un diritto soggettivo indispensabile per garantire la sopravvivenza della libertà in uno Stato democratico (cfr. A.I.G.O.C., L’Italia è ancora uno stato democratico e libero?, in http://www.aigoc.it/, 10 gennaio 2014).

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