Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Eterologa, le nuove regole e le reazioni dopo il sì delle regioni

I governatori delle Regioni, riuniti questa mattina in conferenza, hanno approvato all’unanimità le linee guida sulla fecondazione eterologa varate ieri da tecnici e assessori regionali alla salute dopo la sentenza del 9 aprile scorso della Corte Costituzionale che ha tolto il divieto di ricorrere a un donatore esterno di ovuli o spermatozoi nei casi di infertilità assoluta.

COSA PREVEDE IL REGOLAMENTO
Il documento varato prevede che la fecondazione eterologa sia gratuita o si ottenga dietro il pagamento di un ticket, prevista cioè nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) a patto che le donne riceventi non abbiano superato il limite dei 43 anni. Il bambino nato da fecondazione eterologa dovrà avere lo stesso colore di pelle della coppia ricevente e avrà la possibilità di chiedere di conoscere l’identità del padre o madre biologici una volta compiuti i 25 anni di età. Fermo restando il principio dell’anonimato e la tutela della riservatezza in caso di dissenso del donatore. In casi straordinari, dietro specifica richiesta e con procedure istituzionalizzate, per eventuali problemi medici della prole i dati clinici del donatore/donatrice potranno essere resi noti esclusivamente al personale sanitario.
Limiti d’età sono stati previsti anche per chi decide di donare: 20-35 anni per le donne e 18-40 per gli uomini. È previsto inoltre un limite massimo di 10 nati per ciascun donatore. La coppia che ha già avuto un figlio da eterologa potrà però chiedere di avere altri figli con lo stesso metodo con lo stesso donatore.

LA PALLA PASSA AL PARLAMENTO
“Con le linee guida sull’eterologa le Regioni hanno mandato un segnale politico forte al Parlamento, a cui rivolgo un appello accorato perché legiferi”, ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino, nella conferenza stampa che ha concluso la riunione di oggi a Roma.
“Approvando questo documento di linee guida all’unanimità le Regioni hanno saputo dare un segnale di civiltà e umanità verso le coppie infertili e sostituire con la loro concretezza l’inerzia dello Stato che, senza questo nostro contributo, sarebbe durata chissà quanto, lasciando aperto un gigantesco vuoto legislativo “, ha detto il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia.
“C’è voluto l’intervento delle Regioni per spronare il partito di maggioranza, sempre riottoso ad aprire una questione che disturba molto una componente del partito”, ha commentato sulla stessa linea il giornalista ed editorialista Guglielmo Pepe sul suo blog su Repubblica.

SERVE UNA LEGGE
Precisazioni in merito sono giunte dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: “Le Regioni fanno bene a lavorare insieme per trovare una linea comune ma una legge è necessaria anche per l’inserimento dell’eterologa nei Lea e in materia di ticket. Ho inviato la bozza di decreto a Camera e Senato e auspico che il lavoro parlamentare sia veloce”.
A reclamare una legge a tutela dei nascituri è stato anche il presidente dei senatori del Nuovo Centro Destra, Maurizio Sacconi che ha sottolineato alcuni aspetti del documento: “Colpisce il vincolo della omogeneità del colore della pelle dei genitori con quello del donatore – si legge in una nota – Si apre inesorabilmente un’idea di selezione della specie umana che può avere sviluppi prevedibili e imprevedibili. Se ne parli in Parlamento, nel luogo dei rappresentanti del popolo e non soltanto nei recinti delle élite giudiziarie”, ha scritto Sacconi.

CAMBIO PAGINA
Il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ha condiviso su Twitter la sua approvazione:

DIVERSE REAZIONI
Mentre una serie di coppie gioiscono per il risultato raggiunto ed altre si sono messe già all’opera presso l’ospedale Careggi di Firenze che oggi ha nel frattempo effettuato una decina di visite per i consulti preliminari, in Rete l’entusiasmo per l’approvazione del documento si mescola all’opposizione di molti all’utilizzo di questa tecnica e alle modalità di attuazione previste.

UN DESIDERIO, NON UN DIRITTO
“Piuttosto che incentivare il mercato dei gameti sulla pelle delle donne ed accelerare senza motivo plausibile un atto amministrativo su tecniche, oltre che eticamente inaccettabili, di limitatissimo interesse pubblico, perché non affrontare seriamente e porre rimedio all’estenuante, infinita trafila che deve sopportare una coppia nel cammino dell’adozione?”, ha commentato Olimpia Tarzia, presidente del Movimento PER, Politica Etica Responsabilità, e vice presidente della commissione cultura della Regione Lazio che ha aggiunto: “Il sistema sanitario nazionale si fa carico economicamente del diritto alla salute garantendo la cura, su di esso non possono gravare anche le spese dell’eterologa che di fatto non cura, ma risponde ad un desiderio”.

Un grido di allarme giunge anche da Alessandra Servidori, consigliere nazionale di parità presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali che ha affidato le sue perplessità ad un post sul suo blog su Formiche.net“Ma che razza di Paese siamo se i centri di procreazione, fabbriche di bambini in vitro, appoggiati dai tribunali, non valutano i rischi micidiali di una scelta così scellerata?”, ha tuonato Servidori.

CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter