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Italia, Paese a sovranità limitata

E’ sconcertante che l’unica ricetta che la classe politica italiana sappia ormai proporre per uscire dalla crisi economica più devastante dai tempi della II Guerra Mondiale, sia quella di affidare le sorti del nostro Paese unicamente alle volontà ed imposizioni decise aldilà dei confini nazionali. Questa mia amara considerazione scaturisce dai sempre più frequenti appelli di esponenti politici nazionali e di personaggi con cariche Istituzionali, verso cessioni di sovranità al fine di adottare imposizioni economiche e modifiche radicali nell’assetto istituzionale-giuridico-amministrativo-fiscale, tese ad uniformare il nostro Paese verso un modello forgiato unicamente a vantaggio d’interessi di parte e distanti dal nostro DNA e modus operandi consolidato che, a torto o a ragione, aveva permesso all’Italia di diventare uno dei protagonisti industriali nel panorama mondiale.

La scusa invocata dai più è il rispetto delle regole sottoscritte e sancite dai Trattati ad iniziare da Maastricht, ignorando, nella migliore e benevola ipotesi, che la subdola evoluzione costante dei principii concepiti 24 anni fa per giungere ad una convergenza monetaria, sono stati profondamente stravolti, fino a modificare completamente lo spirito stesso allora sancito. Il vincolo esterno doveva essere solo lo stimolo a compiere ciò che la pigra classe politica italiana non riusciva in modo autonomo a realizzare, ma sempre lasciando comunque grandi margini di autonomia decisionale nelle scelte di politica economica.  Invece sono sempre più stati codificati e adottati dei “piloti automatici”, cioè meccanismi tecnici che si sono sovrapposti e surrogati ai rispettivi governi nazionali con il preciso scopo di esautorare completamente la mediazione politica dalle scelte di politica economica domestica, bypassando l’irrinunciabile e inalienabile diritto dei cittadini di poter decidere le sorti del proprio Paese con le tutele previste dalle più elementari regole poste a fondamento di ogni democrazia.

Chi ha deciso questa mutazione? Chi ha consentito che oligarchie autoreferenziali e non elette, s’impadronissero di poteri così forti tanto da sostituirsi completamente a quelli previsti dalle Costituzioni nate dalle ceneri di guerre e contrasti che hanno lacerato profondamente per secoli e secoli il Continente Europeo? Coloro i quali invocano e auspicano che la c.d. Troika si sostituisca in tutto e per tutto nelle decisioni nazionali, conoscono almeno i principii sanciti dalle Costituzioni, ad iniziare dalla nostra, o pensano di poterle ignorare senza che i veri e soli “azionisti di maggioranza assoluta” dei Paesi membri, cioè i rispettivi cittadini, siano consapevoli e consenzienti?

Il nostro Paese è già a sovranità limitata dal 1981, da quando una scellerata decisione mutilò la funzione irrinunciabile di qualsiasi Banca Centrale, che si definisca tale, a determinare in modo autonomo i tassi d’interesse da corrispondere ai titoli del debito pubblico, lasciando ai mercati di poterlo fare secondo le proprie esigenze e qualsiasi ulteriore futura cessione andrà a discapito della collettività, in quanto seguirà logiche che esulano dal raggiungimento del bene comune. Il voto deve rimanere ben saldo nelle mani dei cittadini e non essere ceduto ai mercati per la determinazione della bontà o meno delle scelte di politica economica!

I personaggi che tanto si affannano affinché il nostro Paese non esiti ad affidarsi alle direttive e imposizioni della Troika, possono con la stessa sicurezza e certezza assicurarci che il percorso sia reversibile se i risultati saranno catastrofici o non sia necessario un altro Risorgimento per potercene liberare?

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