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Papa Francesco andrà a Strasburgo per svegliare l’Europa

Il Papa visiterà il Parlamento europeo di Strasburgo il prossimo 25 novembre, data nella quale terrà un discorso davanti ai membri eletti, per l’occasione riuniti in sessione solenne. Era stato il presidente dell’Europarlamento, il socialista Martin Schulz, a comunicare nella prima mattinata ai rappresentanti dei gruppi politici la decisione di Francesco di accettare l’invito che gli era stato ufficialmente rivolto quasi un anno fa, durante una visita di Schulz in Vaticano, l’11 ottobre 2013. All’epoca, Schulz era in scadenza di mandato, e non poteva ancora prevedere una riconferma alla testa dell’organo europeo.

IL PRECEDENTE DI GIOVANNI PAOLO II

Più tardi, la conferma è giunta anche da Roma, con un comunicato del direttore della Sala Stampa, padre Federico Lombardi: “Confermo quanto comunicato questa mattina dal presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, cioè che il Papa Francesco ha accettato l’invito a visitare il Parlamento europeo e a rivolgere un discorso ai suoi membri in occasione di una sessione solenne”. L’ultimo Papa a recarsi nella sede comunitaria ospitata dalla città francese era stato Giovanni Paolo II, nel lontano 1988. Un invito era stato rivolto anche a Benedetto XVI, da parte dell’ex presidente dell’Istituzione, il tedesco Hans-Gert Pottering.

“I VALORI CRISTIANI PLASMINO L’EUROPA DI DOMANI”

Il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco, capo della conferenza episcopale tedesca e presidente della Commissione degli episcopati della Comunità europea, ha osservato che “questa seconda visita del Pontefice evidenzia il continuo sostegno della Chiesa ai nobili ideali di integrazione europea. Noi speriamo – ha aggiunto – che il Santo Padre incoraggi i parlamentari europei nel loro lavoro, indicando come i valori fondamentali dell’Unione, ispirati in larga misura dalla fede cristiana, possono plasmare l’Europa di domani”.

“VERRA’ IL MOMENTO DI PARLARE D’EUROPA”

Da sottolineare che Francesco, prima di visitare ogni singolo stato membro dell’Unione, si recherà nella sede dove l’Unione è rappresentata. Sarà l’occasione per parlare d’Europa, come aveva anticipato nell’intervista concessa lo scorso inverno al direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli: “Lei ricorda il giorno in cui ho parlato dell’Asia? Che cosa ho detto? (qui il cronista si avventura in qualche spiegazione raccogliendo vaghi ricordi per poi accorgersi di essere caduto in un simpatico trabocchetto). Io non ho parlato né dell’Asia, né dell’Africa, né dell’Europa. Solo dell’America Latina quando sono stato in Brasile e quando ho dovuto ricevere la Commissione per l’America Latina. Non c’è stata ancora l’occasione di parlare d’Europa. Verrà”, diceva prima di recarsi in Corea lo scorso agosto.

LA QUESTIONE DELLE RADICI CRISTIANE E IL FENOMENO IMMIGRAZIONE

Il capogruppo del Partito popolare europeo, Manfred Weber, commentando l’annuncio dell’imminente arrivo del Pontefice, ha osservato che “con questa visita ai rappresentanti dei cinquecento milioni di cittadini europei, Sua Santità Francesco invia un forte segnale pro-europeo, ricordando a tutti le radici cristiane del nostro continente”. E’ possibile, però, che il Papa si soffermi anche sui temi che più ha rilanciato in questo anno e mezzo di pontificato, a partire dalla questione della povertà e dell’immigrazione, che sempre più forte bussa alle frontiere d’Europa. Non a caso, tra le sue prime uscite ufficiali dal Vaticano vi fu la visita-lampo a Lampedusa, avamposto dell’Unione meta di continui sbarchi di migranti dall’Africa.

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