Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Tra Floris e Giannini hanno vinto Benigni e la noia

Questo commento è stato pubblicato oggi su L’Arena di Verona, Giornale di Vicenza e Bresciaoggi

Lo spettacolo di parole è ricominciato, e la madre di tutte le battaglie del genere è andata finalmente in onda, preceduta da squilli di tromba e rulli di tamburo che da giorni annunciavano il duello di prima serata. Di qua “Ballarò” (Rai 3), condotto dall’emozionato ex vicedirettore di Repubblica, e più volte ospite del programma, Massimo Giannini. Con pistolotto d’esordio e un Roberto Benigni sempre in gran forma subito buttato nell’agone. Di là il nuovo – ma poco fantasioso nel nome – “Dimartedì” (La7), condotto dall’ex conduttore di Ballarò, Giovanni Floris, succinto nella presentazione di sé e di Maurizio Crozza nei panni di un Matteo Renzi non così divertente come al solito. Giannini-Floris, quasi una guerra in famiglia, se poi si pensa che i due giornalisti hanno invitato l’uno il direttore del Corriere, Ferruccio De Bortoli, l’altro l’ex direttore del Corriere, Paolo Mieli. Ed entrambi con sondaggisti. Anche se i veri protagonisti erano e sono i politici.

Nel confronto a distanza il colpo l’assesta Ballarò grazie alla presenza di due personaggi che da tempo non s’affacciavano sullo schermo televisivo (la novità è sempre notizia): il benvenuto di Benigni e l’intervista troppo legnosa con un Romano Prodi in vena di racconto. Ma il Giannini-Floris con la sua carovana di artisti, professori, santi e navigatori non è l’eccezione in tv. E’ ormai la regola che regna nei programmi da lunedì a venerdì e da un canale all’altro. Prima o seconda serata, emittente pubblica o privata fa poca differenza: qui comanda il talk show. Nome in inglese che non riesce a camuffare un’abitudine politica e giornalistica molto italiana. Che è quella di parlare di tutto, senza dire niente. Di scambiarsi ogni tipo d’accusa, senza rischiare niente. Di promettere ogni volta la luna, senza aver dato qualche buon esempio sulla Terra. Di esibire la faziosità. Tranne che in rare occasioni, nulla si approfondisce davvero e poco il telespettatore alla fine apprende o scopre, pur avendo passato molto del suo tempo col telecomando in mano. Il resto è noia.

Spesso l’incontro di ospiti che sono sempre quelli, come un circo che gira piantando le sue tende da un’antenna all’altra, si trasforma in ring e la discussione in rissa. Accade non a beneficio del pubblico a casa, ma della percentuale d’ascolto che la trasmissione potrà accertare e rivendicare a beneficio della pubblicità. Niente di nuovo sotto il sole.

Peccato. Perché mai come ora gli italiani vorrebbero capire, sapere, poter mettere sul serio a confronto idee e soluzioni non fra Narcisi diversi e ripetitivi seduti in poltrona a litigare fra loro, ma tra le persone che pur governano o comunque rappresentano il Paese di tutti. Il talk-show è diventato una catena di montaggio che spiega e svela poco, alienando l’interesse di tanti che sono, prima che telespettatori, cittadini.

Tra Giannini e Floris ha vinto Benigni.

CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter