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Primo raid aereo francese in Iraq

L’Ufficio del presidente Francois Hollande, ha comunicato che nella mattinata odierna (intorno alle 9:40) la Francia ha condotto il primo raid aereo in Iraq, contro le posizioni dello Stato Islamico.

L’attacco, secondo le dichiarazioni, ha riguardato un deposito logistico situato nel nord est iracheno. L’area è molto calda, ed è stata quella più battuta dagli oltre 170 bombardamenti americani fin qui comunicati da CENTCOM – ieri, in uno di questi proprio nella zona prossima a Mosul, confine nordorientale del paese al limite del Kurdistan, un B1 Lancer dell’US Air Force ha colpito pesantemente un campo di addestramento dell’IS uccidendo decine di combattenti e mettendo fuori uso diversi mezzi.

Giovedì il presidente Hollande aveva comunicato ufficialmente quella che era una decisione già nota da qualche giorno: «La Francia ha acconsentito alla richiesta di supporto aereo iracheno», specificando che i Rafale della base aerea di al-Dhafra negli Emirati Arabi, si sarebbero limitati al territorio di Baghdad – tradotto, per il momento sarebbero restati fuori dalla controversa questione dei raid in Siria.

«Obiettivo colpito e completamente distrutto» si aggiunge nella nota del Bureau présidentiel. E così la Francia diventa di fatto il primo partner americano a prendere parte direttamente nella controffensiva allo Stato Islamico.

La politica estera di Hollande si sta spostando molto su posizioni interventiste e americaniste. Secondo fonti dei media locali, Francia e USA avrebbero chiesto all’Algeria il permesso di utilizzare il proprio territorio – e il proprio spazio aereo – come supporto logistico per interventi militari nella Libia del Sud. Altro fronte rispetto a quello siro-iracheno, ma che conferma la forte volontà francese di combattere i jihadisti. A tale proposito il ministro della Difesa Jean Yves Le Drian aveva fatto sapere che sarebbe stato possibile estendere l’operazione di sicurezza “Barkane” – che sorveglia il deserto del Sahel dopo la fine della missione MISMA in Mali – fino al limite meridionale del territorio di Tripoli.

Lo scorso anno, di questi tempi, fu proprio Parigi il primo e più deciso sostegno alle minacce di Obama di bombardare la Siria – dopo il massacro chimico alla periferia di Damasco, ordinato dal regime. In quell’occasione, per poco Hollande non cominciò gli attacchi da solo, visto che la Casa Bianca cambiò idea di colpo, senza avvertire l’Eliseo.

Adesso arrivano i primi segnali positivi – e concreti – per quella che è stata definita dai critici la “coalizione dei non-volonterosi” anti-IS. Ora il problema è la Siria, dove al confine turco le forze di autodifesa curde stanno subendo pesanti attacchi da parte delle forze del Califfo – l’area si trova intorno alla città di Kobane, passaggio strategico che porta dalla Turchia direttamente fino a Raqqah, capitale siriana del Califfato. Per il momento le forze dell’YPG sono supportate dall’arrivo di rinforzi del Pkk – che in alcune aree sono praticamente fusi. Ma servirà aiuto se l’offensiva continua, anche perché da giovedì giravano notizie che più di dieci villaggi sono passati sotto il controllo dell’IS.

Il dilemma resta: sarà possibile dare supporto aereo ai curdi siriani? «Seguiranno altre operazioni» che prevedono «l’impegno delle forze francesi a fianco delle forze irachene e dei peshmerga», chiude la nota dell’Eliseo. Ma sulla Siria Hollande è stato chiaro.

@danemblog

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