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Progetto Tempa Rossa, Vendola intralcia Eni?

Il progetto Tempa Rossa stoppato dalla Regione Puglia, che potrebbe aver definitivamente scritto la parola fine alla costruzione dei due serbatoi supplementari nel capoluogo jonico per stoccare il greggio lucano. Ecco perché l’Eni può perdere l’affare in ballo a Taranto, nonostante tre anni fa abbia regolarmente ottenuto la compatibilità ambientale. Attesa la revisione dell’Aia.

DOPPIO STOP
Si tratta del terzo e forse definitivo stop al progetto. Dopo i rinvii dello scorso luglio, il 25 settembre la Regione Puglia aveva chiesto il riesame del parere di Via (Valutazione di Impatto Ambientale) e Aia sul progetto Tempa Rossa. Ma adesso la stessa Regione guidata dal governatore Nichi Vendola intende chiedere al Ministero dell’Ambiente la revisione dell’Aia. Pochi giorni fa la relazione dell’Agenzia Regionale di Protezione Ambientale (Arpa) metteva in evidenza l’esigenza che il parere di Via/Aia fosse riesaminato dall’autorità competente. L’obiettivo? Valutare gli effetti ambientali e il potenziale danno sanitario.

TEMPA ROSSA
Il progetto dell’Eni (tra l’altro impegnata con successo nell’operazione da 130 milioni di euro targata Eni ed Edison) prevede la costruzione di due serbatoi supplementari di circa 180mila metri cubi oltre all’implementazione del pontile di 355 metri. Lo scopo è ottenere lo stoccaggio e lo smistamento del greggio relativo alla concessione Gorgoglione, estratto in Basilicata, in località Corleto Perticara. Ma nel caso in questione non vi sarebbero elementi oggettivi che giustifichino l’automatica revisione dell’Aia. Tempa Rossa già nel 2011 ottenne dal Ministero dell’Ambiente la compatibilità ambientale.

ITER
Ma non è tutto, perché quindici mesi fa il comitato tecnico regionale pugliese rilasciò per Tempa Rossa il nulla osta di fattibilità, anche se evidenziando alcune prescrizioni di cui il gestore avrebbe dovuto tenere conto. L’Arpa però oggi mette l’accento sull’assenza di una valutazione integrata circa i rischi dati dalla vicinanza dello stabilimento Ilva.

IL PROGETTO
Pochi giorni fa in occasione della presentazione del progetto con Confindustria Taranto, Total E&P Italia, Shell Italia E&P e Mitsui E&P Italia B, gli attori in causa avevano sottolineato che Tempa Rossa era stata classificata come opera “di interesse strategico nazionale ed è oggi uno dei principali progetti di sviluppo industriale in corso in Italia interamente sostenuto da capitali privati”.

DOVE
Il giacimento petrolifero situato nell’alta valle del Sauro, si estende a 4 km dal Comune di Corleto dove si trovano i cinque pozzi principali, mentre il sesto pozzo si trova nel Comune di Gorgoglione. Dopo l’ottenimento delle autorizzazioni, è prevista la perforazione di altri due pozzi. Quando sarà a regime il sito disporrà di una capacità produttiva giornaliera di circa 50.000 barili di petrolio, 230.000 m³ di gas naturale, 240 tonnellate di GPL e 80 tonnellate di zolfo.

SVILUPPO
Oltre ai pozzi, il progetto prevede la costruzione di un centro di trattamento oli dove gli idrocarburi estratti verranno trattati e separati nei diversi sottoprodotti; la costruzione di un centro di stoccaggio GPL oltre ai lavori di modifica di infrastrutture di servizio. I vantaggi sono dati dal fatto che Tempa Rossa beneficia della vicinanza di infrastrutture esistenti, distanti 8 km. Così il gas sarà facilmente convogliato alla rete locale di distribuzione SNAM e il petrolio trasportato tramite condotta interrata fino all’oleodotto “Viggiano-Taranto”.

CHI PARTECIPA
Oltre al colosso TOTAL E&P Italia, incaricato dello sviluppo del progetto, vi sono Mitsui E&P Italia B S.r.l. e Shell, entrambi con il 25%.

twitter@FDepalo

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