Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

Da De Gasperi all’IA: come si scrive la storia. Lezioni di futuro
L’Europa (in)difesa. Tutte le mosse di Bruxelles

La Francia decreta la condanna a morte dell’euro!

Finalmente i nostri cugini d’Oltralpe l’hanno capito: ciò che doveva servire a mettere sotto tutela la Germania si è rivelata essere invece la più formidabile arma per mettere tutta l’Europa sotto la loro egemonia! Il governo ha fatto sapere alla Commissione Europea, per voce del Ministro delle Finanze Michel Sapin, che la Francia “rifiuta l’austerità” e per “rimettere il Paese sulla strada giusta” non rispetterà gli obiettivi di deficit fino al 2017!

Infatti per quest’anno si prevede nei conti francesi un deficit del 4,4%, un 4,3% nel 2015 e un 3,8% nel 2016 e tutto questo senza chiedere permessi a nessuno e tantomeno temendo l’arrivo di letterine varie affrancate a Francoforte, rimbrotti di qualche Commissario UE di turno genuflesso o attirarsi i fuochi e i fulmini dei falchi tedeschi con annesse minacce sul rispetto dei patti sottoscritti.

Viva la faccia dei francesi che hanno la forza politica di poterselo permettere, rispetto alle pietose scene di molti personaggi italiani, più assimilabili a maggiordomi accondiscendenti che a politici che operano nell’interesse del proprio Paese, sempre pronti a prostrarsi in inchini alla corte di Berlino subito dopo aver incassato la fiducia dal Parlamento! Comportamento deleterio che produce il duplice effetto negativo di riconoscimento della loro egemonia e l’ancora più grave certificazione della bontà delle loro politiche economiche che hanno finora letteralmente “appestato” di deflazione non solo l’intero Vecchio Continente, ma anche mezzo Mondo!

Parigi ha giustamente preferito fare gli interessi del proprio Paese e non quelli degli altri, rifiutandosi di perseguire politiche economiche completamente errate e pertanto ha fatto sapere che “il governo, assumendosi la responsabilità di bilancio di rimettere sulla giusta strada il Paese, respinge l’austerità”. Non sappiamo ancora come reagirà la Germania dopo aver preso questo sonoro schiaffone proprio dall’altro Paese con cui aveva concordato questa aggregazione monetaria, ma è da scommetterci che non potrà fare più di tanto e dovrà tacere nei fatti come d’altronde fecero tutti gli altri Paesi, zitti e “distratti”, quando nel 2003 furono proprio loro a sforare i “sacri” parametri di Maastricht!

Ma ora le implicazioni sono molto più complesse: è in atto da sei anni una recessione economica fra le più devastanti della storia economica, e il governo francese raggiungendo deficit con questi valori percentuali per più esercizi continuativi, se da una parte darà una boccata d’ossigeno all’economia domestica, dall’altra non farà altro che aumentare il proprio debito pubblico, che per loro stessa ammissione si avvicinerà presto alla psicologica soglia del 100% sul PIL, senza tuttavia poter usare strumenti autonomi di politica economica e monetaria per poterlo gestire.

Sarà questa la mossa di Parigi nel prossimo futuro, cioè riprendersi la sovranità monetaria persa, per gestire il debito e per far fronte alle reali esigenze del Paese e non gli assurdi diktat della Troika? Perché il problema si presenterà molto presto e dubito che i francesi siano disponibili come gli italiani nel convivere con avanzi primari da uccidere una mandria di elefanti in corsa e che hanno distratto negli anni risorse enormi all’economia del paese facendoci precipitare nella più devastante crisi dal dopoguerra.

Di una cosa siamo ormai certi: con la decisione della Francia di ritornare alla propria politica economica, infischiandosene alla grande del modello economico proposto-imposto dalla liturgia tedesca che si fonda sulla stabilità dei prezzi e l’esasperato rigore dei conti pubblici come presupposto per la crescita, il conto alla rovescia dell’euro è iniziato!

I “nostri” (si fa per dire!) hanno recepito il messaggio dei francesi e faranno meno inchini pensando di più all’interesse del “proprio” (anche qui per modo di dire!) Paese o continueranno indefessamente ad eseguire ciecamente gli ordini dell’asse Bruxelles-Francoforte-Berlino?

Nel frattempo, Vive la France, e detto da un italiano…vale doppio!

CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter

LE NOSTRE RIVISTE

formiche AirPress decode39 healthcarepolicy

SEGUICI SUI SOCIAL