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Chi pagherà per il maxi sconto di Agcom a Rai e Mediaset

In attesa del testo ufficiale della delibera Agcom sul riassetto dei canoni sulle frequenze Tv, stampa ed esperti del settore si interrogano sulle possibili conseguenze del nuovo regolamento.

Lo sconto a vantaggio di Rai e Mediaset, e la promessa dell’invarianza complessiva del gettito dello Stato (stabilito dal governo Monti) sottolineata dal commissario Antonio Martusciello in un’intervista a Formiche.net, lasciano presagire che l’operazione favorevole al Biscione e al Servizio pubblico televisivo (in sette anni il gruppo della famiglia Berlusconi potrebbe risparmiare almeno 80 milioni di euro, mentre la riduzione per Rai si aggirerebbe intorno ai 126 milioni) implichi effetti sfavorevoli per altre aziende.

PROBABILI COMPENSAZIONI
Fatto salvo il passaggio dell’onere concessorio dai fornitori di contenuti agli operatori di rete avvenuto con il passaggio al digitale, ciò che desta preoccupazione – secondo alcuni addetti ai lavori – è il destino dei piccoli operatori sui quali l’Agcom potrebbe adesso recuperare un po’ dell’ammontare sgravato ai due giganti.
“Se così dovessero rimanere le cose – si legge sull’inserto Affari e Finanza di Repubblica – , la stragrande maggioranza del minor gettito di Rai e Mediaset dovrebbe venire compensato soprattutto da Persidera, la jv tra Telecom Italia Media e Gruppo Espresso che vedrebbero moltiplicato circa per 10 volte l’esborso oggi a carico delle due reti La7, Mtv e Djtv”.

RAPPORTO TRA VECCHIA E NUOVA CONTRIBUZIONE
Durante la puntata del 5 ottobre di “Presi per il Web“, la trasmissione di Radio Radicale condotta da Marco Perduca, Marco Scialdone e Fulvio Sarzana, il Commissario Agcom Antonio Nicita ha fornito un’altra chiave di lettura: “È evidente che, sconto o non sconto, dipende unicamente dalla risoluzione del rapporto tra vecchia e nuova contribuzione: se si ritiene che questo nuovo sistema sia interamente sostitutivo del vecchio, e che quindi non si debba chiedere contribuzione ai soggetti che svolgono attività audiovisiva, si crea ovviamente una situazione di mancate entrate; se invece, come io ritengo, la parte degli operatori di rete è soltanto una parte del tutto, allora la questione del buco finanziario non si pone”, ha spiegato il commissario.

Ribadendo i motivi della sua contrarietà alle misure contenute nella delibera recante i criteri per la determinazione dei contributi annuali per l’utilizzo delle frequenze televisive terrestri Nicita si augura “che da ciò arriveranno presto novità legislative nell’ambito della vasta azione di riforma che il Sottosegretario Giacomelli ha annunciato e che sono sicuro riuscirà a portare a termine”.

GOVERNO E UE IN ALLERTA
Nel frattempo secondo quanto confermato dal sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli a margine della riunione informale dei ministri Ue delle tlc a Milano, il governo starebbe vagliando una norma che sospenda l’effetto della delibera Agcom sul canone delle frequenze, evitando così quel meccanismo che condurrà al maxi-sconto per Rai e Mediaset.
“Per eliminare gli effetti della delibera – ha dichiarato Giacomelli – bisognerà procedere alla determinazione dei criteri in fase di transizione e alla ridefinizione della normativa”.

Il vantaggio dei due incumbent del mercato tv italiano potrebbe inoltre riaprire la partita con Bruxelles: “Sarebbe un colpo di coda dell’ormai ex duopolio ai danni del resto del mercato. E questo riaprirebbe la partita della procedura di infrazione a carico dell’Italia che risale quasi dieci anni fa, al momento dell’assegnazione delle nuove frequenze digitali terrestri”, ha scritto Affari e Finanza.

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