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Sinodo, così la Chiesa apre a divorziati e omosessuali

Nessuna linea ufficiale emerge dalla Relatio post disceptationem letta in apertura della undicesima congregazione generale dal cardinale Peter Erdo, Relatore Generale del Sinodo sulla famiglia.

I padri non hanno ancora votato – lo faranno sulla Relatio Synodi, che sarà diffusa al termine delle due settimane di lavori –. Molto, però, s’intravede dal testo che chiude e ricapitola i contenuti essenziali del dibattito della prima fase dell’assemblea. E tutti i segnali vanno nella direzione di aperture forti, anche verso le coppi omosessuali, le quali hanno “diritti che vanno difesi e garantiti”, ha detto in conferenza stampa il segretario speciale del Sinodo, monsignor Bruno Forte.

I TEMI PRINCIPALI

La Relazione è divisa in tre parti: l’ascolto, lo sguardo su Cristo, il confronto. E’ stato ribadito come “l’individualismo esasperato che snatura i legami familiari” finisca per “considerare ogni componente della famiglia come un’isola, facendo prevalere in certi casi l’idea di un soggetto che si costruisce secondo i propri desideri assunti come un assoluto”. Come già era emerso durante i briefing ufficiali, un’attenzione particolare l’hanno avuta “i contesti culturali e religiosi che pongono sfide particolari”. In particolare, si è molto discusso di poligamia, matrimoni per tappe e matrimoni combinati.

“DOTTRINA VA PROPOSTA INSIEME ALLA MISERICORDIA”

La direttrice che sembra prevalere è quella di puntare alla situazione particolare delle persone, con la Chiesa che “avverte la necessità di dire una parola di speranza e di senso”. E ancora, “occorre accogliere le persone con la loro esistenza concreta, saperne sostenere la ricerca, incoraggiare il desiderio di Dio e la volontà di sentirsi pienamente parte della Chiesa anche di chi ha sperimentato il fallimento o si trova nelle situazioni più disparate. Questo esige che la dottrina della fede, da far conoscere sempre di più nei suoi contenuti fondamentali, vada proposta insieme alla misericordia”. Non ci si può limitare, è stato detto, “a un annuncio meramente teorico e sganciato dai problemi reali delle persone”.

L’ATTENZIONE PER I DIVORZIATI RISPOSATI

Uno dei punti su cui più s’è insistito, la scorsa settimana, è stato quello della gradualità. A tal proposito, Erdo ha chiarito che “in ragione di tale legge, si tratta di leggere in termini di continuità e novità l’alleanza nuziale, nell’ordine della creazione e in quello della redenzione”. Riguardo il matrimonio naturale – la cui “consistenza propria e il valore” vanno ribaditi – “alcuni si domandano se sia possibile che la pienezza sacramentale del matrimonio non escluda la possibilità di riconoscere elementi positivi anche nelle forme imperfette che si trovano al di fuori di tale realtà nuziale, a essa comunque ordinate”. E’ necessario, si legge, “un discernimento spirituale riguardo alle convivenze e ai matrimoni civili e ai divorziati risposati”, tutte fattispecie cui la “Chiesa si volge con rispetto”, benché “partecipino alla sua vita in modo incompiuto e imperfetto”. L’importante, ha sottolineato Erdo, è “apprezzare più i valori positivi che custodiscono, anziché i limiti e le mancanze”.

“COGLIERE LA REALTA’ POSITIVA DEI MATRIMONI CIVILI”

Non pochi interventi hanno messo in rilievo che “una dimensione nuova della pastorale familiare odierna consiste nel cogliere la realtà dei matrimoni civili e, fatte le debite differenze, anche delle convivenze”. Infatti, “quando l’unione raggiunge una notevole stabilità può essere vista come un germe da accompagnare nello sviluppo verso il sacramento del matrimonio”. E comunque, “una sensibilità nuova della pastorale odierna consiste nel cogliere la realtà positiva dei matrimoni civili”.

“NECESSITA’ DI SCELTE PASTORALI CORAGGIOSE”

Quanto al capitolo più controverso (separati, divorziati non risposati o risposati), “nel Sinodo è risuonata chiara la necessità di scelte pastorali coraggiose”, a cominciare da “cammini pastorali nuovi che partano dall’effettiva realtà delle fragilità familiari, riconoscendo che esse, il più delle volte, sono più subìte che scelte in piena libertà”. Circa “la possibilità di accedere ai sacramenti della penitenza e dell’eucaristia, alcuni hanno argomentato a favore della disciplina attuale”, mentre “altri si sono espressi per una maggiore apertura a condizioni ben precise”. In ogni caso – ed è questa la linea che sembra prevalere – “l’eventuale accesso ai sacramenti” dovrebbe essere “preceduto da un cammino penitenziale sotto la responsabilità del vescovo diocesano e con un impegno chiaro in favore dei figli”. Nessuna generalizzazione, dunque, ma una possibilità “frutto di un discernimento attuato caso per caso, secondo una legge di gradualità che tenga presente la distinzione tra stato di peccato, stato di grazia e circostanze attenuanti”.

COMUNIONE SACRAMENTALE E COMUNIONE SPIRITUALE

Interessante, poi, notare come “non pochi padri sinodali” abbiano sposato uno degli interrogativi posti con più forza dal cardinale Walter Kasper nella relazione teologica tenuta in concistoro, lo scorso febbraio: “Se è possibile la comunione spirituale, perché non poter accedere a quella sacramentale?”.

ATTEGGIAMENTO NEI CONFRONTI DELLE PERSONE OMOSESSUALI

Infine, in merito all’atteggiamento nei confronti delle persone omosessuali – ribadito che per la Chiesa le unioni tra persone dello stesso sesso non possono essere equiparate al matrimonio fa uomo e donna – il cardinale Erdo ha detto che “non è accettabile che si vogliano esercitare pressioni sull’atteggiamento dei pastori o che organismi internazionali condizionino aiuti finanziari all’introduzione di normative ispirate all’ideologia del gender”. Inoltre, si afferma che “il mutuo sostegno fino al sacrificio costituisce un appoggio prezioso per la vita dei partner”, e in ogni caso “la Chiesa ha un’attenzione speciale verso i bambini che vivono con coppie dello stesso sesso, ribadendo che al primo posto vanno messi sempre le esigenze e i diritti dei piccoli”.

ALLARGATO IL TEMA DEL SINODO 2015

In apertura di congregazione, il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, aveva annunciato il tema dell’Assemblea ordinaria che si terrà dal 4 al 25 ottobre del prossimo anno: “La vocazione e la missione della famiglia nella chiesa del mondo contemporaneo”.

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