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La frenata del Sinodo su divorziati e gay

Sono state presentate ieri le relazioni dei circoli minori, i gruppi di lavoro ristretti chiamati a proporre modifiche alla Relatio post disceptationem presentata lunedì scorso dal cardinale ungherese Péter Erdo. E gli emendamenti sono stati molti, frutto di una discussione che ha visto emergere “punti di vista diversi, non bisogna nasconderlo”, ha detto durante il briefing quotidiano in Sala stampa il cardinale Christoph Schoenborn, arcivescovo di Vienna.

 GLI APPROFONDIMENTI NECESSARI

Nessun via libera alla riammissione dei divorziati risposati al sacramento della comunione. Anche i gruppi più aperturisti si ribadisce che la questione merita approfondimento, “a livello teologico e giuridico” scrive il circolo moderato dal cardinale catalano Lluis Martinez Sistach. Il primo circolo in lingua italiana, guidato dal cardinale Fernando Filoni, si dichiara pronto a discutere nel merito, ma solo “in riferimento al n. 84 di Familiaris Consortio”, l’esortazione promulgata più di trent’anni fa da Giovanni Paolo II.

 LA STRADA DEL CAMMINO PENITENZIALE

Chiusure nette dal primo gruppo in lingua inglese e dal primo francofono. Quest’ultimo, pur constatando la necessità di applicare la dottrina alle situazioni diverse e dolorose della nostra epoca, afferma l’impossibilità non solo di cambiare la dottrina stessa sull’indissolubilità del matrimonio, ma anche “sulla non ammissione dei divorziati risposati ai sacramenti”. Più di un gruppo ha sostanzialmente sposato l’ipotesi di aprire a un via libera alla riammissione dopo un cammino penitenziale. A ogni modo, la questione è ancora aperta e tra i padri non c’è affatto unità di vedute in merito, come peraltro faceva notare qualche giorno fa in un’intervista a un sito belga il cardinale Godfrieed Danneels.

CHIUSURE SULLE UNIONI OMOSESSUALI

Netta è invece la chiusura sul fronte omosessuali, che pure notevole (e contestato) spazio aveva avuto nella Relatio. I circoli, pressoché unanimemente, ribadiscono che un conto è l’accoglienza (dovuta a tutti), altra cosa è approvare un comportamento di vita considerato scorretto. E’ stata, questa, una delle parti più contestate della Relatio letta da Erdo. Parte, tra l’altro, da cui lo stesso relatore generale aveva già preso le distanze pubblicamente durante la conferenza stampa di presentazione del testo, lunedì scorso.

BOCCIATO IL PRINCIPIO DEL SUBSISTIT IN

Niente da fare neppure per la gradualità, nonostante su questo ci fossero stati molti sforzi in Aula, così come è arrivata la bocciatura per l’applicazione del “subsistit in”, tratto dalla Lumen Gentium che avrebbe permesso di applicare gli schemi conciliari sulla connessione tra verità e libertà religiosa anche a materie quali le convivenze o le unioni civili, per trarne “gli elementi positivi”.

DOMANI SI VOTA LA RELATIO SYNODI

Sabato sarà votata la Relatio Synodi, per il testo bisognerà con ogni probabilità attendere ancora un po’. Pare evidente, anche dalle relazioni dei circoli, che nessuna decisione sarà presa prima del Sinodo ordinario del 2015 e dal successivo pronunciamento papale. Anche questi testi, hanno ribadito dalla Segreteria generale del Sinodo, sono “strumenti di lavoro”, tappa di un cammino che Francesco ha voluto biennale.

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