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Energia solare dal deserto del Sahara, il nuovo progetto di TuNur

Sapevate che i mulini a vento sono nati tremila anni prima di Cristo in Persia? Secondo alcune fonti invece sono stati introdotti per la prima volta in Afghanistan nel settimo secolo. L’Olanda oggi è il paese più noto per i suoi numerosi mulini, ma ci sono anche in Spagna (ricordiamoci di Don Chisciotte) e li abbiamo anche in Italia, nella zona di Trapani. Quindi la storia delle energie rinnovabili in realtà è datata, non è una novità dei giorni nostri. Oggi certo si sono fatti grandi passi avanti, e per farne uno ulteriore si può decidere di dedicare del tempo per mettere i prodotti di Enel Energia a confronto con quelli di a2a, Edison e Sorgenia in modo da riuscire a fare un favore alle nostre tasche, oltre che a rispettare l’ambiente sfruttando le risorse rinnovabili.

I grandi passi avanti ci hanno portato fino al deserto del Sahara, che chiaramente ha una risorsa solare notevole, così come alcune zone desertiche della Tunisia. L’obiettivo di TuNur, una partnership tra un gruppo di investitori tunisini e la compagnia inglese Nur Energie, è di sviluppare il primo progetto per trasportare l’energia solare dal deserto del Sahara all’Europa attraverso una rete sottomarina che parte dalla Tunisia e passa per l’Italia. Per mettere in atto questo progetto sono necessarie delle leggi che facilitino l’esportazione dell’energia, e la BBC conferma che l’accordo con l’operatore di rete italiano è stato raggiunto, e verrà collegato un cavo sottomarino vicino a Roma.

TuNur si propone di operare tramite tre progetti complementari. Uno prevede la costruzione e gestione di una centrale solare termodinamica da 2GW nella parte meridionale della Tunisia, nel governatorato di Kébili. Il secondo progetto prevede l’installazione sottomarina di un cavo da 2GW che sfrutta la trasmissione di energia elettrica in corrente continua, il cui acronimo HVDC sta per High Voltage Direct Current. Questo cavo partirebbe dalla Tunisia per arrivare in Italia. Il terzo progetto sarebbe poi la vendita di elettricità ai clienti europei.

L’Italia servirebbe come punto di partenza verso il resto dell’Europa, per cui l’elettricità verrebbe “iniettata” nella nostra rete per poi essere trasportata negli altri paesi dell’Unione, perché se si considera che in Tunisia l’irradiazione solare è più elevata del 20% rispetto ai paesi europei più avvantaggiati, il potenziale da sfruttare è piuttosto importante. Non solo proprio a livello climatico, ma anche economico, in quanto le attività economiche nell’area desertica della Tunisia sono molto limitate e il costo dei terreni è irrisorio. Speriamo che non piova.

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