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Il Fatto Quotidiano, tutte le ultime baruffe tra Santoro, Travaglio e Flores d’Arcais

La querelle tra Michele Santoro e Marco Travaglio continua. E’ passata una settimana da quando il condirettore del Fatto quotidiano se n’è andato infuriato dallo studio di Servizio Pubblico, dopo lo scontro con il presidente della Liguria Claudio Burlando e la bacchettata dell’amico-conduttore perché “non si insultano le persone”. Un filmato che ha fatto il giro del web e provocato migliaia di commenti e prese di posizione pro Travaglio o pro Santoro.

L’EDITORIALE DI FLORES D’ARCAIS
A dire la sua è oggi anche il direttore di Micromega Paolo Flores d’Arcais, firma anche del Fatto. Il titolo dell’editoriale sull’ultimo numero non deve trarre in inganno. L’intellettuale spiega qual è “il torto” di Travaglio nella disputa con Santoro: l’aver minimizzato come “problema del giornalismo qualcosa che riguarda invece l’essenza stessa della democrazia: Santoro, trattando Travaglio – che cerca ostinatamente di dare voce alle modeste verità di fatto – come un ‘opinionista’ alla stregua dei Burlando, Santanchè, Brunetta, Minzolini, Fassino/a e altri habitué del pollaio/ring (mentre è uno dei pochissimi cronisti, cioè trascrittori fedeli di fatti, che ancora restino nel giornalismo italiano), spaccia overdose di una convinzione per la democrazia mefitica e micidiale”.

L’ATTACCO A SANTORO
D’Arcais cita Hannah Arendt per difendere il collega del Fatto da cui in passato aveva dissentito per la linea troppo anti-renziana data al quotidiano e assesta un colpo diretto al conduttore di Servizio Pubblico: “Mi auguro che Marco Travaglio continui a difendere quei pochi minuti di verità fattuali e di giornalismo che ancora albergano nello show di Santoro, ormai indistinguibile da quelli di Vespa&Co. Naturalmente, come osservava amaramente Hannah Arendt ‘le probabilità che la verità di fatto sopravviva all’assalto del potere sono davvero esigue’. A ciascuno di noi, secondo le sue possibilità, fare in modo che aumentino. Chi tace acconsente”.

IL BOTTA E RISPOSTA
Domani Travaglio ha fatto sapere che rientrerà al suo posto, ma è dallo scorso giovedì che la storia si arricchisce giorno dopo giorno di nuovi capitoli, scritti dai suoi stessi protagonisti. All’indomani della puntata, sul sito della trasmissione tv compare una nota bonaria di Santoro in cui dice che la porta per Travaglio è sempre aperta. Sabato l’attesa replica del condirettore del Fatto nel suo editoriale sul quotidiano in cui ironicamente chiede scusa a tutti “per non essere nato foca ammaestrata”.

LA RIFLESSIONE SUL TALK-SHOW
Domenica il giornalista torna sull’argomento per smentire le varie dietrologie scatenatesi su presunte distanze politiche tra i due e si interroga sul talk show, un format sempre più in crisi in questa nuova stagione tv, l’ultima, tra l’altro, ha annunciato Santoro, di Servizio Pubblico: “Chi insinua dissensi politici fra il conduttore renziano e il collaboratore grillino, risentimenti per l’ora tarda, nervosismi da share, gelosie da primedonne, mente per la gola. Qui la questione è un po’ più seria. Esiste ancora nel talk show uno spazio indipendente per il talk inteso come racconto di fatti veri al riparo dallo show, cioè del pollaio gabellato per ‘contraddittorio’ e ‘ascolto’ dove chi ha torto e mente passa dalla parte della ragione e della verità solo perché se ne sta comodo a cuccia, certo dell’impunità politica che gli consente di sgovernare da 30 anni, in una notte dove tutte le vacche sono nere?”.

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