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Vita e Pensiero. Cent’anni e non sentirli

Secondo alcune indagini di mercato, le riviste cartacee non rappresentano più una possibilità di approfondimento e, soprattutto, di diffusione culturale. E le nuove tecnologie informatiche vengono additate come una delle principali cause di tale propensione. A dire il vero, però, conclusioni simili sono piuttosto il risultato di rilevazioni legate esclusivamente alle vendite e che quindi, talvolta, considerano troppo superficialmente i reali cambiamenti e le più profonde esigenze che comportano un cambio radicale nella diffusione (e quindi nella vendita) delle riviste, che, in effetti, possono anche portare alla decisione di concludere del tutto le pubblicazioni.

Un caso in controtendenza è rappresentato da Vita e Pensiero, la rivista culturale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Nata pochi anni prima dell’Università alla quale è legata, Vita e Pensiero festeggia in questi giorni i cento anni dalla pubblicazione del suo primo fascicolo (novembre 1914). E per l’occasione sono state organizzate tre giornate di dialogo «per celebrare un secolo di idee» con una serie di interessanti incontri significativamente intitolata “Dieci parole. Perché la nostra epoca ha bisogno di Dio” (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano 22-24 ottobre 2014).

Le ‘parole’ sono quelle che, in fondo, raccontano un secolo di cambiamenti radicali, talora inattesi, e vengono analizzate da relatori di assoluto spessore: crisi e bellezza da Fabrice Hadjadj (filosofo del Centre Philantropos di Friburgo) e da Sergio Givone (filosofo dell’Università di Firenze); mistica e politica da Zygmund Bauman (sociologo dell’Università di Leeds) e Mariapia Veladiano (scrittrice); misericordia e giustizia da Jürgen Moltmann (teologo dell’Università di Tubinga) e Luisa Muraro (filosofa); tecnica e fraternità da John Milbank (filosofo dell’Università di Nottingham) e Natalino Irti (giurista dell’Università La Sapienza di Roma); pace e silenzio da José Tolentino Mendonça (teologo dell’Università di Lisbona) e Michela Murgia (scrittrice). Le conclusioni della tre giorni (venerdì pomeriggio) sono affidate al prof. Lorenzo Ornaghi (comitato di Direzione di Vita e Pensiero).

In ricorrenze come questa ci si chiede quali possano essere gli ingredienti di un così chiaro successo. Delle risposte giungeranno sicuramente dalla tavola rotonda in programma per venerdì mattina dedicata al futuro delle riviste culturali, alla quale interverranno Ilario Bertoletti (Humanitas), Goffredo Fofi (Lo Straniero), Michele Salvati (Il Mulino), Antonio Spadaro (La Civiltà Cattolica).

Ma, senza dubbio, nel caso della rivista Vita e Pensiero, il suo stretto legame con un’istituzione educativa come l’Università Cattolica e l’aver saputo leggere e interpretare le trasformazioni in atto nella società (nazionale e internazionale) coniugando coerentemente il binomio che compone il suo titolo, l’ha condotta a offrire ai suoi lettori analisi costantemente apprezzate perché proposte con spirito critico e sempre collocate, per riprendere una bella espressione di padre Agostino Gemelli, nel «cuore della realtà».

Il programma completo è consultabile a questo indirizzo

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