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Perché bisogna impedire il disarmo intellettuale sulla Difesa

Più di un secolo fa, americani ed europei hanno creato quello che oggi definiamo aerospazio, prima con imprese isolate poi con imprese industriali sempre più strutturate. E lo hanno creato insieme.

Quello straordinario spirito di iniziativa e di esplorazione ha permesso di dare vita a quello che abbiamo oggi e a quello straordinario patrimonio di innovazione e tecnologia che più di altri ha definito il mondo moderno.

Non c’è dubbio che l’aerospazio ha definito in maniera netta il 20º secolo: ne ha segnato i suoi eventi più significativi, penso alle seconda guerra mondiale e al ruolo di aerei e tecnologie aerospaziali o ancora alla dottrina di superiorità aerea e a come essa abbia cambiato le regole del gioco. Il trasporto aereo ha creato un nuovo mondo, un mondo “più vicino”, ci ha resi tutti più simili portando le persone a spostarsi, a conoscersi e muoversi: e questa nuova mobilità ha definito cosa siamo oggi e le nostre Relazioni. Lo spazio ha cambiato la maniera con la quale comunichiamo con i satelliti commerciali. E naturalmente ha cambiato in maniera profonda il modo in cui guardiamo a noi stessi e al mondo in cui viviamo quando il primo uomo è sbarcato sulla Luna

Ho pochi dubbi che l’aerospazio definirà con altrettanta profondità anche il 21º secolo specialmente se – come industria e come governi – continueremo a pensare in grande ad agire in maniera decisa e se saremo capaci di ispirare una nuova generazione di leaders a trovare con queste tecnologie le soluzioni per le sfide e i problemi più complessi di questo tempo.

Ma penso anche che avverrà solo se noi saremo capaci di definire questo futuro e la condizione perché questo accada è che l’aerospazio deve tornare a essere una priorità.

I tagli di spesa su entrambe le sponde dell’Atlantico sono dettati da esigenze economiche e finanziarie chiare e urgenti ma queste non possono essere l’unico aspetto che definisce il nostro futuro. E se c’è un settore che può definire questa crescita, questo futuro e queste speranze in maniera chiara queste sono le tecnologie aerospaziali.

Dobbiamo impedire insieme il disarmo intellettuale che continui e radicali tagli di investimenti in R&S stanno determinando: si tratta di risorse che si sono create in cinquanta anni di innovazione e Leadership tecnologica – e che questo ponte tra Italia a Stati Uniti ha contribuito fortemente a creare – ma che una volta dissipate non si potranno ricreare facilmente.

Rispetto al secolo scorso oggi viviamo una dimensione realmente globale dell’aerospazio dove però il ponte aerospaziale tra Stati Uniti e Italia ha un senso diverso ma ancora più significato calato in un sistema più vario e multipolare con vari punti di attrazione.

In questa dimensione globale Boeing – oggi il principale player aerospaziale globale – è parte integrante della componente aerospaziale italiana che è frutto di quasi 65 anni di collaborazione, nuovi programmi e crescita comune che si è evoluta cosi intensamente, con 1 miliardo e 600 milioni di dollari di investimento annuo nel Paese (ed in crescita), e con oltre 12.000 posti di lavoro creati.

Alla luce di questi numeri, di questa presenza e di queste partnership noi ci vediamo e ci pensiamo come parte di un unico continuo in termini industriali, tecnologici e geo-politici a supporto degli interessi italiani siano essi industriali, di difesa, sicurezza e trasporto aereo.

Non credo un’altra realtà industriale non italiana – quindi ne statunitense ma neanche europea – programmi e fatti alla mano possa far valere dei fondamentali migliori in termini di varietà di programmi e tecnologie con il sistema aeronautico italiano. E la ragione è chiara: sono i 65 anni di lavoro insieme.

E infatti noi ci sentiamo fortemente parte integrante della realtà locale. Creiamo insieme valore assoluto – e lo creiamo ora non in prospettiva – in termini economici, ma soprattutto di innovazione e competitività.

E insieme vogliamo guardare avanti. Da cosa è rappresentato il futuro di questa relazione?

In una logica industriale moderna noi vediamo il continuare a lavorare insieme e continuare l’integrazione.

Lavorare insieme. Noi, Finmeccanica con l’attenzione e il supporto del governo per sostenere l’enorme sfida intrapresa da Alenia sul programma 787 a Grottaglie (Taranto), specialmente ora che il programma sta aumentando i ratei di produzione come mai avvenuto nella storia per un programma widebody. Questo è un passaggio critico nelle capacità produttive del sistema Italia che solo insieme possiamo raggiungere.

Questo nostro ruolo e presenza implicano anche il poter essere parte dell’evoluzione della difesa italiana – e infatti proporremo il nostro contributo al Libro Bianco della Difesa – e poter contribuire con il nostro essere un player globale, con soluzioni, prodotti e capacità alle nuove esigenze expeditonary della difesa italiana.

Vorremo fare sistema per sostenere in termini di capacità evolute e interoperabili il ruolo chiave dell’Italia sulla scena internazionale, attraverso uno strumento militare nuovo, più flessibile e moderno, con tecnologie multiruolo in grado di supportare ogni tipo di operazione.

Questo lo facciamo insieme con l’industria nazionale – come sempre abbiamo fatto e continueremo a fare in un’ottica di partnership positiva ed evolutiva. Appunto in un’ottica di sistema.

Siamo gli eredi di una tradizione importante che penso vogliamo mantenere e far crescere adattandola a un mondo che è cambiato profondamente.
Questo ponte transatlantico ha creato tanto, ha creato molto di quello che abbiamo adesso e ha creato un rapporto con l’Italia che non è mai stato cosi solido e stabile in termini di creazione di valore.

Ma è questo il momento per recuperare ancora quello spirito di iniziativa e quella visione che hanno caratterizzato la nascita e il successo dell’aerospazio un secolo fa.

Quindi è adesso che sentiamo di dover continuare a crescere insieme e migliorare per consolidare quello che abbiamo creato e portarlo al livello successivo.

Ci siamo vicini, ma sappiamo che per far questo abbiamo bisogno di continuare a pensare in grande e costruire una nuova agenda positiva in linea con le nuove sfide.

Solo se convinti che il futuro potrà essere ancora migliore potremo in maniera concreta assumere la responsabilità e agire per renderlo effettivamente migliore.

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