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Perché Deutsche Bank elogia le banche svedesi

Le venti maggiori banche europee hanno un Common Equity Tier 1 superiore al 12%, contro la richiesta minima dell’8% fissata da Bce ed Eba. Parola di Deutsche Bank che, in una presentazione a Stoccolma, tenuta qualche giorno fa dall’analista Jan Schildbach, ha redatto le proprie personali pagelle degli istituti di credito europei. E in particolare di quelli svedesi, concludendo che sono i migliori di tutto il Vecchio Continente.

LE PAGELLE DI SISTEMA DI DEUTSCHE BANK
Nel 2008, il parametro chiave di tutti gli esami dell’Europa sul suo sistema creditizio, sfiorava appena il 7%, sempre per le 20 maggiori banche europee . Ma questo è sufficiente per decretare la salute di un sistema? Probabilmente no, dal momento che molti altri elementi sono cambiati. Ad esempio, il profitto netto delle banche nell’Europa a 27 è passato dai 230 miliardi di euro nel 2007 ai poco più di 50 del 2013, con rossi rilevanti nel 2008 e nel 2011. Ed è cambiato il modo di ponderare il rischio degli asset, significativamente più pesante con l’introduzione delle regole di Basilea. I prestiti alle imprese sono stati trasferiti in larga al mercato dei capitali: in leggera risalita ma con una variazione sempre negativa anno su anno nel 2014 (-3%): quasi 600 miliardi di impieghi in meno dal 2009 e oltre 400 miliardi di nuove emissioni corporate nello stesso periodo.

SVEZIA, ISOLA FELICE
“Complessivamente – scrive Schildbach – l’influenza dell’Europa nella finanza globale perde quota, mentre i centri finanziari dei Paesi emergenti guadagnano importanza”. Ma c’è un’eccezione: le banche svedesi. Altamente redditizie ed efficienti. Nell’Europa a 27, si piazzano seconde per Roe (ritorno su equity) pari all11,1% e 19esime quanto al rapporto costi/profitto, pari al 53,6%. E hanno volumi di affari crescenti, una rarità nel contesto in cui ci muoviamo. La Svezia si piazza quarta dopo Finlandia, Repubblica Ceca, Belgio per prestiti alle imprese, che sono aumentati del 2,3% nel 2013 e terza dopo Slovacchia e Belgio per prestiti alle famiglie, anche questi cresciuti, del 6,1%. Ma le banche svedesi si basano molto sul mercato del funding, piazzandosi seconde dietro alla Danimarca con un ratio prestiti-depositi del 207%, mentre sono 24esime per equity capital ratio, pari al 5,9%. Con l’Unione bancaria, che parte ufficialmente il 4 novembre con il Single Supervisory Mechanism (SSM), queste caratteristiche si faranno ancora più evidenti. Morale della favole: mentre attendete i risultati degli stress test, comprate pure in tranquillità le banche svedesi.

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