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Cosa bolle in pentola tra Vaticano e tradizionalisti

I tradizionalisti rappresentano, da sempre, una “spina nel fianco” per ogni pontefice. E’ forse con Benedetto XVI, sensibile alla liturgia ed alla tradizione, che si è andati molto vicino ad un riavvicinamento tra il Vaticano e la Fraternità San Pio X, guidata da monsignor Fellay. Ma tutto è saltato con la sua rinuncia. Cosa succederà ora con Papa Francesco? Una bussola per districarsi nel labirinto delle relazioni tra i tradizionalisti ed il Vaticano è rappresentata dall’intervista rilasciata da monsignor Guido Pozzo, Segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei alla rivista francese “Famille chrétienne” in occasione del pellegrinaggio annuale del Populus Summorum Pontificum conclusosi con la messa celebrata in San Pietro dal cardinale americano Raymond Leo Burke.

L’ultimo incontro ad alto livello
L’ultimo incontro ad alto livello tra le due delegazioni si è svolto il 23 settembre 2013 quando monsignor Fellay ha incontrato il Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, il cardinale Muller. Il comunicato rilasciato dalla Sala Stampa della Santa Sede lasciava aperte le possibilità di una futura riconciliazione. Si parlava, infatti, di un incontro svoltosi “in un clima di cordialità” nel corso del quale si è deciso di procedere per gradi “verso il superamento delle difficoltà e l’auspicato raggiungimento della piena riconciliazione”. Parole confermate dalla recente intervista di monsignor Pozzo, il quale ha dichiarato che le relazioni tra le parti in causa continuano “anche dopo l’elezione di Papa Francesco”. Sembrano quindi trovare sempre più fondamento le parole che il successore di Benedetto XVI avrebbe pronunciato tempo fa ad alcuni suoi collaboratori: “non condannerò i lefebvriani, né impedirò ad alcuno di andare da loro”.

Punti controversi
Ma quali sono le questioni che dividono Santa Sede e Fraternità San Pio X? Monsignor Pozzo ha chiarito che si tratta di questioni di due ordini diversi. Da un lato, infatti, vi sarebbero contrasti sulla “situazione pastorale-ecclesiale post conciliare” e più generalmente “nel contesto della modernità”. Dall’altro lato, poi, vi sarebbero anche questioni dottrinali specifiche “relative all’ecumenismo, al dialogo con le varie religioni e, in particolare, alla questione della libertà religiosa”. Lo spiraglio per una riconciliazione arriva, però, da una chiara affermazione di monsignor Pozzo: “le riserve o le posizioni della Fraternità su certi aspetti che non riguardano la fede ma che concernono i temi pastorali o di insegnamento prudente del Magistero non devono essere necessariamente ritirati o annullati dalla Fraternità”. Vale a dire, quindi, che purché non riguardino questioni dottrinali, le critiche verso la gerarchia ecclesiastica ed il suo modus operandi sono legittime e possono continuare.

Una prelatura personale per i fedeli
Quale la possibile soluzione per trovare un’intesa tra le parti? Secondo il Segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei la soluzione dovrebbe essere quella di giungere alla creazione di una vera e propria Prelatura personale che “non solleverebbe obiezioni da parte della Fraternità San Pio X”. Si tratterebbe in pratica di una soluzione analoga a quella dell’Opus Dei, la cui “caratteristica principale sarebbe quella di non avere una circoscrizione territoriale, contrariamente alle diocesi, riconoscendo, tra l’altro, al prelato il diritto di erigere un seminario e di ordinare i seminaristi”. Si porrebbe poi il problema del rapporto con i vescovi diocesani, che ad oggi non è ancora stato affrontato e che secondo monsignor Pozzo andrebbe risolto “tramite accordi bilaterali con le varie diocesi”. Per il Segretario della commissione incaricata di negoziare con i lefebvriani, però, nulla esclude la possibilità che ad alcuni sacerdoti della Fraternità sia affidata la cura di alcune parrocchie al di fuori di quelle della Fraternità stessa.

Nessuna capitolazione per la Fraternità
Ma è forse una frase di monsignor Pozzo a tranquillizzare la Fraternità ed il mondo tradizionalista. Pozzo, infatti, è stato piuttosto chiaro: “non è vero che la Santa Sede intende imporre una capitolazione alla Fraternità San Pio X”. Al contrario, la invita “a ritrovarsi al suo fianco nello stesso quadro di principi dottrinali necessari per garantire una costante aderenza alla fede e alla dottrina cattolica del Magistero e della Tradizione”. Quali, però, i tempi di una possibile riconciliazione? Trapela, qui, una certa cautela: “non credo che ora possiamo indicare un termine preciso per la conclusione del cammino intrapreso. L’impegno da parte nostra è di procedere per fasi, senza scorciatoie improvvisate”. Con un unico obiettivo, ben illustrato da monsignor Pozzo: “promuovere l’unità nella carità della Chiesa universale guidata dal successore di Pietro”.

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