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Come far fruttare in Italia il tesoro della Bei. I progetti di Padoan e Scannapieco

Entro il prossimo 14 novembre, l’Italia presenterà all’Ue più di mille progetti, realizzabili in tre anni, per un valore complessivo di oltre 10 miliardi di euro, da inserire tra quelli ai quali destinare i finanziamenti necessari al rilancio dell’economia europea. Ad annunciarlo a Napoli è stato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, nel corso della 14° Conferenza del Femip “Strumenti a favore della crescita: stimolare gli investimenti nella regione del Mediterraneo”.

I SETTORI STRATEGICI

Il piano italiano sarà sottoposto all’attenzione della task force composta da Commissione europea, Banca europea per gli investimenti (Bei) e stati membri. Cinque i settori strategici: ricerca e innovazione, economia digitale, energia e trasporti, infrastrutture e ambiente, politiche a sostegno delle piccole e medie imprese.

IL GRUPPO DI LAVORO

I progetti italiani, selezionati da un gruppo di lavoro coordinato dal ministero delle Economia e delle Finanze, riguarderanno, tra l’altro, “la realizzazione della banda ultralarga nelle zone bianche, in particolare nel Mezzogiorno – ha spiegato Padoan – la messa in sicurezza della rete stradale, l’efficientamento energetico degli edifici pubblici, il supporto alle pmi e, tanto per citare un esempio specifico, l’Alta Velocità Napoli-Bari”.

LE PAROLE DI PADOAN

Entro la fine della prossima settimana sarà stilata una “lista specifica” di iniziative e all’Ecofin di dicembre la task force europea presenterà una sintesi dei progetti ricevuti da tutti gli Stati Membri. Tre le linee guida, secondo Padoan: “Investimenti, occupazione e riforme”. Sul piatto i 300 miliardi di euro per gli investimenti del piano Juncker che sarà presentato al consiglio europeo prima di Natale. Nella gestione dei progetti avrà un ruolo importante, sotto la guida della Commissione, anche la Bei, già tra i componenti della task force.

I NUMERI DI HOYER

Nel 2013 l’Istituto ha investito in Italia 10,3 miliardi di euro, “una cifra che – ha spiegato il presidente della Banca europea per gli Investimenti, Werner Hoyer – sale a 11 miliardi considerando l’apporto del Fondo europeo per gli investimenti”. La previsione per il 2014 è eguagliare il traguardo del 2013. Hoyer ha evidenziato il persistere di un “gap relativo alla progettazione e alla qualità dei progetti” presentati, vero e proprio ostacolo allo sviluppo.

GLI ARGOMENTI DI SCANNAPIECO

Il vicepresidente Bei Dario Scannapieco, in riferimento al Mezzogiorno, pur confermando le difficoltà evidenziate dal presidente Hoyer, ha ricordato gli interventi sostenuti a favore del “rafforzamento e miglioramento delle reti energetiche, di quelle idriche come nel caso dell’Acquedotto pugliese, dello sviluppo dell’aeroporto di Catania. Abbiamo, inoltre, prestato attenzione particolare al sostegno delle pmi meridionali”. Le infrastrutture, a partire dall’Alta Velocità, e il piano scuole saranno le principali aree di interesse per il futuro.

IL BACINO EUROMEDITERRANEO

Nei prossimi sette anni (2014-2020) la Bei sarà impegnata anche a sostenere importanti progetti di sviluppo nel bacino euromediterraneo. Circa 10 miliardi di euro saranno, infatti, destinati a supportare lo sviluppo sostenibile nella regione, con un mandato rinnovato che prevede finanziamento con capitale di rischio, il sostegno diretto alla preparazione di partenariati pubblico-privati, l’attivazione di prodotti capaci di rispondere alle esigenze delle pmi locali. Opere infrastrutturali, energia e settore privato rappresenteranno i principali settori di intervento. “La regione euromediterranea – evidenzia Hoyer – vive sfide economiche e sociali importantissime. Tre le priorità: occupazione, integrazione regionale, clima. Tutti gli attori, pubblici e privati, sono coinvolti. Oggi facciamo un primo passo verso il futuro comune di Ue e Mediterraneo”.

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