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Corteo Thyssen, ecco tutte le menzogne contro le forze dell’ordine

“Una questione irrisoria che è stata strumentalizzata per una resa dei conti tra la minoranza del Pd vicina ai sindacati e Matteo Renzi”. Questi i fatti di piazza Indipendenza, gli scontri tra il corteo degli operai della Thyssen di Terni e le forze dell’ordine di mercoledì finiti con 4 operai e 4 poliziotti feriti, secondo Gianni Tonelli, segretario generale del Sindacato autonomo di polizia (Sap), che manda un messaggio forte e chiaro alla politica: “Gli stracci fateli volare a casa vostra, non contro le forze di polizia che hanno fatto il loro dovere”.

Tonelli, partiamo da mercoledì e da quelle immagini di tafferugli diventate caso politico. La situazione vi è sfuggita di mano?
Sotto il profilo dell’ordine pubblico, è stata una quisquilia, contatti fisiologici che avvengono spesso durante i cortei, basti pensare che ogni giorno 20 poliziotti vengono feriti in queste circostanze, anche se nessuno ne parla. E’ divenuto un caso per una manovra di carattere politico, a causa dello scontro in atto tra una parte della sinistra con i sindacati e il governo.

Renzi ha chiesto che vengano accertate le responsabilità. Quali sono le vostre?
Non c’è nulla da verificare, i fatti sono chiarissimi e un ulteriore filmato che ho potuto visionare oggi li accerta ancora di più. Tutto nasce da un malinteso tra gli operai. Uno di loro ha subito una spinta involontaria ed è caduto, ferendosi. Questo è stato male interpretato e ha causato un aumento di tensione, in un contesto di concitazione già molto alta. Anche Landini ha detto i suoi di stare calmi per non passare dalla parte del torto. Ciò dimostra com’era difficile la situazione.

Ma c’è stata una carica da parte vostra. Lo avete fatto perché gli operai volevano forzare il cordone per dirigersi verso la stazione Termini? I sindacati dicono che non è così.
Non c’è stata nessuna carica, solo un’azione di contenimento verso gli operai che volevano deviare verso la stazione Termini. Alcune volte le deviazioni sono concesse, in questo caso l’ordine è stato quello di fermarli.

Avete ravvisato comportamenti violenti da parte dei manifestanti?
No, la situazione era sotto controllo. Noi capiamo le motivazioni che portano questi operai a manifestare, difendono il loro posto di lavoro, l’unica opportunità che ancora hanno.

Il ministro Alfano non ha condannato né voi né loro ieri, rispondendo al question time al Senato. Come giudica le sue parole?
Comprendiamo la fase delicata che vive oggi il governo. Siccome la questione è stata strumentalizzata, si cerca di uscirne dando un colpo al cerchio e uno alla botte. Più di una persona dovrebbe chiedere scusa per le accuse senza fondamento rivolte alle forze dell’ordine ma in questo Paese il senso di dignità è quasi scomparso.

Susanna Camusso ha invitato il governo ad abbassare i manganelli…
Ma quali manganelli, non c’è nulla da abbassare. Se Susanna Camusso vuole colpire Renzi lo faccia, ma non coinvolga le forze dell’ordine.

Il tavolo permanente al Viminale di cui si sta parlando potrebbe aiutare il corretto svolgimento delle manifestazioni?
E’ una stupidaggine. Con chi sarebbe fatto? Con quali finalità? E’ come se i parenti preoccupati di un paziente facessero prima un tavolo con i chirurghi che lo opereranno. Non ha senso. Tanto più che prima di ogni manifestazione, il tavolo di fatto c’è già, tutti i dettagli vengono chiariti. L’ordine pubblico va gestito da professionisti che da anni svolgono questo lavoro.

Cosa andrebbe fatto allora secondo lei per evitare che si ripetano situazioni simili?
C’è una proposta di legge in Parlamento che gode del sostegno di un ampio schieramento che contiene due punti importanti: la presenza di un magistrato nei cortei per verificare il loro svolgimento; le videocamere presenti su tutti gli operatori. Le menzogne si combattono con la verità.

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