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Libia, tutti i passi verso l’intervento militare

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La situazione libica è sempre più compromessa e tutti gli sforzi diplomatici messi in campo negli scorsi mesi non sembrano sufficienti a scongiurare un intervento militare.

LE PAROLE DEL MINISTRO PINOTTI

Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, in visita al Cairo nel passato weekend, ha spiegato che il governo italiano è disponibile “a dare una mano a costituire delle forze armate in grado di tenere in sicurezza la Libia e a fornire anche armi“. La titolare della Difesa, recatasi nella capitale egiziana per una visita importante dal punto di vista strategico, ha incontrato il presidente Abdel Fattah al-Sisi e il suo omologo Sedki Sobhi.

IL RUOLO DELL’EGITTO E DELL’ITALIA

L’Egitto, che lo scorso agosto ha ospitato una conferenza dei Paesi confinanti che aveva come tema la crisi di Tripoli, potrebbe essere in prima fila nel caso la stabilizzazione libica venisse affidata ad una coalizione di attori regionali di peso. In caso contrario, l’unica alternativa rimarrebbe un intervento diretto occidentale, finora evitato, secondo gli osservatori italiani più addentro al dossier. All’intervento diretto prenderebbe parte anche una nutrita pattuglia di Paesi dell’Ue, con l’Italia ovviamente con un ruolo di primo piano.

LA MISSIONE DI LEON

Che qualcosa si stia muovendo lo dimostra anche la visita che l’inviato speciale dell’Onu per la Libia, lo spagnolo Bernardino Leon, ha tenuto riservatamente in Italia nei giorni scorsi. Roma potrebbe essere il luogo che ospiterà a breve un nuovo vertice internazionale sulle sorti di Tripoli, come quello avvenuto lo scorso 6 marzo. A presiederlo ci sarebbe stavolta il nuovo titolare della Farnesina, Paolo Gentiloni, che ha preso il posto Federica Mogherini, neo Alto rappresentante della politica estera dell’Unione.

VIOLENZA CRESCENTE

Solo la settimana passata c’è stata l’ennesima condanna unanime alle violenze perpetrate dallo scontro tra milizie, con la richiesta di un immediato cessate il fuoco incondizionato per tutta la Libia. Un appello diffuso in una nota congiunta degli inviati speciali per la Libia di Usa, Ue, Italia, Unione Africana, Lega Araba, Francia, Germania, Malta, Spagna, Gran Bretagna dopo l’incontro del 31 ottobre a Parigi proprio con il rappresentante speciale delle Nazioni Unite.

IL PERICOLO DIETRO L’ANGOLO

In quella sede gli inviati hanno dato il loro pieno sostegno agli sforzi di mediazione di Leon mirato per il momento a perseguire il normale funzionamento del legittimo Consiglio dei Rappresentanti con la piena partecipazione dei suoi membri; la formazione di un governo inclusivo e rappresentativo, e il ritiro delle milizie dalle città e aeroporti in tutta la Libia. Coloro che ostacolano il cessate il fuoco saranno penalizzati nel quadro della risoluzione 2174. Dietro l’angolo c’è il pericolo più che reale che il territorio di Tripoli diventi una sorta di calamita per i terroristi di tutta la regione, compresi quelli dell’Isis di al-Baghdadi.

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