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Tutti gli scenari dopo le elezioni di midterm

L’onda repubblicana alle elezioni di midterm ha travolto il democratico Barack Obama, che inizierà gli ultimi due anni della sua presidenza da lame duck (anatra zoppa).

Dopo 8 anni, il Grand Old Party torna ad essere maggioranza anche al Senato, aprendo scenari imprevedibili fino a qualche mese fa e rimestando le acque, finora piuttosto ferme, della corsa alle presidenziali del 2016.

I DUE SCENARI

Gli scenari che si aprono, riassunti dal britannico Economist, sono sostanzialmente due.

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clicca sull’immagine per ingrandire (fonte: The Economist)

Nel primo, definito ottimistico, la maggioranza repubblicana proverà a dialogare, cercando punti di convergenza con i democratici su temi come budget (riforma fiscale), energia (l’oleodotto Keystone XL tra Canada e Usa, frenato da remore ambientaliste), il commercio (rafforzando la posizione di Obama su dossier come il Ttip, il trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti), immigrazione (con una riforma modesta).

Nel secondo, invece, considerato sfavorevole, la condotta dei repubblicani sarebbe tesa a bloccare qualsiasi iniziativa, riportando di nuovo al government shutdown, sabotando il lavoro dell’Epa (l’agenzia statunitense per la protezione ambientale), bloccando qualsiasi progresso nelle misure commerciali e impedendo a Obama di realizzare la riforma dell’immigrazione che ha in mente e che i suoi oppositori hanno paragonato a una vera e propria “amnistia” nei confronti degli immigrati irregolari. Allo stesso modo il presidente avrà il potere di porre il veto, anche per infinite volte, ai provvedimenti proposti dai repubblicani e a lui sgraditi.

LE DIVISIONI REPUBBLICANE

A dirigere il Gop verso l’uno o l’altro approccio sarà quasi certamente lo sbroglio della matassa delle prossime presidenziali. Al momento è buio pesto su quale sarà il prossimo candidato repubblicano a correre per la Casa Bianca. Se a prevalere negli equilibri interni dovessero essere conservatori “moderati” come Jeb Bush (dato per sfavorito dal Washington Post)Mitt Romney (se decidesse di correre di nuovo per la presidenza) o Chris Christie (dopo gli scandali dei mesi passati le sue ambizioni sono in aumento, secondo il Wall Street Journal), gli analisti considerano molto probabile una opposizione dura, ma al tempo stesso moderata e collaborativa. Se a tenere banco sarà invece l’ala più radicale vicina al movimento Tea Party, allora la strada per un dialogo tra repubblicani e democratici sarebbe in salita.

LA CORSA DI HILLARY CLINTON

Molto più limpido sembra invece il cielo democratico, sotto il quale (quasi) nessuno sembra per ora in grado di affievolire la stella di Hillary Clinton. È ancora presto per sapere chi e se si opporrà a un candidato forte come lei, già segretario di Stato e moglie del carismatico ex presidente Bill. Quel che è certo è che la Clinton ha iniziato da tempo la sua campagna scegliendo una strategia ben precisa, confermata durante le elezioni di midterm. Si è smarcata per tempo da Obama, in calo di popolarità e in difficoltà con i più stretti collaboratori, ed è stata la vera star sui palchi dei comizi democratici in giro per l’America. Per il Financial Times, ma non solo, è lei la vera vincitrice di questa tornata elettorale. E forse, anche della prossima, ben più importante.

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